Roma – Lo storico Stadio Flaminio potrebbe tornare a ”vivere”

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Stadio Flaminio – La compagnia capitanata dalla Roma Nuoto e composta unicamente dalla CCC Spa di Roma e della Rubner Holbau di Bressanone ha presentato uno Studio di Fattibilità per il recupero e la ristrutturazione dello “storico” Stadio Flaminio e delle aree immediatamente circostanti.

A Roma qualcosa si muove (d’altronde siamo già in campagna elettorale) ed allora, dopo anni di attesa, arriva per lo Stadio Flaminio: una proposta concreta per la sua riqualificazione”. Una possibilità che fa ben sperare la cittadinanza per quel che riguarda la rinascita di un impianto storico e più che mai rappresentativo per la città eterna, che da anni versa in stato di abbandono con tanto di “pericolose” presenze all’esterno della struttura. Un progetto che vede ricoprire un ruolo chiave alla società EMGAT dell’imprenditore Mario Ciaccia, che racconta ai media come questa idea abbia preso forma: “A Novembre sono stato contattato da Roberto Fantauzzi, al quale mi lega un rapporto di amicizia oltre che professionale, che mi ha avanzato questa proposta condivisa con Giovanni Giuliano, Presidente di Az Leasing. Abbiamo quindi deciso di presentare un project insieme a Roma Nuoto per la riqualificazione dello Stadio Flaminio – spiega Ciaccia – La EMGAT si occupa soprattutto di operazioni di trading immobiliare e ha le vesti di advisor per i grandi gruppi, da qualche mese ormai una parte della società ha scoperto questa vocazione sportiva grazie anche al ruolo di Business Developer che ricopro in Gabetti Calcio e devo dire che è molto piacevole, anche perché gli investitori apprezzano e ci seguono. Adesso presenteremo anche un progetto per la realizzazione dello Stadio di Prato”.

IL PROGETTO

“Il progetto è semplice anche perché non prevede alcuna rivoluzione, mi sono confrontato più volte con l’Associazione Nervi e siamo assolutamente d’accordo nel rispettare la natura dello Stadio, un simbolo di questa città. Un progetto che si fonda sullo sport, Roberto Fantauzzi si preoccuperà di gestire la sfera degli eventi che il Flaminio potrà ospitare, mentre la Gabetti avrà il compito di trovare nuove risorse con la locazione di negozi che potranno essere aperti per ridare vita alla struttura e ai dintorni. Per andare al sodo, prevediamo un intervento smart, più o meno 24 mesi”.

COMUNICATO ROMA NUOTO

A completamento di tali dichiarazioni la Roma Nuoto tiene a precisare e a diffondere le giuste e veritiere notizie sul progetto di riqualificazione dello stadio Flaminio e dell’area circostante. Nelle scorse settimane la compagnia capitanata dalla Roma Nuoto e composta unicamente dalla CCC Spa di Roma e della Rubner Holbau di Bressanone ha presentato uno Studio di Fattibilità per il recupero e la ristrutturazione dello Stadio Flaminio e delle aree immediatamente circostanti.

Nicolò Cristofaro, Presidente della Roma Nuoto

“La nostra idea – evidenzia Nicolò Cristofaro, Presidente della Roma Nuoto – è che lo Stadio Flaminio, considerato il valore storico, artistico ed i vincoli archeologici che gravano sull’area, vada conservato integralmente nel suo impianto originario, recuperandone la straordinaria architettura. Per questo abbiamo valutato che per ragioni di sicurezza, traffico e servizi non possa rappresentare il luogo dove realizzare il nuovo Stadio di calcio della Città, che pure è necessario, ma un moderno parco polisportivo al servizio del quartiere e di tutta area Nord, con piscine, palestre e campo da gioco dedicato prevalentemente al calcio giovanile e femminile. Tale ipotesi potrebbe far rivivere l’impianto, ora nello stato di pericoloso abbandono che tutti conosciamo, nel rispetto del progetto Nervi, internazionalmente riconosciuto come uno dei più iconici del suo tempo”. In linea tecnica, il Progetto, che abbiamo opportunamente tutelato con un brevetto depositato a livello internazionale, prevede l’innalzamento dell’attuale piano di gioco di circa 6 metri mediante un’innovativa struttura in legno lamellare che verrà edificata dall’azienda leader internazionale nel settore. Ciò consentirà di realizzare in tali nuovi spazi le infrastrutture polisportive aggiuntive ed i servizi commerciali necessari per un uso funzionale e “moderno” dell’impianto. L’innalzamento del campo di gioco comporterà anche una riduzione della capienza dello Stadio e, di conseguenza, le dotazioni di sicurezza delle aree esterne, così recuperate alla fruizione pubblica con la creazione di un grande parco urbano in diretto collegamento con l’Auditorium e il Parco di Villa Glori.

PIANO ECONOMICO

Il Piano Economico e Finanziario prevede circa 50 milioni di euro di investimenti integralmente privati ed è stato già positivamente valutato da primarie istituzioni finanziarie che interverranno in caso di pubblico interesse con la creazione di un fondo dedicato. Il Pef presenta una struttura estremamente solida dal punto di vista economico, avendo già individuato investitori internazionali concretamente interessati all’opera e che rappresentano il vero valore aggiunto dell’iniziativa. Dal punto di vista procedurale, il Progetto è stato proposto secondo la cd. Legge Stadi, nello spirito del partenariato pubblico privato e, se troverà la condivisione dell’Amministrazione potrà portare alla conclusione dei lavori prevedibilmente entro la fine del 2022. “Insomma – conclude il Presidente della Roma Nuoto – un Progetto concreto, ecologicamente avanzato e di rapida realizzazione, per riportare una parte importante della Città allo splendore che merita. A tal fine, nei giorni scorsi, ho preso atto con soddisfazione dell’attenzione manifestata pubblicamente dall’Assessore allo Sport di Roma Capitale sull’iniziativa della Roma Nuoto e sono sicuro che ciò, nel rispetto dei ruoli, sarà il giusto viatico per una proficua collaborazione con l’Amministrazione nell’interesse della Città”.
Una particolare attenzione andrà rivolta alla vivibilità del Quartiere Flaminio da tempo già in sofferenza per i molteplici eventi proposti che ne condizionano la vita dei residenti.

STADIO FLAMINIO STORIA

Lo stadio Flaminio fu Progettato dall’architetto Antonio Nervi con la collaborazione ingegneristico-strutturale di suo padre Pier Luigi, fu realizzato tra il 1957 e il 1958 e vide la sua inaugurazione il 19 marzo 1959. Costruito sull’area del preesistente stadio Nazionale, demolito nel 1957, lo stadio Flaminio fu destinato a ospitare gli incontri del torneo olimpico di calcio del 1960; secondo stadio della Capitale per capacità, ma il più capiente tra quelli privi di pista d’atletica, già dagli anni settanta fu utilizzato dalla Nazionale italiana di rugby e dalla Rugby Roma.
Fino al 2011 lo stadio ospitò anche gli incontri interni dell’Atletico Roma, società professionistica che militava in Lega Pro di calcio e, nel passato recente, fu sede per un breve periodo degli incontri della squadra di football americano dei Marines Lazio.
Inizialmente capace di più di 40 000 spettatori, poi ridotti a meno della metà per adeguamento alle norme di sicurezza, poteva a tutto il 2011 ospitarne circa 30 000 grazie a tribune provvisorie in materiale tubolare, installate a cura della Federazione Italiana Rugby per garantire una maggiore affluenza in occasione degli incontri del Sei Nazioni; inutilizzato dal 2011 a favore dello stadio Olimpico per quanto riguarda le gare interne dell’Italia nel Sei Nazioni, dal 26 febbraio 2014 lo stadio è condotto dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio a seguito della rinuncia della Federazione Italiana Rugby a continuare a utilizzarlo (in delega dal CONI che ne aveva la gestione per via degli eccessivi costi di rinnovamento.




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