Valentina Vezzali scende dalle pedane del mondo ma siamo certi continuerà a battersi come una leonessa sulle pedane di Jesi e dintorni perché chi ha la scherma nel sangue non la accantona mai.
La sua è una storia tutta da raccontare e lei stessa ce l’ha narrata in due libri che narrano le sue gesta sportive ma anche di donna, figlia, moglie e madre.
Il 5 novembre del 1999 sulle pedane di Seul teatro, Valentina Vezzali da Jesi, classe 1974 conquistava il primo titolo mondiale individuale dopo averlo inseguito per sei anni in una rincorsa che pareva stregata.
Poi però è divenuta la prima schermitrice (fioretto) al mondo a essersi aggiudicata tre medaglie d’oro olimpiche individuali in tre consecutive edizioni, più altri tre ori olimpici nelle gare a squadre, ha vinto anche un argento e un bronzo singoli e un bronzo a squadre nello stesso evento. Vincitrice anche di sei titoli mondiali e di cinque titoli europei (individuali), in carriera ha vinto 11 volte la Coppa del mondo (78 prove vinte) e 14 volte il titolo nazionale assoluto individuale, cui si aggiungono i 12 conquistati a squadre.
Valentina inizia a praticare la scherma nel 1980, presso il Club Scherma Jesi. A 15 anni giungono le prime vittorie nel Campionato Mondiale Cadette (vincerà tre titoli iridati consecutivi).
Nella categoria under 20 si aggiudica una medaglia di bronzo (1990), una d’argento (1992) e due d’oro (1993 e 1994) ai Mondiali, due medaglie d’oro (1992 e 1993) agli Europei; inoltre conquista tre volte la coppa del Mondo (dal 1992 al 1994).
I successi ottenuti da under 20 la faranno entrare rapidamente nel giro della nazionale maggiore, anche se non viene convocata per le Olimpiadi di Barcellona del 1992. L’anno successivo ai Campionati europei di scherma di Linz 1993 vincendo la medaglia di bronzo nel fioretto individuale, conquista la prima medaglia da professionista in assoluto, mentre le prime medaglie mondiali arrivano l’anno successivo, con la medaglia d’argento sia nella gara individuale e sia nella gara a squadre di fioretto. Alle Olimpiadi ha vinto 9 medaglie olimpiche: 6 Ori , 1 Argento e 2 Bronzi.
Il debutto olimpico avviene ai Giochi di Atlanta del 1996, dove ottiene la medaglia d’argento nella prova individuale di fioretto, perdendo in finale contro la romena Laura Badea. Si rifarà assieme alle compagne nella prova di squadra, uscendo dalla finale contro la Romania con al collo la medaglia d’oro. L’anno dopo vince l’oro individuale alla XIX Universiade in Sicilia.
Nell’edizione seguente delle Olimpiadi, quella di Sydney 2000, Valentina Vezzali raggiunge di nuovo la finale del fioretto femminile individuale. Stavolta la spunta sulla tedesca Rita König, aggiudicandosi la medaglia d’oro. La Vezzali vince la medaglia d’oro anche nel torneo a squadre, assieme alle compagne di squadra Giovanna Trillini e Diana Bianchedi, dopo aver battuto in finale la Polonia.
Ad Atene 2004 il fioretto femminile a squadre viene tolto dal programma olimpico per far debuttare la sciabola femminile individuale e mantenere il limite di 10 eventi nella scherma, costringendo le atlete a concentrare tutti i loro sforzi sulla gara individuale. Valentina Vezzali riesce a ripetere la vittoria olimpica di Sydney, sconfiggendo in finale la connazionale (e concittadina) Giovanna Trillini: nel fioretto femminile, l’impresa del bis olimpico era riuscita solo alla ungherese Elek nel 1936 e nel 1948.
Al Campionato del Mondo di scherma, svolto a Lipsia nel 2005, conquista il suo quarto oro nel fioretto individuale, a soli quattro mesi di distanza dalla nascita del suo primogenito Pietro. L’anno successivo, ai Mondiali di Torino, con il legamento di un ginocchio rotto, perde di misura in finale contro la connazionale Margherita Granbassi e si deve accontentare della medaglia d’argento; così come nella gara a squadre, dove l’Italia viene sconfitta in finale dalla Russia.
La rivincita arriva prontamente a San Pietroburgo 2007, dove sconfigge per 15-6 Giovanna Trillini in semifinale e vince la finale contro la Granbassi per 11-8, conquistando il 5° oro mondiale individuale, unica schermitrice nella storia assieme al fiorettista sovietico Aleksander Romankov e allo sciabolatore russo Stanislav Pozdnjakov.
Nei Giochi della XXIX Olimpiade ottiene l’oro, battendo 6-5 nella finale di fioretto individuale la coreana (mancina) Nam Hyun-Hee, superando così Giovanna Trillini nella classifica degli atleti italiani che hanno vinto più medaglie d’oro ai Giochi olimpici. Diviene anche l’unica atleta ad aver vinto tre medaglie d’oro consecutive nella stessa disciplina alle Olimpiadi. Vince il bronzo a squadre, sempre nel fioretto, insieme con Margherita Granbassi, Giovanna Trillini e Ilaria Salvatori.
Oltre alle nove medaglie olimpiche vinte, Valentina Vezzali ha conseguito numerosi successi in altre importanti manifestazioni della scherma. Ai Campionati del Mondo ha raccolto un totale di 15 medaglie d’oro (6 individuali e 9 a squadre), 5 d’argento e 4 di bronzo, mentre agli Europei conta 13 ori (5 individuali e 8 a squadre), 4 argenti e 4 bronzi.
Si è aggiudicata la Coppa del Mondo per ben 11 volte. Nel periodo tra il 1996 e il 2004 ha perso il trofeo solo nel 1998 (giungendo seconda dietro la Trillini), vincendo in totale 67 gare, record assoluto per la scherma e anche per un atleta italiano di qualsiasi sport. All’attivo vanta anche 2 ori ai Giochi del Mediterraneo (2001, 2009), 4 ori alle Universiadi (1995, 1997, 1999, 2001) e 20 titoli italiani (11 individuali e 9 a squadre). È stata la numero uno del ranking mondiale ininterrottamente dal 1996 fino alla pausa per maternità dopo Atene 2004. Tra il 1999 e il 2001 ha vinto tutte le grandi manifestazioni a cui ha partecipato. Tra il 1999 e il 2000 si è aggiudicata 56 match consecutivi.
Ai Campionati mondiali di scherma di Antalia 2009 fallisce l’accesso alla semifinale, battuta dall’altra azzurra Elisa Di Francisca, ma con la vittoria nella competizione a squadre, il 7 ottobre 2009, conquista il suo 11º titolo e supera Romankov, che con 10 titoli complessivi deteneva il primato di ori mondiali nel fioretto. La vittoria arriva con le compagne Elisa Di Francisca, Margherita Granbassi e Arianna Errigo, battendo 45-33 la Russia. Nel luglio 2010 vince il titolo individuale europeo e quello a squadre con le compagne Elisa Di Francisca, Arianna Errigo e Ilaria Salvatori a Lipsia, conquistando anche la Coppa del mondo 2010. Il 7 novembre 2010, ai mondiali di Parigi, perde nella semifinale dell’individuale contro la connazionale Arianna Errigo. Il 10 novembre 2010, sempre ai mondiali di Parigi, vince la medaglia d’oro a squadre, battendo in finale la Polonia per 45-37, portandosi ad un solo oro dal record assoluto di Edoardo Mangiarotti, record che però poi raggiunge ai Campionati mondiali di scherma di Catania 2011, torneo in cui conquista il 6º titolo mondiale individuale, battendo in finale 14-7 Elisa Di Francisca, e l’argento nella prova a squadre, nella quale l’Italia perde la finale con la Russia 45-44.
La Vezzali aveva dichiarato che avrebbe continuato con l’attività agonistica fino alle Olimpiadi di Londra 2012, durante le quali è stata la portabandiera azzurra. Approda alle semifinali di Londra 2012, dove viene sconfitta dalla connazionale Arianna Errigo. Nella finale per il terzo posto affronta come 4 anni la coreana Nam, vincendo all’extra time con una leggendaria rimonta, che le permette di recuperare 4 punti di svantaggio in soli 13 secondi (passando dall’8-12 al 12-12); il risultato finale è stato di 13-12. La jesina vince il bronzo e va così a completare il podio tutto azzurro (prima volta alle Olimpiadi nel fioretto femminile). L’oro non le sfugge nella prova a squadre con Errigo, Di Francisca e Salvatori, nella quale, con un punteggio di 45 a 31, sconfiggono in finale le Russe. Sono diventate così ben 9 le medaglie vinte alle Olimpiadi dalla Vezzali.
Dopo le Olimpiadi però Valentina decide di non ritirarsi più dall’attività agonistica e di continuare pertanto a gareggiare. Il primo appuntamento in cui torna in scena coincide con i Campionati mondiali di scherma di Budapest 2013, dopo 83 giorni dalla nascita del suo secondogenito Andrea, e nell’occasione dichiara il suo impegno a continuare con l’attività agonistica, nella speranza di arrivare alle Olimpiadi di Rio 2016. Qui però, non avendo disputato la Coppa del Mondo, è costretta a partire dai gironi di qualificazione, che supera agevolmente, accedendo al tabellone principale del torneo individuale, dove riesce ad arrivare fino ai quarti di finale, nei quali perde contro Arianna Errigo per 15-8. Nella gara a squadre disputa gli ottavi di finale contro il Brasile, gara vinta per 45-12 dall’Italia, mentre resta a riposo contro la Cina nei quarti, la Corea del Sud in semifinale e la Francia in finale, contro cui l’Italia vince la finale per 45-19. L’incontro disputato contro il Brasile permette alla Vezzali di vincere la medaglia d’oro numero 14 ai Campionati mondiali di scherma e di superare così il record di 13 ori ai Campionati mondiali, che apparteneva ad Edoardo Mangiarotti, e di 19 ori tra Campionati mondiali ed Olimpiadi, appartenente sempre a Mangiarotti.
La Vezzali vince poi la medaglia di bronzo individuale e la medaglia d’oro a squadre ai mondiali di Scherma Kazan 2014 nel Fioretto, portando a 24 il numero di medaglie vinte ai mondiali di Scherma. Vince la medaglia d’oro a squadre nel fioretto agli Europei di Scherma di Montreux 2015 in Svizzera. Vince la medaglia d’oro ai Mondiali di Scherma di Mosca 2015 nel Fioretto a squadre. Giungiamo a queste ore: Valentina, seppur emozionata scende in pedana e vince la medaglia d’argento ai Mondiali di Scherma di Rio 2016 nel Fioretto a squadre chiudendo la carriera con 26 medaglie complessive vinte ai mondiali tra gare individuali e gare a squadre disputate.
Valentina però non si ferma ed ha dichiarato che ‘combatterà’ per inserire la scherma nelle scuole primarie, direi fin dalla scuola materna. “Lo sport fa parte della mia vita e continuerò a battermi per lui. Credo alla Olimpiade di Roma 2024. L’Italia ha bisogno di valori e lo sport ci può riunire senza distinzione di sesso, razza o altro”.
Il più bel ricordo sportivo per Valentina? Non ha dubbi ed il suo racconto è commovente perché parla di sport ma anche di legami affettivi e soprattutto di famiglia :”Avevo 10 anni, i genitori mi accompagnarono al primo campionato italiano categoria ‘prima lama’. Davanti al palazzetto lessi un cartello, diceva: “Molti partecipano, uno vince”. Sembrava scritto per me. A fine gara, mio padre non mi lasciò neppure il tempo dell’ultima stoccata: mi fece roteare in aria. Come aver vinto un’Olimpiade. Vide solo quella. Morì che avevo 15 anni, non visse tutti gli altri successi: dal cielo certamente non mi ha mai lasciata sola”.
Ad un collega che le ha domandato dove la porta il cuore ha candidamente risposto: “A credere ancora nello sport e a dire grazie a mia madre. Ho fatto sport e politica, avuto figli, mi sono sposata e non è mai mancato l’aiuto. È il motore di tutto, il cordone ombelicale non si è mai rotto. Noi donne, per predisposizione genetica, riusciamo ad organizzarci. Gli uomini non hanno questa indole. Le donne credono e lottano, se ci mettono energie ottengono risultati. Non a caso lo sport italiano sta parlando molto al femminile. Ma a Rio non c’è differenza: uomini, donne, spero solo che vincano”.
Anche il CONI ha emesso un comunicato per lei: “ Lo sport italiano saluta e ringrazia l’atleta italiana più vincente di sempre a livello olimpico estivo (con 9 medaglie), seconda complessivamente solo all’immenso Edoardo Mangiarotti (con 13 podi a cinque cerchi), un mirabile esempio di talento e professionalità capace di scrivere pagine di storia indimenticabili, che hanno contribuito a promuovere l’eccellenza tricolore a livello internazionale. Grazie Valentina Vezzali, Miss Olimpiadi.
Dulcis in fundo in esclusiva per noi l’omaggio di due grandi campionesse ed amiche di Valentina.
Arianna Errigo non nasconde una certa commozione nel parlare della compagna di tante imprese sulle padane del mondo: “Tanti anni fa, Valentina, alla domanda chi potesse essere la sua erede rispose Arianna Errigo. Puoi immaginare che onore sentire questo.
Vale è stato un esempio. Tutti la vedono alla gare, noi abbiamo avuto la fortuna di viverla ogni giorno in allenamento, nel quotidiano.
Andare alla gare senza lei sarà strano, molto strano, e sono convinta che se avesse continuato avrebbe potuto vincere ancora!”. Poi il saluto all’amica Valentina: “Mi dispiace !!! Mi dispiace per me, mi dispiace per la squadra, per i tifosi, ma sopratutto mi dispiace per Valentina. Si meritava di chiudere la sua incredibile carriera con un oro. Ho tirato male, ero tesa più del solito perché volevo contribuire a regalarle una vittoria ad ogni costo. Purtroppo è andata così.
Voglio ringraziarla per quello che mi ha dato in tutti questi anni. È stata allo stesso tempo la mia avversaria più ostica e l’esempio più importante da seguire; determinata, costante, dedita al lavoro ogni giorno, senza mai mollare un millimetro. Grazie Vale, grazie di cuore e in bocca al lupo per tutto”.
Martina Batini:” Beh direi che ancora penso di non rendermi conto dell’importanza di questo momento che sto passando e della fortuna che ho avuto a condividere con lei un infinitesimo di quella che è stata la sua carriera. Ci siamo appena salutate all’aeroporto di Roma ed è difficile pensare che fra pochi giorni, al ritiro di Norcia, non sarà più con noi: la prima ad entrare in palestra e l’ultima ad uscire. Le auguro che questo sia l’inizio di una nuova avventura che sono certa tramuterà in un nuovo successo, come è solita fare grazie alla sua tenacia e alla sua dedizione. Mi spiace non essere riuscita, insieme alle altre ragazze, a far concludere con un oro la sua carriera, mi spiace veramente, non ci ho dormito stanotte però per lei probabilmente farà più notizia un argento di un oro data la straordinarietà dell’evento”.
“Un aneddoto che ricorderò sempre sorridendo riguarda qualche anno fa, durante una trasferta in Polonia. In piena notte, la notte prima della gara, dormivamo nella stessa camera ed io, nel sonno, mi sono alzata e le ho urlato qualcosa. Le è preso un colpo, un infarto, ha iniziato ad urlare, mi ha svegliata, ho iniziato ad urlare anche io, e poi ci siamo rimesse a dormire” .