Politica – Il presidente Sergio Mattarella ha emanato il decreto che indice il referendum confermativo della legge costituzionale che taglia il numero dei parlamentari

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Politica – regerendum – Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha emanato il decreto che indice il referendum confermativo della legge costituzionale che taglia il numero dei parlamentari.

Il decreto, firmato il 28 gennaio e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale di ieri, rende ufficiale la data del 29 marzo per le prossime votazioni referendarie.

Il quesito su cui gli italiani – in Italia e all’estero – dovranno pronunciarsi è:

“Approvate il testo della legge costituzionale concernente “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – Serie generale – n. 240 del 12 ottobre 2019?”.
Dunque, rispondendo “sì” si è a favore del taglio dei parlamentari, al contrario con il “no” si vuole che il numero resti quello attuale, cioè 630 deputati e 315 senatori.
Il referendum del 29 marzo sarà confermativo, dunque prevede il raggiungimento di alcun quorum per la validità del suo risultato.

Per il referendum confermativo su una riforma “bandiera” del Movimento 5 Stelle che taglia di netto il numero dei parlamentari (da 630 a 400 alla Camera e da 315 a 200 al Senato) non è previsto quorum. Si tratterà del quarto referendum costituzionale tenuto durante la storia della Repubblica, dopo quelli del 2001, del 2006 e del 2014. Nei tre precedenti, due volte la legge approvata dal Parlamento senza la maggioranza dei due terzi è stata respinta dagli elettori, una sola (la riforma del Titolo V della Carta, approvata dalla maggioranza dell’Unione negli anni dei governo Prodi, D’Alema e Amato) è stata approvata ed è diventata legge costituzionale.

L’appuntamento elettorale non preoccupa il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. «Siamo fiduciosi che ci sia un ampio schieramento dei cittadini a favore di questa riforma». Dopo la consultazione il Governo potrebbe finire la sua corsa? «No direi, proprio di no, non vedo connessioni» ha risposto il premier a “Otto e mezzo” su La7.

«A meno di sei mesi dall’approvazione definitiva della riforma da parte del Parlamento la parola finale passa ai cittadini. Sarà una grande
pagina di democrazia» è stato il commento del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro.




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