Cercasi frammenti di meteorite in Molise

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Meteorite – L’attesa conferma è giunta in queste ore. A poco più di un anno dal fireball del 1 gennaio 2020, che ha portato allo storico recupero della meteorite “Cavezzo”, ci risiamo: la sera del 15 marzo 2021 alle 19:57:35 Ut (circa alle 21 ora italiana), un brillante bolide è stato catturato dall’occhio vigile della camera Prisma della stazione di Capua e visto anche da diversi testimoni oculari. Le stazioni all-sky della rete Prisma – progetto coordinato dall’Istituto nazionale di astrofisica e sostenuto dalla Fondazione Crt – sono diverse decine sparse in tutta Italia: uno dei compiti principali della rete è proprio la ripresa dei fireball per la triangolazione e la ricerca delle relative meteoriti al suolo.

Con le osservazioni di una sola camera però non è possibile triangolare un fireball: per questo motivo sono state utilizzate le misure di posizione del bolide ottenute da altre due camere, appartenenti alla rete amatoriale Imtn di Tortoreto e all’Associazione Arma Aeronautica sezione di Caserta.
Analizzando questi dati, il team di Prisma ha potuto ricostruire che cosa è accaduto in cielo la sera del 15 marzo. Un meteoroide, con una massa stimata di circa 2-3 kg, ha colpito l’atmosfera alla velocità di 14,6 km/s (circa 52.600 km/h), a un angolo di soli 6° dalla verticale: in pratica è arrivato quasi ortogonale alla superficie terrestre.
Interagendo con l’atmosfera, il meteoroide ha iniziato a riscaldarsi e ha generato attorno a sé una sfera di plasma – ossia gas ionizzato – che ha iniziato a brillare nel buio della notte generando il bolide.
Il fireball si è reso visibile a una quota di circa 80 km, ha percorso 61 km in atmosfera perdendo progressivamente la sua velocità cosmica e si è spento alla quota di 19,8 km, quando la velocità era appena di 2,8 km/s.
Dalla luminosità del bolide registrata dalla camera Prisma di Capua non risultano aumenti di luminosità: questo indica che il meteoroide si è consumato in modo progressivo, senza andare incontro a processi di frammentazione significativi.

La durata complessiva della fase di fireball è stata di 5,3 secondi, poi è iniziata la fase di volo buio. La fase di volo buio è la più difficile da ricostruire, perché su di essa non ci sono osservazioni.
Dai calcoli condotti dal team di Prisma, risulta che – al momento dell’estinzione del fireball – la massa residua del meteoroide era ancora di circa 1 kg, equivalente ad una dimensione di circa 8 cm di diametro se si assume una densità tipica per questo genere di corpi. Nella fase di volo buio, il meteoroide è stato ulteriormente rallentato nella velocità di caduta ed è ben presto entrato in balia dei venti stratosferici e troposferici.
In particolare, a circa 10 km dal suolo, è stato investito da un forte vento con velocità di 100 km/h proveniente da nord-ovest, che lo ha fatto deviare in modo significativo dalla traiettoria originale portandolo a cadere nell’area dell’abitato di Temennotte, circa 4,5 km a sud-ovest di Isernia, in Molise. E’ proprio questa la zona che verrà esplorata dagli esperti di Prisma, ma si invita tutta la popolazione residente (nel rispetto delle norme per il contenimento della pandemia Covid-19), a dare un’occhiata al suolo e a segnalare via email al Project Office di Prisma (prisma_po@inaf.it), qualsiasi roccia ricoperta da una patina molto scura dai bordi smussati che dovessero notare. Una prima pietra nera e brillante è stata già consegnata da un privato cittadino; si tratta di un frammento di roccia vulcanica, e non può trattarsi del meteorite caduto in Molise il 15 marzo.

Nel caso di ritrovamento di una sospetta meteorite queste sono le norme da seguire per un corretto recupero:
Per prima cosa va fatta una fotografia della sospetta meteorite senza raccoglierla, per documentare la sua posizione sul terreno.
Annotare la posizione utilizzando il Gps dello smartphone.
Non usare un magnete per verificare l’eventuale presenza di ferro nella sospetta meteorite, si rischia di cancellarne il possibile campo magnetico residuo fossile. Ci sono tante rocce terrestri ricche di ferro, quindi l’uso di una calamita non è un test valido per discriminare fra meteoriti e rocce terrestri.
Le meteoriti non sono pericolose per la salute, ma bisogna evitare di toccarle con le mani per non contaminarle, per la raccolta usare i guanti.
Una volta fotografata e segnata la posizione Gps la meteorite va avvolta in un panno di cotone pulito, messa in un vasetto di vetro e consegnata ai ricercatori di Prisma in modo che possa essere analizzata dal punto di vista scientifico. Dopo l’analisi verrà restituita a chi l’ha trovata, a meno che non la doni alla scienza.
L’analisi delle meteoriti è importante perché permette ai ricercatori di studiare com’era il Sistema solare miliardi di anni fa, subito dopo la sua formazione. Ogni meteorite è il testimone di un’epoca remota, per questo motivo nessuna deve andare persa Certo in periodo di covid non sarà possibile organizzare divertenti “caccia al tesoro” alla ricerca dei preziosi frammenti scientifici ma chissà che qualcuno ne abbia frammenti in terrazze o terreni di proprietà. Buona caccia!




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