Calcio -Juve, Juve ed ancora Juve per nove volte consecutive. Cambia l’allenatore, muta il gioco, ma lo scudetto resta a Torino. Il bistrattato Sarri, attaccato da critica e media è riuscito a vincere ed a zittire anche i più scettici perché chi vince ha sempre ragione e come sostiene chi vi scrive da tempo, i secondi sono i primi dei perdenti (per il responso del secondo posto bisognerà attendere le ultime due giornate di campionato).
Sarri è spesso solo come lo sono stati Sacchi e Zeman, persone caratterialmente diverse ma unite dal non aver giocato a calcio tra i professionisti e questo al mondo del pallone non è mai piaciuto.
Sarri però ha vinto ed ha più meriti di Ronaldo che nei momenti decisivi della stagione non ha influito come faceva nel Real Madrid ed ora rischia seriamente di perdere il personale titolo di capocannonieri a causa di quel ragazzetto di Sorrento che con tanta dedizione, amato dai compagni e reso felice da una bellissima famiglia ha trovato risorse per ripartire anche dopo il covid e riprendere la testa della classifica dei capocannonieri.
Negli spogliatoi dell’Allianz Stadium è subito partita la festa, tra i più scatenati c’è Maurizio Sarri: il tecnico è stato prima imbrattato con lo spray da barba da Cuadrado, poi ha stappato e bevuto lo spumante. E’ il suo primo titolo da allenatore in Italia, così come è il suo trofeo sulla panchina della Juventus dopo le sconfitte in finale di Supercoppa Italiana e di coppa Italia, rispettivamente contro Lazio e Napoli.
Sarri astutamente si defila e forse con le sue parole mette a segno una sciabolata contro i suoi detrattori: “E’ uno scudetto dal sapore forte, particolare: vincere è difficile, e continuare a farlo diventa sempre più complicato. Quando nello sport si dà qualcosa per scontato è una delle maggiori bugie del mondo. Stare così tanto ad alto livello non è certo una passeggiata, e trovare le motivazioni per andare avanti dopo aver vinto tanto non era facile, né scontato”. Così Maurizio Sarri, dai microfoni di Sky Sport, racconta le sensazioni che prova dopo aver vinto il suo primo scudetto. “E’ stato un campionato particolare – dice ancora Sarri -, durissimo, faticosissimo. Averlo vinto con due giornate di anticipo è un merito. Sono andato via prima del fischio finale per paura della secchiata., ho preferito aspettarli dentro, però mi hanno preso lo stesso”. Poi una battuta su due giocatori decisivi per il nono scudetto consecutivo. “Cristiano Ronaldo e Dybala sono due fuoriclasse assoluti, fanno la differenza – dice Sarri – ed è chiaro che lo scudetto è in gran parte merito loro. Per le loro caratteristiche non è facile farli convivere, ma alla fine ci siamo riusciti. Ma la costante di tutto è la società, il presidente è un grande personaggio che ci sta vicino soprattutto nelle sconfitte, e ci dà la benzina. I dirigenti sono sempre presenti agli allenamenti, e ci puoi parlare: la società è una componente importante”. “Qui bisogna entrare in punta di piedi – aggiunge Sarri – e cominciare piano piano a cambiare le cose che per te non vanno, non puoi farlo di punto in bianco: secondo me sarebbe anche poco intelligente. Il Lione? Per un giorno non ci voglio pensare, spero solo di non perdere Paulo (Dybala, infortunatosi con la Sampdoria) per strada”. Infine una battuta: “cosa ho detto ai ragazzi nello spogliatoio? Che se avevano vinto con me, allora sono proprio forti”.
Chiusa la pratica scudetto, le ultime due giornate di campionato saranno uno sprint per la piazza d’onore fra Inter, Atalanta e Lazio. Il lievissimo vantaggio interista (un punto) dà poche garanzie, visto che la squadra di Conte dovrà affrontare il Napoli e vedersela poi nello scontro diretto con l’Atalanta.
Sempre questa sera la caccia al secondo posto dell’Atalanta passa per il Tardini, dove gioca da favorita,
Ancora meno problemi dovrebbe avere la Lazio, che mercoledì ospita il Brescia. Uno dei motivi della gara sarà la caccia al gol da parte di Immobile, impegnato per il titolo di capocannoniere, Scarpa d’Oro, record di gol in un campionato di A. La doppietta che permetterebbe al numero 17 biancoceleste di raggiungere i 36 gol messi
“Mancano due partite e tre gol per il record di Higuain, è un po’ complicato. Gli altri sono più facili, vogliamo arrivare al secondo o al terzo posto. Il siparietto con Luis Alberto? Sapevo che anche lui ha obiettivi da raggiungere, ma alla fine l’ho tirato io perché manca poco per il titolo di capocannoniere e per la Scarpa d’oro. Sono davvero soddisfatto, devo ringraziare i miei compagni”. Così Ciro Immobile, mattatore di Verona-Lazio. Ora stiamo bene fisicamente, anche se con il caldo è complicato, ma abbiamo recuperato gli infortunati e ci danno una mano. La Lazio ha voltato pagina, e lo ha fatto alla grande”
Tra le altre, la Juve va a Cagliari ovviamente da favorita anche se i festeggiamenti e la futura Champions potrebbero “rilassare” i ragazzi di Sarri.
La Roma può blindare il quinto posto con una vittoria sul Torino:. Motivazioni diverse in Sassuolo-Genoa ed Udinese-Lecce dove ci si gioca la salvezza.
A proposito della Roma non si spengono le polemiche per il secondo rigore avuto dai giallorossi contro la Fiorentina che ha scatenato le ire della Fiorentina con tanto di bestemmie che Sky non ha avuto la sensibilità di censurare.
L’arbitro ha commesso un grave errore tecnico che in tempi meno intricati avrebbe anche potuto portare alla ripetizione della partita ma nel post-covid non sarà così!
“ L’episodio finale ci ha lasciato con l’amaro in bocca perché c’è stato un tocco che l’arbitro avrebbe dovuto ravvisare. L’ha toccata lui e doveva scodellare il pallone. Non vado a discutere in sé e per sé il rigore. Ma c’è stato un tocco dell’arbitro, l’ha deviata in favore del giocatore che ha calciato e doveva scodellarla già lì”.
Intervistato da Sky Sport, l’allenatore della Fiorentina Beppe Iachini parla dell’azione che ha portato al secondo rigore contro la sua squadra, battuta 2-1 dalla Roma. “Per me l’azione doveva essere fermata prima – dice ancora il tecnico della Viola -. Ho chiesto di rivedere l’episodio con il Var, avevo visto questo episodio da lontano. Volevo rimarcare questo, oltre il rigore. E’ lo sviluppo dell’azione che mi crea qualche dubbio”.
C’era attesa per la sfida tra Milan ed Atalanta e l’incontro non ha tradito le attese.
Botta e risposta nel primo tempo e le due squadre più in forma del momento si dividono la posta in palio. Il pareggio di San Siro (1-1) tra Milan e Atalanta, che ha aperto non è servita al Milan per superare la Roma e nemmeno alla Dea, con Gasperini – squalificato – che desiderava blindare in fretta il secondo posto considerando lo scontro diretto con l’Inter in programma per l’ultima giornata. Zapata ha risposto a Calhanoglu, in mezzo un rigore sbagliato da Malinovskyi, tutto intorno una partita sempre viva giocata a viso aperto da due formazioni che non si sono risparmiate, nonostante le scelte ridotte all’osso per le assenze.
Una buona partita per l’Inter che va a prendersi il secondo posto,. Sono 76 infatti i punti dei milanesi adesso, a +1 sui bergamaschi e a -6 dalla Juventus. Non è ancora salvo invece il Genoa che cade a Marassi per 0-3 sotto i colpo di Lukaku (doppietta) e Sanchez.
La Lazio recupera alcuni dei i suoi giocatori infortunati e riprende a stupire. La squadra di Simone Inzaghi prima giochicchia per un tempo, sotto ritmo e con poca intensità, poi cambia marcia trascinata dal suo centravanti e dilaga al ‘Bentegodi’, imponendosi per 5-1. Un successo largo che consente ai biancocelesti, già sicuri del quarto posto che vale la Champions League (se Roma e Napoli non vincono le coppe europee), di agganciare l’Atalanta sulla terza poltrona, appena un punto dietro l’Inter (a quota 76). Si allunga la striscia senza vittorie del Verona (sette gare), che comunque per un’ora non ha demeritato: i gialloblù, che ormai hanno poco da chiedere a questo torneo, sono noni a quota 46 al pari del Bologna.
Bologna che ha battuto il Lecce portandolo sul baratro della retrocessione. Due partite una per tempo, per vedere il Bologna superare il primato di punti realizzati nell’era Saputo (45) e accompagnare mestamente il Lecce alla sconfitta. Immeritata, ma il Lecce ha la colpa di mettersi a giocare dopo una sciagurata partenza che l’ha vista andare sotto di due reti in pochi minuti. Ora per la salvezza servono 6 punti in due partite e potrebbero non bastare.
Il finale spetta all’Udinese che si assicura un’altra salvezza con un’altra bella impresa. vincere a Cagliari. A decidere il match della Sardegna Arena è Stefano Okaka, a segno dopo appena 2 minuti. I friulani erano sicuri della permanenza nella massima serie già prima di scendere in campo, grazie alla sconfitta del Lecce a Bologna.