La Lazio pallanuoto ed il comune di Roma: un dissidio che mette a rischio lo sport

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Lazio – Lo sport è vita, lo sport è salute, lo sport è anche famiglia.

In queste ore, emergono delle grandi difficoltà per la Lazio Pallanuoto e l’impianto capitolino nella quale la compagine laziale si allena e mi  sembra giusto condividere un allarme che va a toccare lo sport capitolino ma che può essere un esempio delle difficoltà in cui vivono gli sport minori, quelle amati di più dalle famiglie e dai giovani.

Ecco le parole della società: “Una procedura amministrativa ha messo a bando la piscina di Via Giustiniano Imperatore di Roma, da 33 anni gestita dalla S.S. Lazio Nuoto, un’eccellenza del nostro territorio, certezza per le famiglie, punta di diamante per uno sport pulito e di alto livello tecnico.

In queste acque hanno imparato a nuotare e a conoscere i valori dello sport generazioni di cittadini della Garbatella, bambini, donne in gravidanza, anziani, disabili.

Qui sono cresciuti campioni olimpici, mondiali, europei e italiani, di nuoto e di pallanuoto.

Un modello organizzativo e sportivo rivolto al sociale e al grande sport, dove tutti i proventi servono per finanziare l’attività dei ragazzi e per pagare istruttori e personale superqualificati.

Nemmeno un euro finisce nelle tasche di privati.

Tutti questi valori sono considerati poco o nulla nel nuovo bando del Comune, fatto su misura per chi, magari senza esperienza, organizza lo sport solo per guadagnarci.

Il Comune per primo dovrebbe avere a cuore la tutela della qualità dei servizi ai cittadini!

Perdere questo patrimonio e questa fonte di risorse per la Lazio Nuoto potrebbe voler dire rinunciare all’attività agonistica della pallanuoto (serie A1), del nuoto (numerosi titoli nazionali) e del nuoto paralimpico (seconda società in Italia).

Mobilitiamoci per scongiurare che la speculazione entri nello sport pubblico e che il nostro territorio sia privato dell’orgoglio di ospitare un presidio sportivo e sociale e un sodalizio storico che da così tanti anni contribuiscono al futuro dei nostri giovani e alla qualità della vita di tutti noi che crediamo nei valori e nella forza inesauribile dello Sport.

Sabato 2 marzo, alle ore 11, tutti al Campidoglio per un sit in di protesta e per chiedere un incontro con la Sindaca della Città.

Ecco  la sintesi della situazione nella lettera al comune: Egregio Assessore, caro Daniele,

anzitutto ti ringrazio per le parole gentili e di incoraggiamento che mi hai voluto indirizzare con la tua mail.

Sono le parole del titolare della politica sportiva della nostra Città quindi meritano considerazione e rispetto, indipendentemente dalla delicatezza di alcuni passaggi di cui credo sia giusto parlare.

Entrando nel vivo della questione, dopo la circolare della Commissione Sport del 23 luglio u.s., oggetto “Procedure standard e rispetto dei tempi”, il presidente Angelo Diario mi ha molto cortesemente illustrato, nell’appuntamento del 2 agosto successivo, l’adottabilità, per la piscina di Via Giustiniano Imperatore, del modello “partenariato pubblico privato”, ex art. 15, precisando che erano abbondantemente scaduti i termini per l’art. 22 e che, in linea di massima, sarebbero intercorsi circa 2 anni prima del nuovo bando sulla piscina.

Non ho avuto alcun dubbio sulla credibilità di tale intervallo di tempo perché, prima della nostra, sono già scadute altre 39 concessioni e più precisamente, 1 di esse è già scaduta da 2 anni, 8 da 3 anni, 9 da 4 anni, 5 da 5 anni, 4 da 6 anni, 6 da 7 anni, 4 da 8 anni e 2 da 9 anni.

Nessuna di queste concessioni scadute è andata ancora a bando.

Per questo lo shock del 16 u.s. quando, in piena fase di avanzamento del percorso, complesso e costoso (più di 500.000 €) del PPP, abbiamo appreso che era stata messa a bando solo la piscina di Via Giustiniano Imperatore.

Dalla tua mail del 21 u.s. ho anche colto che la relativa determina è stata comunicata sin dalla seduta pubblica della Commissione Sport del 7 novembre (di cui peraltro non ero né potevo essere a conoscenza), dal che l’incredibile record di 48 giorni tra scadenza della concessione e bando.

Diciamoci la verità, come è possibile non nutrire dubbi?

Con quali parole potrò spiegare che non c’è stato accanimento ai nostri collaboratori più stretti, ai tecnici, agli atleti e a tutti coloro che ruotano attorno al sodalizio, che ci lavorano, che vi praticano sport, che lo seguono, che lo amano e che ogni giorno danno il loro contributo per tramandarne i valori?

Condivido pienamente le tue parole sui Regolamenti che devono “premiare lo sport e tutelare cittadini e concessionari virtuosi”.

Nutro tuttavia forti dubbi che il bando della piscina di Via Giustiniano Imperatore assolva a tale compito.

La storia di S.S. Lazio Nuoto parla da sola: 119 anni di Grande Sport che hanno reso i nostri colori parte significativa dello spaccato sportivo e sociale dell’ultimo secolo di Roma.

Nei nostri 33 anni in Via Villa di Lucina, prima e in Via Giustiniano Imperatore, poi, abbiamo creato un polo d’eccellenza, con un successo popolare riconosciuto da tutti, anche dall’Università di Scienze Motorie che, in una ricerca sul livello di soddisfazione del cittadino tra tutti gli impianti sportivi comunali, ha accertato il nostro sodalizio come il numero uno in assoluto.

Abbiamo creato un vivaio da cui hanno spiccato il volo Top Player di assoluto valore internazionale come i pallanuotisti Massimiliano Ferretti (1 Oro Olimpico, 1 Oro e 1 Argento Mondiali e 2 Ori e 2 Bronzi Europei), Niccolò Gitto (1 Oro Mondiale, 1 Argento e 1 Bronzo Olimpici e 1 Argento Europeo) e Nicolas Presciutti (1 Bronzo Olimpico) o come Manuela Melchiorri che da sola ha conquistato 22 Titoli Nazionali Individuali di nuoto. Nostri Tecnici come Pierluigi Formiconi e Gianfranco Saini, chiamati a dirigere Squadre Nazionali di Pallanuoto e di Nuoto, hanno veicolato alla Fin: 1 Oro Olimpico, 2 Mondiali e 4 Europei oltre a 1 Argento Mondiale e 1 Europeo nella Pallanuoto Femminile e, nel Nuoto, 5 Ori Olimpici, 13 Mondiali e 44 Europei; 3 Argenti Olimpici, 14 Mondiali e 44 Europei oltre a 8 Bronzi Olimpici, 14 Mondiali e 53 Europei.

I 33 anni alla Garbatella si sono riflessi anche in 1 Scudetto Assoluto di Società di Nuoto, 7 Scudetti Giovanili di Pallanuoto, innumerevoli presenze nelle Squadre Nazionali e nei podi dei Campionati Italiani, sia al livello individuale che di Società, sia Assoluto che Giovanile, di Nuoto e di Pallanuoto.

Ci siamo appassionati all’area della disabilità e delle categorie disagiate e, oltre a intense collaborazioni con l’VIII Municipio e con istituzioni specializzate, abbiamo dato impulso a una squadra di Nuoto Paralimpico, che quest’anno è giunta seconda al Campionato Italiano di Società, aggiudicandosi la Coppa Italia femminile e il 2° posto in quella maschile.

La nostra squadra di pallanuoto, attualmente al centro classifica del Campionato di A1, è l’unica costituita di soli giocatori della propria città.

Siamo insigniti di Collare d’Oro e di Stella d’Oro al Merito Sportivo.

Abbiamo 45 persone che lavorano per noi, 7 delle quali con contrato di lavoro dipendente a tempo indeterminato.

La capitalizzazione del valore commerciale del nostro avviamento dell’impianto ne ha moltiplicato l’appetibilità  e varrà al Comune almeno la quadruplicazione dell’attuale profitto.

Le architette del Dipartimento Sport che, per 3 giorni, hanno scandagliato in lungo e in largo l’impianto per accertane lo stato di mantenimento e di conduzione, hanno solamente elogiato la nostra gestione, riconoscendola di gran lunga come la migliore tra le tante sino allora valutate.

Non credo che in Italia ci siano molte altre realtà con queste credenziali.

Eppure tutti questi valori valgono zero per il bando di Via Giustiniano Imperatore.

I requisiti di capacità tecnica e professionale per accedervi, sono l’aver fatturato almeno 900.000 € nella gestione di una piscina (!?).

Dei 70/100 punti a disposizione dell’offerta tecnica solo 5 sono basati su elementi oggettivi (certificato di qualità), 37 sono affidati alle promesse del concorrente (manutenzione ordinaria, fasce orarie, incremento corsi e corsi dedicati, nuove attività fitness) e 28 (corsie per attività agonistica, esperienza, profilo professionale, comunicazione e fidelizzazione) non è chiaro se siano rivolte ai riscontri oggettivi del passato o alle buone intenzioni per il futuro.

Alla fine, vista l’inconsistenza meritocratica del criterio di misura dell’offerta tecnica, l’aggiudicazione della concessione arriderà a chi offre di più.

La competizione è il nostro pane quotidiano, siamo forgiati alla gara ma, nello sport, la regola è che vinca il migliore.

Non credo che potremo essere i migliori ad alzare l’offerta economica perché il nostro è un altro mestiere.

Sappiamo che ogni euro che spostiamo sul canone è un euro che togliamo al nostro modello di sport, alla sua proiezione sul sociale e alla nostra mission di “bottega” storica dello sport romano.

Non saremmo più S.S. Lazio Nuoto se, arresi a questa logica, finissimo per soffocare il respiro che, da così tanto tempo, alimenta l’inesauribile spinta del nostro sodalizio al bello e al ben fatto.

Anche se riuscissimo ad aggiudicarci il bando, i 6 anni di durata della concessione (perché a Via Taverna erano 10?) svanirebbero comunque in un batter d’occhio e ci riproietterebbero nel tritacarne di un nuovo bando, di ulteriori rialzi e di nuove penalizzazioni ai nostri standard.

La struttura del bando, per quanto di notevole spessore professionale, è starata rispetto all’identità no profit dell’autentico operatore sportivo e alla dimensione sociale da Terzo Settore della sua prospettiva, parendo più che altro ispirata a logiche commerciali e di business da Grandi Appalti, cui è fondamentalmente rivolto il D.Lgs. 50/2016.

La cauzione da 52.000 € per l’ammissione al bando ne è ulteriore conferma.

A noi, in caso di mancata aggiudicazione, lo sgradito compito di premiare i nostri 45 lavoratori eccellenti gettandoli sulla strada e il “regalino” di 250.000 € da pagare per il tfr dei 7 dipendenti.

Praticamente la rottamazione di un gioiello e la parola fine a una storia.

Non credo che tutto questo vada nella direzione da te giustamente evocata di premiare lo sport e tutelare i cittadini e i concessionari virtuosi. Non mi dilungo oltre e se avrai potuto leggere sino alla fine la mia mail, scusami per il tempo che ho sottratto ai tuoi tanti impegni.

So che ormai il procedimento è partito e non si può più fermare ma almeno abbiamo aperto un canale di comunicazione, che mi auguro avremo modo di approfondire nel tempo.

Per questo sarei comunque lieto di poterti incontrare.

Resto pertanto in attesa di tue cortesi comunicazioni e nel ringraziarti, ti saluto con grande cordialità.

 

Ecco la risposta su facebook dell’assessore Frongia: “Dispiace prendere atto della caduta di stile dei dirigenti di una delle società sportive più gloriose della Capitale.

La SS Lazio Nuoto ha avuto in gestione una piscina di proprietà comunale per oltre 30 anni, proroga dopo proroga, pagando un canone agevolato di 700 euro al mese.

Invece di mostrare gratitudine all’Amministrazione che le ha riservato un ottimo trattamento per un così lungo periodo, e senza provare un po’ di pudore nello sbandierare di aver ricevuto le chiavi di una piscina al prezzo di un monolocale, i dirigenti pubblicano un comunicato di protesta contro quella che definiscono una “assurda procedura amministrativa”.

Chissà cosa ha di tanto assurdo, a loro modo di vedere, la pubblicazione di un bando per affidare tramite una gara la gestione di un impianto sportivo comunale la cui concessione é scaduta.

Nel frattempo, sia chiaro, la società non solo non è stata sfrattata ma, pur essendo di fatto e di diritto nello status di occupante senza titolo, gli è stato consentito di proseguire tutte le attività allo stesso canone agevolato previsto nella concessione scaduta.

Consigliati malamente da qualche avvocato delle cause perse, i dirigenti della Lazio Nuoto hanno persino presentato un ricorso al Tar contro il bando, il cui esito è facilmente prevedibile.

Pur comprendendo che sia nelle ambizioni di qualsiasi società sportiva aspirare ad avere un proprio impianto privato (e questa amministrazione di certo non lo impedisce), per gli impianti pubblici non esiste altra strada della partecipazione a un bando. Buona fortuna dunque a tutti i partecipanti e che vinca il migliore. (Angelo Diario – Consigliere Assemblea Capitolina e Daniele Frongia.

Ecco la controrisposta della dirigenza laziale:Cari assessore Daniele Frongia e Presidente della Commissione Sport Angelo Diario, dopo il vostro post pubblicato su Facebook sento il dovere di replicare e non solo per i toni usati, non proprio consoni al ruolo istituzionale da voi ricoperto, ma anche per correggere alcune inesattezze.

Anzitutto va precisato che il comunicato oggetto delle vostre critiche non è stato preparato dalla Lazio Nuoto, seppur condiviso, ma dal Comitato di Quartiere sorto e cresciuto spontaneamente tra i frequentatori dell’impianto, in rivolta per il rischio che la Lazio Nuoto chiuda i battenti.

Sinora non abbiamo mai avuto problemi con il Comune di Roma, grati per la concessione della piscina, al canone sicuramente contenuto (non di 5oo o di 700 euro come sostenuto, bensì della somma comunque modica di euro 956,32/mese come da bollettino allegato) che ci ha consentito di perpetuare la missione storica del sodalizio.

Un canone basso che, è bene chiarire, non ha permesso di arricchire la Lazio Nuoto perché tutti i proventi dell’impianto sono stati sempre reinvestiti sul territorio, finanziando lo sport agonistico che in questa città, calcio a parte, come voi ben sapete, riesce a stento a sopravvivere.

Inoltre questa modalità, espressione delle precedenti politiche dell’Amministrazione, è valsa per tutti i concessionari, con il vincolo di una serie di servizi a favore della comunità. Noi abbiamo fatto di più e i risultati parlano da soli: bambini, giovani, mamme, anziani, un’intera comunità formatasi ai valori dello sport e guidata a una migliore qualità della vita. Quelli offerti al pubblico sono canoni sociali e stabiliti dalle tabelle del comune di Roma ma da noi nuotano gratis disabili con problemi psichici, studenti delle scuole di quartiere.

In più queste acque hanno mosso le prime bracciate medaglie olimpiche, mondiali, europee e nazionali. Abbiamo regalato un sorriso, a costo zero, agli invisibili, a coloro che dalla vita hanno ricevuto così poco. Per i diversamente abili ci siamo così tanto impegnati che la Lazio Nuoto è per il 2° anno medaglia d’argento nel Campionato Italiano di Società di Nuoto Paralimpico.

L’impianto è tenuto come un gioiello, elogiato persino dalle stesse architette del Dipartimento Sport incaricate di fare il pelo ai gestori delle strutture sportive del Comune. Siamo insigniti del Collare d’Oro e della Stella d’Oro del Coni al merito sportivo Siamo certificati ISO 9001:2015 per l’attività degli sport del nuoto e per la gestione di impianti sportivi complessi. Il Consiglio dell’VIII Municipio, all’unanimità, ha espresso una mozione a nostro sostegno. Tutto ciò è il risultato di un know how che nessuno possiede e della forza della gloriosa tradizione del sodalizio ma soprattutto della prerogativa di riversare tutti i proventi del nostro lavoro sull’eccellenza del servizio. Ribadiamo che neanche 1 euro finisce nelle nostre tasche. Per questo dispiace vederci associati, nel vostro post, a una sorta di speculatori.

Il nostro non è un caso di affittopoli, potremmo pagare canoni più alti ma sarebbero risorse sottratte al sociale e allo sport e non potremmo più chiamarci S.S. Lazio Nuoto. E’ questo l’interesse pubblico? L’esperienza della Garbatella chiarisce a tutti che la gente non la pensa così. La nostra gente chiede che il Comune garantisca la gestione migliore e non pensi solo agli introiti. La Lazio Nuoto gareggia da 119 anni e la sua ragione sociale è la competizione. Ma il bando va in altra direzione e a perderci non siamo solo noi, ma l’intera comunità, il comune stesso. Tutti i valori che noi rappresentiamo valgono zero, la meritocrazia è dimenticata. I 70 punti dell’offerta tecnica saranno attribuiti, con l’assoluta discrezionalità della commissione aggiudicatrice, su parametri poco attinenti alla qualità del servizio offerto e a quanto il candidato abbia dimostrato di saper fare, ma sulle sue promesse in caso di aggiudicazione. Un libro dei sogni. Alla fine vincerà chi offre di più. L’”assurda procedura amministrativa”, sostenuta dal Comitato di Quartiere e bacchettata dall’Assessore, non è davvero la doverosa messa a bando di un impianto sportivo con concessione scaduta. La critica è rivolta a “quel modello di bando”, sulla storica piscina della Garbatella, dopo meno di 3 mesi dalla scadenza della concessione, quando gli altri 76 impianti già scaduti erano in proroga chi da 7, chi da 9, il più vicino da più di 2 anni e quando, su indicazione del presidente Diario, stavamo lavorando a un project financing, con l’assicurazione di contare su almeno 2 anni prima che il nuovo bando fosse lanciato. Con il presidente Diario ho avuto peraltro un recente, civile incontro, nel quale ho preannunciato l’intenzione di un ricorso al Tar per numerosi profili di illegittimità ravvisati dai nostri legali nel bando. Pare pertanto incredibile l’attributo di “avvocato delle cause perse” al legale che ci assiste, avvocato in diritto amministrativo di primissimo piano che merita rispetto e che non sarà certo lieto di vedersi così qualificato. E’ infine incredibile sentirsi incolpare di aver “persino” presentato un ricorso al Tar contro il bando, “il cui esito è facilmente prevedibile”. E’ invece inquietante l’attacco così diretto con la gara

Nella speranza che tutto ciò non condizioni chi sarà chiamato a giudicare e che sabato in occasione del sit-in ci possa essere spazio per un ulteriore, civile, confronto.

E la storia, ne siamo certi non  finirà qui. Lo sport nerita maggiori tutele!

 

 

 

 




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