Johan Cruijff campione indimenticabile

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Cruijff- In queste ore ricorre la nascita di un grande campione del calcio olandese ed internazionale. Una vera leggenda che tanto ha lasciato nel mondo del pallone e nei ricordi dei suoi appassionati.

Johan Cruijff, all’anagrafe Hendrik Johannes Cruijff, nasce il 25 aprile del 1947 ad Amsterdam, capitale dell’Olanda. Figlio di Manus Cruijff e Nel Draaijer i quali si erano trasferiti in via Tuinbouwstraat, dove avevano acquistato una abitazione popolare con un negozio di frutta e verdura, Johan passa l’infanzia giocando al calcio per le vie della città e dando mostra delle sue doti già a cinque anni.

Alla morte del padre per un attacco cardiaco, la madre vende il negozio e inizia a lavorare come commessa nello stadio dell’Ajax, forse un segno del destino. Intanto Johan, scartato dal servizio militare per piedi piatti, inizia la sua carriera da calciatore nelle giovanili dei lancieri, dove diviene una promessa per tutto il calcio mondiale. In quel periodo conosce anche la futura moglie, Danny Coster, modella e figlia di un noto imprenditore olandese, che sposa nel 1968, e con la quale mette al mondo tre figli (uno di questi, Jordi, diviene anch’egli giocatore del Barcellona).

Quel numero 14 cucito sulla maglia farà dell’Ajax e dell’Olanda la storia del calcio mondiale.

Cruijff ha sempre avuto delle qualità tecniche indiscutibili al di là delle sue cifre. A metà strada tra un attaccante e un trequartista, dal dribbling estremamente essenziale ed efficace. Era ambidestro, potente e allo stesso tempo elegante nelle sue giocate. Con il gioco totale olandese riusciva ad unire coralità di squadra ed individualità. La corsa non è mai stata mai il suo forte, tanto che in un’intervista passata alla storia, dichiara:

OGNI ALLENATORE PARLA DI MOVIMENTO, DICE DI CORRERE SEMPRE. IO DICO: NON CORRETE MOLTO. IL CALCIO È UN GIOCO IN CUI SI GIOCA CON IL CERVELLO. BISOGNA TROVARSI NEL POSTO GIUSTO NEL MOMENTO GIUSTO, NÉ TROPPO TARDI, NÉ TROPPO PRESTO.

Johan cruijff ajax

Proprio dall’Ajax inizia la sua carriera leggendaria nel lontano 1964. Lì dove metterà a segno ben 190 gol in 239 partite. Ben presto il mondo si rende conto di avere a che fare con un calciatore a tutto estro, in grado di coprire anche più ruoli in campo.

Gli anni 60/70 sono gli anni di un movimento calcistico rinnovato di cui Johan Cruijff è parte integrante e attiva. Il cosiddetto “calcio totale” di quella squadra allenata da Rinus Michels riscalda il cuore e infiamma i desideri dei fan, producendo dal 1964 al 1973 6 campionati vinti, 3 Coppe dei Campioni, 1 Coppa Intercontinentale e 2 Supercoppe UEFA.

Johan cruijff ajax

Un tipo di gioco innovativo trasposto successivamente alla grande Olanda.

Un calcio che il compagno di squadra di Johan, Barry Hulshoff, spiega così in una dichiarazione fatta ai media:

“Discutevamo di spazio per tutto il tempo. Cruijff spiegava sempre dove i compagni avrebbero dovuto correre, dove rimanere fermi, dove non si sarebbero dovuti muovere.

Si trattava di creare spazio ed entrare nello spazio. È una sorta di architettura sul campo. Parlavamo sempre di velocità della palla, spazio e tempo.

Dove c’è più spazio? Dov’è il calciatore che ha più tempo a disposizione?

È lì che dobbiamo giocare il pallone. Ogni giocatore doveva capire l’intera geometria di tutto il campo e il sistema nel suo complesso”.

 

Cruijff al Barcellona

Il 1973 segna la svolta nella carriera dell’olandese. Abbandonato “il giardino di casa” dell’Ajax, si concretizza il suo passaggio al Barcellona che bruciò sul tempo il Real Madrid. La squadra blaugrana vince il campionato della Liga a 14 anni di distanza dall’ultima volta. Cruijff diventa l’”Olandese volante” nel momento in cui segna un gran gol di rovesciata e di tacco all’Atletico Madrid.

Dopo 48 gol in 143 partite e tanti successi di squadra, il ragazzo venuto da Amsterdam prende una decisione scioccante nel 1978: vuole ritirarsi! Nulla di strano se non fosse che ha 31 anni e potrebbe ancora dare tanto al calcio.

crujiff barcellona

La carriera negli USA

Il suo ritiro sembra segnato, salvo 3 anni dopo ritornare sulla sua scelta originale e riprendere l’attività agonistica. Lo fa sfruttando una squadra della Lega americana, i Los Angeles Aztecs. L’anno successivo indossa invece la maglia dei Washington Diplomats.

È tempo poi di lasciare gli USA per approdare al Levante nel 1981, squadra della seconda categoria spagnola.

Nel 1983 Cruijff decide che è il momento di tornare a casa, nella sua Ajax, per poi vestire la maglia del Feyenoord ormai a fine carriera. Nonostante la parabola apparentemente discendente, riuscì comunque a totalizzare un numero di reti più che soddisfacente (25 gol totali in circa 69 partite disputate). Vinse 2 campionati e 1 coppa con l’Ajax e 1 Coppa d’Olanda con il Feyenoord.

CATALANO NEL CUORE

A Barcellona gli hanno persino dedicato una statua in suo onore. Un senso di appartenenza vero e proprio esplicato sul campo. Tra il 1973 e il 1976 ha persino indossato i colori della Nazionale catalana, guidata da allenatore successivamente dal 2009 al 2013, contestualmente a quella olandese.

Un’eleganza sopraffina condensata tutta in un giocatore che non a caso ha conquistato 3 palloni d’oro nella sua carriera, precisamente negli anni 1971, 1973 e 1974. Fu il primo in assoluto a riuscirci tra tutti i campioni passati per il grande calcio. Ciò, ma non solo, gli valse il riconoscimento di migliore calciatore del XX secolo dopo Pelé, tanto da farlo soprannominare “Il Pelè bianco“.

Cruijff al Milan per una sola volta

Il “Pelé bianco”, così come amava definirlo il buon Gianni Brera, ha rischiato seriamente di giocare in Italia. E con una squadra italiana ci ha anche giocato, seppur per una sola volta. Accadde il 16 giugno del 1981. Era una partita di Coppa Super Clubs tra Feyenoord e Milan, nella quale lui giocò tra le fila dei rossoneri.

Un match durante il quale apparve in precarie condizioni fisiche, il che ne pregiudicò concretamente il passaggio in rossonero. Ancora prima, nel 1968, Johan Cruijff era stato opzionato dalla Juve dell’avvocato Agnelli, ma anche in quel caso non si concretizzò nulla perché esisteva a quei tempi il blocco delle frontiere italiane.

crujiff milan

L’Olanda versione “Arancia meccanica”

Oltre alle squadre di club, il marchio vincente di Johan Cruijff è associato in maniera indelebile e indiscutibile alla grande Olanda degli anni ’70.

Quella nazionale che, pur non vincendo praticamente nulla, raggiunse risultati di gioco e stile che la consacrarono di diritto nell’olimpo del calcio mondiale.

I 2 mondiali persi del 1974 e del 1978 non intaccano in alcun modo il ricordo di quella nazionale che ha rivoluzionato in un certo senso il gioco del calcio e il modo di concepirlo. C’è da dire, però, che Crujiff partecipò solo ad 1 dei 2 mondiali. A quello argentino del ‘78, infatti, non vi partecipò per minacce subite da lui e dalla sua famiglia.

Pressing, sovrapposizioni, difesa a zona: tecnicismi resi universali dal cosiddetto “calcio totale” olandese. Precursori del tiki taka moderno, gli Orange misero in mostra un calcio basato sulla velocità, sulla tecnica e l’interscambiabilità dei ruoli, in piena contrapposizione, ad esempio, al calcio italiano fatto di catenaccio e rispetto delle posizioni. Il concetto di calcio totale si concretizza nella partecipazione di tutti i giocatori in egual modo sia alla fase difensiva che a quella offensiva. Una rivoluzione culturale che coinvolge anche il modo di preparare una partita, considerando che durante i ritiri prima della gara erano ammesse anche mogli e fidanzate dei calciatori, una novità di non poco conto all’epoca.

Possiamo dire che la concezione del calcio come arte e come genialità nasce dapprima nell’Ajax di Johan Cruijff e successivamente trasposta anche all’Olanda. Un’armonia tra i reparti intrisa di geometria nelle linee di gioco e fluidità di manovra.

Johan Cruijff allenatore

In veste di allenatore, ha allenato l’Ajax (lanciando tra gli altri il talento di Marco Van Basten) e successivamente il Barcellona, che ha portato invece a vincere 4 campionati, 1 Coppa delle Coppe e 1 Coppa dei Campioni (contro la Sampdoria), oltre alla creazione di un modello societario e tecnico diventato, poi, modello da seguire negli anni.

Johan Cruijff

Cruijff scomparsa

Johan, considerato uno dei migliori giocatori della storia del calcio, venuto a mancare il 24 marzo 2016 (aveva 68 anni)per un tumore polmonare (che aveva annunciato lui stesso di avere qualche mese prima), ha voluto lasciare un segno, non solo in campo ma anche nella vita.

Alla sua morte lo stadio dell’Ajax è stato dedicato a lui ed oggi prende il suo nome.




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