Calcio – La Juventus saluta la Champions League

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Calcio – Proprio come nella passata stagione la Juventus esce dalla Champions League tra mille rimpianti. Lo scorso anno era stato il Lione, quest’anno il Porto; come lo scorso anno la partita di andata era stata persa ed era necessario recuperare ma anche quest’anno nulla da fare e, anche quest’anno Ronaldo “non pervenuto”.

Cos’ la Juve dopo aver giocato oltre 70’ in 11 contro 10 per l’espulsione di Tarem la scia la competizione più ambita. Un Chiesa in grande spolvero con una doppietta replica al rigore iniziale di Sergio Oliveira che, però al 115’ realizza il gol-qualificazione su punizione. Inutile rete nel finale di Rabiot. Palo di Chiesa, traversa di Cuadrado sul 2-1.
All’inizio della partita Pirlo si è giovatodei recuperi di Bonucci e Arthur, messi a formare la spina dorsale della squadra assieme al rientrante Ronaldo. Poi ha confermato Chiesa a sinistra preferendo Ramsey a Kulusevski sulla destra. Sul fronte opposto Conceiçao ha risposto andando sul sicuro riproponendo modulo (4-4-2) e uomini dell’andata con Pepe, recuperato in extremis, al centro della difesa.

La Juve in avvio si è divorata subito una ghiotta occasione con Morata ma soprattutto ha sofferto gli alti ritmi imposti dal Porto. I lusitani hanno risposto colpo su colpo rendendosi pericolosissimi con Taremi che prima ha graziato Szczesny da pochi passi e poi, sulla respinta, ha colpito di testa l’incrocio dei pali.
Al 19esimo l’ingenuità che è costata cara alla Juventus: Demiral è infatti è intervenuto da dietro su Taremi, spalle alla porta, e ha indotto Kuipers a indicare il dischetto. Sergio Oliveira ha ringraziato e ha spiazzato Szczesny. Sulle ali dell’entusiasmo i ‘dragoes’ hanno insistito calciando altre quattro volte dalle parti del portiere bianconero con Corona, Otavio, Zaidu e lo stesso Oliveira. Solo dopo il 26’, la Juve ha preso possesso del centrocampo ma la sua manovra non è riuscita a creare grossi pericoli per l’attenta retroguardia biancoblu.
La Juventus nella seconda parte della gara è rientrata in campo determinata e Ronaldo scattato sul filo del fuorigioco su un lancio lungo ha addomesticato un pallone per Chiesa che con bel tiro di destro in diagonale ha infilato l’incrocio.

Il Porto si è innervosito e a farne le spese è stato Taremi che ha rimedito ingenuamente due gialli nel giro di 1’, il secondo buttando via una palla dopo un fallo commesso da Marega. La Juve ha ringraziato e, dopo un clamoroso palo colpito a porta vuota da Chiesa, pressato in scivolata da Pepe, ha trovato il 2-1: Cuadrado dalla trequarti destra ha crossato per Chiesa che di testa ha insaccato. Sembrava ci fossero tutti i presupposti per un trionfo eppure, prima Ronaldo di testa non ha trovato lo specchio da buona posizione poi Chiesa, andato via in area a Corona, ha calciato addosso a Marchesin, quindi Morata ha segnato ma in millimetrico fuorigioco infine Cuadrado con un gran sinistro al 93esimo minuto ha centrato in pieno la traversa ( e questo è stato il segnale che la partita stava girando verso il Portogallo).
Ai supplementari la Juve ha accusato la stanchezza e per poco Marega, con un colpo di testa da pochi passi non l’ha beffata. Pirlo è corso ai ripari rivedendo il centrocampo con l’ingresso di due esterni (Bernardeschi e Kulusevski) e lo spostamento in mezzo di McKennie per Arthur ma la Juve, oltre tanta buona volontà, non è andata ed a tratti è apparsa in affanno
Al minuto 115’la beffa: su una punizione Sergio Oliveira ha provato la botta rasoterra, la palla, passata sotto le gambe di Ronaldo (cosa che non doveva avvenire per nessun motgivo), ha battuto sulla destra Szczesny che l’ha deviata sul palo ma poi l’ha vista beffardamente entrare in porta.
La Juve con le ultime energie ha tentato il tutto per tutto e subito dopo ha segnato il 3-2 con Rabiot di testa su angolo di Bernardeschi. Inutile il tentato assalto finale ancora una volta la Champions resta una chimera.

PIRLO
Andrea Pirlo è amareggiato per l’eliminazione: “Abbiamo commesso quattro errori in due partite: sono tanti. Ai ragazzi ho poco da rimproverare sul piano dell’impegno: hanno dato il massimo. Approccio sbagliato? No, eravamo partiti meglio di loro: non abbiamo segnato nell’occasione di Morata poi abbiamo concesso il rigore. Dopo ci siamo ricompattati, ci siamo rimessi a giocare e nel secondo tempo abbiamo fatto la gara che dovevamo fare. Con l’uomo in più potevamo far meglio? Secondo me abbiamo fatto quello che dovevamo: potevamo solo allargare il gioco più possibile e tentare di riempiere bene l’area. Purtroppo degli episodi ci sono stati fatali”.
Indice puntato soprattutto sulla disposizione della barriera in occasione del 2-2 di Sergio Oliveira: “La scelta degli uomini in barriera la faccio io. Non mi era mai successo di vedere qualcuno girarsi (Morata e Ronaldo, ndr)…. Forse pensavano che il tiro non fosse pericoloso… E’ stato fatto un errore e lo abbiamo pagato…”

CUADRADO
Juan Cuadrado guarda avanti: “ Sono orgoglioso della squadra e della voglia che ha dimostrato in campo, dobbiamo mantenerla in campionato Secondo me abbiamo iniziato bene, poi nel secondo tempo siamo usciti dagli spogliatoi con la voglia di vincere. Purtroppo non è andata bene. L’incrocio dei pali? Ho pensato al gol con l’Atletico, ma questa volta c’è girata male. Questo è il calcio: adesso dobbiamo rialzare la testa. Anche alle grandi squadre capitano queste cose”.

CHIESA
Federico Chiesa non ha dubbi: “Non mi porto a casa nulla di positivo, volevo passare e c’è grande rammarico e tristezza. Meritavamo di passare per quello che abbiamo prodotto ma alla fine abbiamo sbagliato e ora c’è da lavorare e pensare al campionato. Il campionato è molto duro, tante squadre stano facendo bene ma io credo ancora allo scudetto come tutta la squadra. Da questa eliminazione ne verremo fuori con una grande prestazione a Cagliari. Dobbiamo dimostrare che la Juventus non molla mai”.

BORUSSIA-SIVIGLIA 2.2

Nell’altra partita di UCL il Borussia pareggia con il Siviglia e conquista i quarti di finale.
Nel Siviglia di Julen Lopetegui a caccia di un’impresa proibitiva, non c’è il Papu Gomez.
Gioca un’altra vecchia conoscenza del nostro calcio, Ocampos. Non c’è neppure l’esperto Rakitic, il tecnico gli preferisce Oscar Rodriguez. Nel Borussia dei tanti assenti (Sancho, Guerrero, Reyna, Witsel, Akanji), Terzic ripropone Emre Can a fianco di Hummels in difesa. Dieci anni fa il Siviglia si impose al Westfalenstadion per 1 a 0. Quell’impresa, dopo il 3 a 2 dell’andata non basterebbe.
Per lunghi minuti il Dortmund non esce non dalla sua metacampo ma dalla sua trequarti, il ritmo è altissimo, le ali raddoppiate, la difesa altissima, c’è una siepe gialla tra il bersaglio e gli andalusi il cui piano partita è chiaro. Portarsi a metà dell’opera segnando subito.
Alla fine del primo tempo di cento palloni il Siviglia ne ha giocati 66. Eppure su un pallone recuperato sulla trequarti,
Dahoud serve Reus, solito scatto da sprinter della bandiera giallonera e cross dal fondo, Haaland è puntuale: tocco ravvicinato e palla in fondo al sacco. Uno a zero. Per il norvegese è il 29° gol in 30 gare stagionali disputate.
In avvio di ripresa, un tiro fuori di poco di Hazard e la lunga azione che porta prima a un gol segnato da Haaland dalla linea di fondo, poi comporta il controllo al Var, l’annullamento del gol. Ma non per spallata del norvegese a Fernando, in area, ma per una trattenuta in area di Koundè, lieve, sullo stesso Haaland.
Cakir è in vena di stupire, Haaland tira, Bono si allunga e smanaccia, ma l’arbitro turco ferma tutto, diversi secondi dopo, quando ormai si gioca a centrocampo.
Il rigore si ripete, Haaland tira nello stesso angolino, Bono non ci arriva d’un niente, 2 a 0. Il Siviglia a questo punto dovrebbe segnarne tre per andare ai supplementari. Ci prova. Ci pensa Emre Can a fare una sciocchezza, spingendo il neo entrato De Jong sotto gli occhi dell’arbitro. Rigore. En Nesyri scaraventa in porta il 2 a 1.
il Borussia sciupa una ripartenza 4 contro due, su palla persa dall’esausto Fernando. Così non anestetizza l’indiavolato ospite che al 95’ (il recupero è congruo viste le tante interruzioni) firma il meritato 2 a 2.
En Nesyri sale in cielo su cross di Navas e la mette sotto l’incrocio. Non basta per allungare la stagione di Champions ai suoi perchè anche qui l’arbitro ed il Var ci hanno messo molto del loro.
I tedeschi avanzano e si godono il loro talentuoso attaccante, per il Siviglia una grande delusione e tante recriminazioni ma un applauso per una grande prova di coraggio contro la corazzata tedesca.




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