TRIATHLON. Azzurri rientrati in Italia dopo il training camp in Florida

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TRIATHLON – Tutti gli azzurri di triathlon impegnati nel training camp di Clermont, in Florida (Usa) terminato anzitempo a causa della rapida evoluzione dell’epidemia di Coronavirus a livello globale sono rientrati in Italia. Alessandro Fabian (Trif Dream), Delian Stateff (G.S. Fiamme Azzurre), Davide Uccellari (G.S. Fiamme Azzurre), Angelica Olmo (C.S. Carabinieri), Verena Steinhauser (G.S. Fiamme Oro), Anna Maria Mazzetti (G.S. Fiamme Oro) e Alice Betto (G.S. Fiamme Oro) e lo staff federale sono regolarmente tornati presso le loro abitazioni dopo aver concluso prima del termine previsto il raduno con la squadra azzurra. Regolarmente rientrato in Italia anche Gianluca Pozzatti (707), un altro degli azzurri di triathlon reduce dalla gara di World Cup di Mooloolaba, in Australia.

 

“Tutti gli azzurri di triathlon sono rientrati, compreso Pozzatti, reduce dalla ottima prova in Coppa del Mondo in Australia – conferma il presidente della Fitri Luigi Bianchi – ribadisco che il raduno in Florida era un’attività già programmata in vista delle gare previste in queste settimane e poi saltate. Malgrado il rinvio delle competizioni, avevamo deciso di lasciare i ragazzi in Florida consentendo loro di continuare ad allenarsi al meglio, ma la situazione è cambiata velocemente e ho preso la decisione di farli rientrare anticipatamente in accordo con il nostro Olympic Performance Director Joel Filliol, la Preparazione Olimpica del Coni e il Medico Federale, il Dottor Fabio Fanton. Grazie al lavoro instancabile, puntuale e preciso degli uffici federali, i ragazzi e lo staff azzurro sono rientrati velocemente e senza intoppi. Ora lavoreremo nel modo migliore che ci è consentito attendendo le decisioni che il CIO riguardo i Giochi Olimpici di Tokyo, anche se prevedo che il programma olimpico cambierà”, conclude Bianchi.

 

Nei giorni scorsi, l’Olympic Performance Director della Fitri Joel Filliol aveva annunciato che “Joel Filliol: “Dato che la situazione sanitaria globale ha continuato ad evolversi in maniera molto rapida, dopo aver valutato tutte le possibili situazioni ed essermi confrontato con tutte le parti interessate, dalla FITRI al CONI, oltre che con atleti, allenatori personali e staff, abbiamo deciso di concludere anzitempo il training camp in Florida per far rientrare in Italia tutti gli atleti. A Clermont, le condizioni erano ancora ideali per l’allenamento, ma la possibilità concreta della messa in atto a breve termine di decise restrizioni che impedirebbero qualunque tipo di spostamento ha fatto sì che la priorità fosse il ritorno a casa. Per tutti gli atleti, la situazione delle prossime settimane e dei prossimi mesi sarà difficile, ma questa condizione di emergenza passerà: il nostro obiettivo è proprio quello di gestire al meglio questo periodo difficile per farsi trovare pronti quando si presenteranno nuove opportunità. Gli atleti e tutto lo staff desiderano ringraziare FITRI, CONI e tutti coloro i quali hanno supportato la Squadra Nazionale in questo periodo di forte incertezza, non vediamo l’ora di riprendere l’attività a pieno regime quando il momento sarà opportuno”.

 

“Quando siamo partiti, c’erano tutte le condizioni per farlo in piena sicurezza – conferma Fabio Rastelli, Performance Manager della Squadra Nazionale – A Clermont, l’ambiente era assolutamente indicato per l’allenamento, mentre in Italia iniziavano pesanti restrizioni (si è svolta regolarmente la Panamerican Cup). Questo training camp era stato progettato in vista delle gare di Sarasota, Brasilia e Bermuda, ma la situazione si è evoluta davvero velocemente ed infine abbiamo optato per il ritorno in Italia: è stata una decisione condivisa e coordinata con la Fitri che ha pianificato con cura il rientro consentendoci di affrontare senza alcun intoppo il viaggio. Voglio ringraziare il presidente Bianchi che ha sempre creduto in noi, permettendoci di provare a continuare a gareggiare e ad allenarci nelle migliori condizioni – aggiunge Rastelli – l’Area Tecnica e gli uffici federali, fondamentali dell’organizzazione delle trasferte e per il continuo supporto che offrono alla Squadra Nazionale. Infine un grazie agli atleti che sono sempre rimasti concentrati sull’allenamento e gli obiettivi prefissati malgrado la situazione di forte stress”.

 

“Il contesto era davvero ideale per l’allenamento, ci siamo trovati tutti bene da subito – racconta Verena Steinhauser – ammetto che nelle ultime ore, si percepiva qualche differenza rispetto ai primi giorni e visto l’evolversi della situazione, il rientro in Italia è stata la decisione giusta. Posso solo immaginare il lavoro del Presidente Bianchi e degli Uffici Federali, so che hanno fatto i salti mortali in questa fase e posso solo ringraziarli per l’opportunità che ci hanno dato e per come hanno gestito l’emergenza insieme a tutto lo staff azzurro. L’allenamento e le gare sono il mio lavoro, ma la salute è sempre al primo posto e dopo un viaggio di ritorno filato liscio, sono contenta di essere a casa”.

 

“Al di là di questa emergenza, il raduno negli Usa era già programmato, sapevo che questo camp sarebbe stato importante e volevo esserci a tutti i costi, tutti noi volevamo allenarci al meglio e in Florida c’erano le condizioni ideali – racconta Alessandro Fabian, uno degli azzurri di triathlon – Questo periodo si è rivelato piuttosto movimentato, anche a livello emotivo, noi atleti siamo abituati ad avere sempre un obiettivo chiaro mentre in questo frangente regnava l’incertezza. Voglio sottolineare che la situazione era decisamente tranquilla quando siamo arrivati a Clermont, ma poi si è evoluta come tutti sappiamo, anche se sono fermamente convinto che bisogna sempre provarci: abbiamo fatto la scelta giusta nel partire per il raduno e non abbiamo rimpianti. La Federazione è stata pronta ad aiutarci nel rientro, avvenuta senza intoppi – aggiunge Fabian – è stato gestito tutto al meglio da Presidente, oltre che dall’Area Tecnica e dallo Staff Azzurro.

 

In conclusione Considerata l’evoluzione dell’emergenza sanitaria legata all’epidemia di Coronavirus, il Presidente della Fitri Luigi Bianchi e il Consiglio Federale hanno deciso di sospendere tutta l’attività federale fino al 3 maggio 2020 incluso.

 

L’eventuale ricollocamento in calendario dovrà essere concordato con la Fitri, l’Ufficio Gare e la Commissione Gare, nel rispetto delle normative della Circolare Gare 2020. In caso di impossibilità di ricollocamento nell’anno, l’evento deve ritenersi annullato. In fase di ripianificazione del calendario nazionale, La Federazione darà priorità nel ricollocamento delle gare che assegnano i Titoli e che fanno parte dei Circuiti Fitri.

 

Per le gare sospese o nell’ipotesi di future sospensioni, in attuazione di quanto previsto dalle autorità competenti, verrà applicato l’art. 55.04 del Regolamento Tecnico. Recepite le disposizioni sopraindicate e considerata l’eccezionalità della circostanza, gli organizzatori possono valutare, ove lo ritengano opportuno, il mantenimento della quota di iscrizione versata dagli atleti, nel caso in cui la gara stessa venga ricollocata in calendario nell’anno in corso o in un periodo successivo.

 

Sport multidisciplinare di resistenza nel quale l’atleta copre nell’ordine una prova di nuoto, una di ciclismo e una di corsa, senza interruzione.

 

Il triathlon è divertimento, salute, sfida con sé stessi, impresa, armonia con la natura. E’ uno sport giovane, nuovo, che accomuna insieme le tre discipline più popolari e praticate, in un’unica prova.

 

I concorrenti devono infatti passare senza interruzioni da una frazione di gara all’altra, dimostrando ottime capacità condizionali quali forza e resistenza, ma anche buone capacità coordinative, dovendo esprimere durante il loro sforzo gestualità sportive completamente differenti tra loro, quali il nuotare, il pedalare ed il correre.

 

Il Triathlon ‘classico’, quello cosiddetto olimpico le cui distanze sono nei programmi delle Olimpiadi, si disputa sui 1500m a nuoto, sui 40 km in bicicletta ed infine, sui 10km di corsa. Dall’edizione delle Olimpiadi di Tokyo 2020 si disputerà anche la staffetta mista 2+2 denominata Mixed Relay. Ma numerose sono le varianti delle distanze del Triathlon, a seconda dell’età e delle caratteristiche tecniche; dal Triathlon ‘per tutti’ a quello dell’Impresa.

 

Il triathlon è uno sport giovane, appena maggiorenne visto che nasce nel 1977 da una scommessa tra un gruppo di amici su di una spiaggia di Honolulu, alle Hawaii.

Il suddetto gruppetto discuteva a proposito della gara più dura dal punto di vista della resistenza: se fosse la Waikiki rough water swim di 3,8 km a nuoto, se fosse la 112 mile ( 180 km ) bike race around Oahu, o the Honolulu Marathon di corsa di km 42,195.

 

Il comandante della marina John Collins suggerì di combinare le tre prove in un’unica gara.

 

Tutti risero, ma quel giorno era nato il triathlon, ed era nata la gara che ha fatto la leggenda di questo sport, l’Ironman delle Hawaii.

 

Alla prima edizione parteciparono in 14; uno dei concorrenti comprò la sua bici il giorno prima della gara, un altro si fermò per una pausa ristoratrice da Mc Donald, e il primo vincitore fu Gordon Haller.

 

Da quel primo triathlon le cose sono cambiate molto: doverosamente, possiamo affermare che l’avvicinamento o l’ “ideazione” di questo sport, al di là delle leggende e storie, avviene in un contesto culturale che vede l’uomo moderno e quindi, anche lo sportivo di oggi, sempre più proiettato verso la conoscenza e la pratica di più cose, di più specialità, uno spiccato gusto e capacità di approfondimento assolutamente eclettici.

 

Nell’ultimo ventennio, sono moltiplicati il numero dei praticanti, il numero di squadre, il numero di gare e di Paesi che lo promuovono, così come si sono diversificate le distanze rendendo questo sport accessibile a tutti – ossia, uno sport per tutti, di assoluto valore “salutistico” e propedeutico, oltre che altamente spettacolare ed aggregante

 

Una lenta ma costante evoluzione che ha permesso che infine si approdasse all’inserimento del triathlon nei programmi olimpici di Sydney 2000 – prima Olimpiade che ha “battezzato” l’esordio del triathlon – che è stato approvato durante la sessione del CIO tenutasi nel settembre 1994 a Parigi, proprio in occasione del centenario dello stesso CIO.

 

Il triathlon non è quindi, come qualcuno potrebbe pensare, la somma di tre sport ma un vero e proprio sport a sé stante.




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