Calcio – Una Juventus concreta sconfigge una buona ma sterile Roma

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Calcio – Nel big-match dell’8a giornata di Serie A, la Juve batte 1-0 la Roma, conquista la quarta vittoria di fila e si rilancia nelle zone alte della classifica. La sfida dell’Allianz Stadium è decisa da un gol di testa di Kean che impatta involontariamente un altro colpo di testa di Bentancur al 16′. I giallorossi hanno la ghiotta occasione per pareggiare al 44′, ma Veretout si fa parare da Szczesny il calcio di rigore (44′) assegnato da Orsato.

Un rigore ed un’azione ricca di contestazioni, errori ma anche falli. Si comincia con un errore di Chiellini che apre la strada a Mkhitaryan, poi c’è Danilo che interviene su Abraham e sembra fallo, invece prende la palla. A questo punto, il guardalinee sbandiera un fuorigioco dell’armeno: errore, perché il pallone gliel’aveva “passato” Danilo, rimettendolo dunque in gioco.  Quindi il portiere bianconero Szczesny esca a valanga su Mkhitaryan, atterrandolo: è rigore, non espulsione ma ammonizione, come Orsato deciderà.

L’arbitro Orsato fischia!| L’azione è ferma eppur si muove, e Mkhitaryan in caduta passa la palla ad Abraham che segna. Peccato che quell’assist avvenga con la mano: fallo a gioco fermo.

“Mettetevi nei miei panni, c’era il guardaline con la bandierina alzata, c’è fallo, io fischio, poi la palla a gioco fermo finisce in rete. E se non fischio? Sul rigore il vantaggio non c’è. Poi sbagli il rigore e dai la colpa a me”, spiegherà Orsato a Cristante nel tunnel all’intervallo, intercettato dai microfoni.

La fretta dell’arbitro, che non permette di vedere il finale della storia, non cambia il cuore dell’evento: il rigore c’era, il gol della Roma no. A seguire la scena di Veretout che litiga con Abraham per chi debba tirare. E poi Szczesny, terzo rigore parato sugli ultimi sei, che respinge il rigore di Veretout, colui che dal dischetto non fallisce mai e stavolta invece sì.  Che non abbia pesato sulla concentrazione la “discussione” con il compagno di squadra?

LA PARTITA
Allegri ritrova la sua Juve cinica e con quella dose di fortuna che non guasta mai e lancia un chiaro messaggio al campionato: i bianconeri sono vivi più che mai e non molleranno fino alle fine, anche se il distacco dal Napoli è ancora ampio (-10). Mourinho, dopo il derby, incassa un’altra sconfitta pesante. A dirla tutta meritava il pareggio la Roma, che ha pagato a caro prezzo gli errori e la sterilità sotto porta.

Allegri schiera un 3-5-2 con Cuadrado e De Sciglio sugli esterni e la coppia Kean-Chiesa davanti. Mou recupera Abraham e l’inglese guida l’attacco con alle spalle il terzetto composto da Zaniolo, Pellegrini e Mkhitaryan. In difesa Vina vince il ballottaggio con Calafiori. Partono meglio i giallorossi, che impegnano Szczesny con un colpo di testa di Mancini (6′) e due minuti dopo Chiellini devia sopra la traversa la conclusione di Pellegrini. Al primo affondo la Juve passa: perfetto il cross di De Sciglio sul secondo palo, colpo di testa di Bentancur che colpisce Kean e fa secco Rui Patricio. Per Mourinho piove sul bagnato quando pochi minuti dopo Zaniolo è costretto ad alzare bandiera bianca: al suo posto El Shaarawy. I bianconeri si difendono con ordine, ma una leggerezza di Chiellini in uscita rischia di costare carissima: Abraham si invola, Danilo gli toglie il pallone in scivolata che arriva a Mkhitaryan steso da Szczesny, poi l’inglese segna ma Orsato aveva già assegnato il rigore. Il guardalinee segnala il fuorigioco dell’armeno, ma il Var conferma la massima punizione perché il tocco di Danilo lo ha rimesso in gioco. Abraham e Veretout si contendono la conclusione, alla fine sul dischetto va il francese che si fa ipnotizzare da Szczesny (44′).

La ripresa si apre con il gesto tecnico più bello e più brutto della serata, la rovesciata di Bernardeschi non trattenuta da Rui Patricio e la conclusione alle stelle di Kean da pochi passi. Con il passare dei minuti la battaglia si fa sempre più aspra, le ammonizioni fioccano (alla fine saranno 8) non come le occasioni. La migliore per i capitolini capita sui piedi di Vina, il cui tiro a botta sicura dopo un fantastico slalom è deviato quel che basta da Chiellini che evita il gol. Mou si gioca anche la carta Shomurodov, ma il muro bianconero non crolla e non viene nemmeno scalfito. Lo Special One torna a casa senza punti dopo una gara alla pari, Allegri gode per aver ritrovato, se non il gioco, almeno lo spirito della squadra che ha vinto 8 scudetti di fila. Ed il prossimo turno metterà di fronte Roma-Napoli ed Inter-Juventus.

Mourinho

Commenta così ai microfoni di Dazn Jose Mourinho, amareggiato per la sconfitta della sua squadra in casa della Juventus. L’allenatore della Roma vuole concentrarsi soltanto sugli aspetti positivi: “Voglio isolarmi da questo episodio e concentrarmi su quel che la mia squadra ha fatto. Ovviamente parliamo di una sconfitta, ma posso solo dire grande Roma sotto ogni aspetto. Complimenti ai miei, a tutti i giocatori che hanno giocato con qualche difficoltà. Abbiamo giocate con concentrazione, fiducia e coraggio”. Mourinho ha anche spiegato cosa è successo tra Abraham Veretout al momento del rigore: “Abraham è un ragazzo coraggioso, noi abbiamo chiaramente una gerarchia, il primo rigorista è Veretout, il secondo è Pellegrini e il terzo è Abraham. Ma se un giocatore vuole tirare possono decidere loro, per me non è un problema”.

Allegri

Diverso l’umore per Massimiliano Allegri che può festeggiare la quinta vittoria consecutiva tra campionato e coppa. L’allenatore ha commentato così il trionfo: “E’ un bel risultato, per la terza volta non abbiamo subito gol contro una squadra fisica e tecnica come la Roma. Bisogna ancora crescere e far meglio vicino all’area di rigore. Abbiamo tanti giocatori da contropiede, quando giochiamo la palla invece di addormentiamo un pochino. Abbiamo dato un altro colpetto alla classifica, adesso testa alla Champions. Stasera mancava Morata, De Ligt, Dybala e Rabiot ma quelli che sono andati in campo hanno fatto bene. Bene lo spirito, è normale che bisogna ancora migliorare. La fase di palleggio è migliore, bisogna saper accelerare”.




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