Politica – Le candidature del Movimento 5 Stelle

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La candidata del M5s a sindaco di Roma, Virginia Raggi, con il vicepresidente della Camera e membro del direttorio del M5s, Luigi Di Maio, durante l’evento di chiusura della campagna elettorale, Ostia (Roma), 17 giugno 2016. ANSA/ ANGELO CARCONI

Le tanto attese elezioni sembrano essere più vicine (una volta ottenuto il vitalizio alle spese degli italiani tutto può succedere) e con l’avvento di tale importantissimo appuntamento fervono preparativi e candidature. I colpi basi non mancano e neppure i passaggi da destra a sinistra, le fughe nel partito misto, gli accordi per non perdere le poltrone e le rimpatriate con i vecchi amici. Come chi mi segue puntualmente ben conosce, a me piace raccontare la cronaca e non divulgare fantasie, certo non si può venire a conoscenza di tutto ma scrivere in buona fede quello che avviene mettendo da parte la faziosità che offusca quotidianamente anche le menti più preparate.
Nello specifico parlare della candidatura dei Cinque Stelle ha le sue difficoltà. Un’analisi sopra le parti non può che evidenziare degli aspetti che vanno al di sopra di tutto il resto. Il ‘Movimento’ ha dato fastidio a tutti dal primo momento: un gruppo di ‘non politici’ che si presenta con l’intento di azzerare la politica degli ultimi decenni può interessare ai cittadini ma non certo alla politica, all’economia, alle lobby, ai poteri forti. Sono subito partiti attacchi durissimi da tutte le parti politiche che hanno accusato Grillo e compagnia di essere impreparati, nullafacenti prestati alla politica, incapaci di svolgere il loro lavoro in Parlamento e nelle amministrazioni. L’attacco più forte è stato sferrato a Roma, una città dal comune enormemente grande dove spostare anche un sampietrino è un problema di portata gigantesca. Certo Virginia Raggi è stata messa a dura prova ed ha commesso anche degli errori ma il tutti contro uno è qualcosa di tutt’altro che cavalleresco. Ma Roma è il nodo cruciale, perché dimostrare l’incapacità del Movimento a Roma significherebbe mettere in serie difficoltà il Movimento 5 stelle con l’elettorato. Sarà vero? Gli italiani cosa decideranno da qui primavera? Nel frattempo anche Grillo ed i suoi hanno fatto un passo importante quello di nominare il leader, il presidente del consiglio in pectore. Anche in questo caso attacchi sul modo in cui è stato eletto ( ma vogliamo analizzare le primarie degli altri partiti?) l’incaricato, colui che avrà il compito di convincere gli italiani da qui a primavera.
In corsa per prendere parte alla consultazione, ci sono Luigi Di Maio, Cicchetti Vincenzo, Fattori Elena, Frallicciardi Andrea Davide, Ispirato Domenico, Novi Gianmarco, Piseddu Nadia, Zordan Marco. Un super-favorito ed un gruppo di persone poco conosciute al grande pubblico. Una domanda sgorga spontanea: dove sono finiti gli altri big del Movimento? Roberto Fico, Alessandro Di Battista e gli altri perché non hanno partecipato? Si dice che abbiano rinunciato ed allora quella di Di Maio appare una discesa libera e senza ostacoli verso la nomina….
Il M5s in un post difende questa consultazione che i media (quasi all’unisono) e gli avversari politici definiscono fantasma: “Sarebbero stati tutti più contenti se avessimo deciso una rosa farlocca da presentare per inventarci una competizione che soddisfacesse la sete di quotidiani e di tg. Ma per favore. Ma per favore, prendetevi un po’ di realtà ogni tanto!”.
I media parlano di proteste sedate da Grillo da parte dell’ala ortodossa, guidata da Roberto Fico ma l’unione del movimento davanti a queste candidature si vedrà nei prossimi mesi.
La polemica gira intorno al nuovo regolamento, varato per scegliere l’uomo che correrà per Palazzo Chigi sotto il simbolo del M5s, il quale prevede che il candidato premier sia anche il leader della forza politica. La a deputata Roberta Lombardi ha specificato: “ Che il candidato premier sia anche il capo politico è naturale, lo prevede anche la legge. Ieri era Beppe Grillo, oggi il futuro candidato premier, domani potrai essere anche tu. Questa è la forza del M5s”.
La sede della consegna ufficiale delle chiavi del Movimento a Di Maio dovrebbe essere Rimini, in occasione dell’evento «Italia a 5 stelle», dal 22 al 24 settembre. Dallo stesso palco sarà interessante ascoltare i motivi della rinuncia di Alessandro Di Battista: “Le ragioni le spiegherò durante il mio intervento sabato prossimo a Rimini. Tra poco si inizierà a votare e invito alla massima partecipazione. A colui che sarà candidato faccio un grande in bocca al lupo ricordandogli che avrà un compito meraviglioso: quello di portare avanti il programma votato da migliaia di iscritti. Ringrazio tutte le persone che in queste ore mi hanno scritto chiedendomi di candidarmi. È meraviglioso avere tutto questo sostegno. Allo stesso tempo sono sicuro che la mia scelta sia quella giusta. A riveder le stelle!”.
Da ricordare che: alle primarie si potevano candidare tutti coloro che sono stati eletti a un incarico con il Movimento 5 Stelle o coloro che sono ancora in carica, ma il cui mandato finirà entro il prossimo 28 febbraio. Significa che avrebbero potuto candidarsi tutti i consiglieri di circoscrizione, comunali, provinciali, regionali, sindaci, deputati e senatori eletti con il Movimento. In teoria avrebbero potuto candidarsi anche i parlamentari europei, ma nessuno degli eletti con il Movimento 5 Stelle concluderà il suo mandato prima del 2019.
Inoltre i potenziali candidati non dovevano aver «tenuto condotte in contrasto con i principi, valori, programmi, nonché con l’immagine del Movimento 5 Stelle, del suo simbolo e del suo Garante». In altre parole significa che per candidarsi era necessario ricevere l’avallo di Grillo e del suo staff. Ci si poteva invece candidare anche con un’indagine in corso nei propri confronti, una concessione fatta probabilmente per permettere a Di Maio di candidarsi: Di Maio infatti è indagato per diffamazione ai danni di Marika Cassimatis, ex candidata sindaca del M5S per Genova.
Ma chi sono i candidati?
Vincenzo Cicchetti è un imprenditore informatico dal 1988, sposato con un figlio. “Mai avuto rapporti di lavoro con la pubblica amministrazione e quindi non condizionabile nelle sue scelte” scrive per presentarsi. “Un solo metro di giudizio e condotta: buon senso nel pieno rispetto della volontà manifestata dai cittadini. Si all’esperienza, alla competenza, al merito, alla fatica, al lavoro serio e responsabile. No all’arrivismo, al pressapochismo, al parassitismo, all’inefficienza, al paraculismo, all’improvvisazione” mette nero su bianco nella sua dichiarazione di intenti.
Andrea Davide Frallicciardi si occupa di informatica, elettronica, meccanica, disegno, tecnologia e progetto. Nella presentazione del suo progetto a 5 Stelle annuncia: “Ho creduto e credo fortemente negli ideali che Beppe Grillo ci ha dato modo di esprimere fin dalla prima ora e da quelli non mi sono spostato di una virgola. Oggi ho deciso di candidarmi per il Movimento 5 Stelle alla carica di candidato premier per un motivo fondamentale: riportare in prima fila i cittadini, con i loro bisogni ma anche con i loro diritti, spesso calpestati e renderli protagonisti del loro futuro”.
Domenico Ispirato, é un napoletano trasferito a Verona, 53 anni, geometra, spiega: “Mi candido per mettermi al servizio della comunità …Tutto quanto esiste nei principi e nei valori del M5S espressi sia nel No-Statuto sia nel regolamento si configurano appieno con lo spirito della mia persona”.
Marco Zordan, 43 anni, è un artigiano artigiano di Arzignano, mentre Gianmarco Novi, attivista dal 2008, imprenditore nel settore dell’eco marketing ha già lanciato un video dove evidenzia l’importanza di “essere portavoce del Movimento 5 Stelle e attuarne il Programma elettorale”. Tra gli obiettivi “riportare in Italia la sovranità monetaria, istituire il bilancio partecipativo statale” e i referendum “sul modello svizzero”. Propone “l’introduzione del concetto di antispecismo” per combateere quella “visione antropocentrica della società che permette di infliggere sofferenze nei confronti degli altri esseri viventi”.
Nadia Piseddu, ingegnere aerospaziale e projectmanager: “Il Movimento 5 Stelle ha alimentato quel sogno di cambiamento, di poter sovvertire il sistema e di poter costruire assieme un futuro migliore che era nascosto in fondo al mio cuore. Ha restituito speranza alle persone e, come detto durante la mia campagna elettorale del 2014, la filosofia del M5S non può essere imparata e messa in pratica da coloro i quali fino ad ora hanno dimostrato di fare il contrario di quanto da noi sostenuto”.
Sul sito di Beppe Grillo appaiono queste considerazioni: “Per i giornali ogni scusa è buona per parlare male del M5S e in queste ore discettano sulla qualità del voto per la candidatura a premier del M5S. Candidarsi alla guida del Paese è una grande, enorme responsabilità e tanto di cappello per chiunque ha deciso di mettersi in gioco. Il più grande in bocca al lupo di tutto il M5S.
Questo fa il M5S: dare l’opportunità a chiunque di farsi Stato ed occuparsi della cosa pubblica. E’ il principio base della democrazia diretta. Sarebbero stati tutti più contenti se ci fossimo chiusi in una stanza, come fanno i partiti da decenni, e avessimo deciso una rosa farlocca da presentare per inventarci una competizione che soddisfacesse la sete di quotidiani e di tg. Ma per favore. Ma per favore, prendetevi un po’ di realtà ogni tanto!
Tutti sanno come funzionano certe primarie, ad esempio quelle del Pd: c’è un candidato sostenuto dal partito e gli altri pescati dentro (per simulare un vero e proprio match), ai quali viene garantita una quota specifica di voti, giusto perché perdano con dignità riuscendo a restare capi della loro piccola corrente. Le primarie del Pd servono a pesarsi e poi a riposizionarsi dentro al partito e nelle correnti. E’ una fiction, ma contenti loro.
Da noi questo non esiste, nessuno deve pesarsi, nessuno deve spartirsi quote di potere. questa mentalità non ci appartiene. Nel M5S è tutto più semplice e democratico: esce un post su un blog, ci sono delle regole e tutti possono partecipare. Niente schede bianche, niente stand elettorali pagati coi soldi dei contribuenti, tutto a costo zero e il candidato, infine, è espressione diretta dei cittadini.
Ecco, molti dei giornali di regime a quanto pare volevano delle primarie fiction come delle quel Pd o di altri partiti, noi, per l’ennesima volta, gli abbiamo dato la realtà.
Avanti tutta, già si sentono tremare la terra sotto i piedi!




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