Volley – Oggi per Romanews intervistiamo Benedetta Giordano palleggiatrice in forza alla Volley C.R. Transport Ripalta per la stagione 2025 2026
Benedetta è una giocatrice classe 1999 che vanta un altezza di 175 centimetri ed è nativa della provincia di Cuneo più precisamente nella città di Alba città nota per il tartufo bianco che capitale delle Langhe colline celebri in tutto il mondo per i loro vini ma da 15 anni vive a Nettuno una città del litorale laziale bagnata dal mar Tirreno
La carriera di Benedetta inizia nella Pro patria volley dove viene riconosciuta come miglior palleggiatrice nella stagione 2014-2015 passa al volley Orago società con cui finisce al quarto posto nella finale nazionale under 18 disputando anche il campionato di serie B1 dopo l’esperienza di Orago passa al settore giovanile della Vero volley Monza con cui gioca ancora il campionato di serie B1 nella stagione 2017-2018 passa alla Battistelli San Giovanni in Marignano squadra con cui esordisce In serie A2 allenata dal coach Stefano Saja con la squadra Romagnola conquista anche la Coppa Italia di categoria in finale su Mondovì quando il premio di miglior giocatrice del torneo è stato conquistato da Elisa Zanette (attualmente impegnata nel campionato coreano)
Dopo l’esperienza in serie A2 torna nel terzo campionato nazionale con la maglia di San Giustino allenata dal coach Marco Gobbini nella stagione 2019/2020 resta nella stessa categoria indossando la maglia di Castelbellino agli ordini di coach Matteo Solforati nella stagione del 2020-2021 si trasferisce a Messina nella Sicom Akademia Sant’ Anna dopo l’esperienza isolana Benedetta passa alla Lucky Wind Trevi dalla stagione 2021 2022 alla stagione 2022-2023 dopo l’esperienza in provincia di Perugia per la stagione 2023-2024 passa ad Altino volley in Abruzzo con cui conquista la promozione in serie A2, mentre nella stagione almeno conclusa in base ai colori della BSC Volley Sassuolo allenata dal coach Ivan Tamburello
L’intervista di Marco Boldini
1) Cosa ti aspetti da questa nuova avventura con la maglia di Ripalta eh hai già avuto modo di parlare con coach Vittorio Verderio?
Sono davvero entusiasta di iniziare questa nuova avventura con la maglia di Ripalta. Mi aspetto una stagione intensa e stimolante, il roster è competitivo e lo staff molto preparato. So di entrare in un ambiente ambizioso e con solidi valori, e non vedo l’ora di poter dare il mio contributo. Col coach Vittorio ho già avuto modo di confrontarmi, mi ha trasmesso sin da subito grande passione, chiarezza e disponibilità, elementi che credo siano fondamentali per lavorare al meglio. Sono carica e pronta a mettermi in gioco.
2) quali sono i tuoi obiettivi personali che ti poni per questa stagione?
A livello personale, il mio obiettivo principale è quello di continuare a crescere, sia tecnicamente che mentalmente. Voglio essere una presenza solida e affidabile per la squadra, mettendomi a disposizione in ogni situazione e cercando di dare sempre il massimo in allenamento e in partita. Lavorerò per affinare aspetti del mio gioco che possono fare la differenza. In generale, voglio vivere questa stagione con consapevolezza, entusiasmo e spirito di squadra, perché credo che la crescita individuale passi sempre dal lavoro collettivo.
3) hai giocato nelle giovanili di Monza Cosa significa giocare nelle giovanili di un club così importante ?
Aver avuto l’opportunità di crescere in vivai importanti come quelli di Monza, Orago e Pro Patria ha rappresentato una tappa fondamentale nel mio percorso. In quegli anni ho acquisito non solo competenze tecniche e tattiche solide, ma anche un approccio professionale al lavoro quotidiano. Sono state esperienze fondamentali che mi hanno dato gli strumenti giusti per affrontare con maggiore consapevolezza e maturità campionati impegnativi come la B1 e la A2.
4) raccontami l’esperienza alla Battistelli in serie a due dove hai esordito nella categoria e avete vinto anche la Coppa Italia di categoria che emozioni sono state per te?
È stata una delle emozioni più belle della mia carriera insieme alla promozione in a2 con Altino, un’esperienza che porto davvero nel cuore. Era il mio primo anno da ‘senior’, e ritrovarmi in un contesto così professionale e competitivo è stato tanto stimolante quanto sorprendente. Non mi sarei mai aspettata di trovarmi così bene, sia con lo staff che con le compagne. Le ragazze sono state fondamentali per la mia crescita, in particolare il primo palleggiatore, Ilaria Battistoni, che è stata una guida preziosa. La vittoria della Coppa Italia è stata la ciliegina sulla torta, il coronamento perfetto di un’annata indimenticabile. Porto la società di San Giovanni nel cuore.
5) raccontami l’esperienza e Castelbellino con coach Solforati in panchina che tipo di allenatore è Matteo?
Anche l’esperienza a Castelbellino è stata davvero speciale, un anno meraviglioso purtroppo interrotto prima del previsto a causa della pandemia. Con coach Solforati, ho avuto la fortuna di lavorare in un ambiente stimolante e di forte affiatamento. Ero ancora molto giovane, ma lui è riuscito a instaurare con me un rapporto costruttivo e di fiducia, aiutandomi a crescere e a esprimermi al meglio. Giocare per un allenatore come Bibo è stato un vero onore, esigente si ma sempre molto attento alla valorizzazione dell’atleta. Insieme stavamo costruendo un campionato di grande qualità, ed è stato un peccato non poter concludere quel percorso fino in fondo.
6) come riesci a gestire una sconfitta dal punto di vista emozionale?
Mi ritengo, in generale, una persona molto autocritica e, ricoprendo un ruolo fondamentale all’interno della squadra, sono consapevole che gran parte della responsabilità, nel bene e nel male, ricada su di me.
Col tempo però ho imparato a non sabotarmi e dare il giusto valore agli sbagli commessi cercando di trasformare ogni sconfitta in un’opportunità per crescere, analizzando con lucidità ciò che non ha funzionato e portandolo concretamente in palestra per lavorarci ancora di più.
7) hai avuto anche esperienza a Messina che differenza c’è tra giocare in una squadra isolana per quanto riguarda le trasferte tu ritieni più impegnativo?
In realtà l’anno a Messina è stato un po’ atipico, perché a causa del Covid ci siamo sempre spostate solo all’interno della Sicilia, tranne che per le semifinali playoff tenutesi in Campania e Puglia.
Quindi non ho vissuto in pieno le difficoltà logistiche che spesso comporta giocare in una squadra isolana. Paradossalmente, ho trovato più impegnative le trasferte affrontate ad Altino, nel girone sud, ci sono stati viaggi anche di 15 ore in pullman. Fortunatamente, la società ha sempre gestito tutto nel migliore dei modi, permettendoci di partire il giorno prima e riposare in hotel, così da arrivare in campo nelle migliori condizioni possibili.
8) come è iniziata la tua carriera da pallavolista quando eri piccola?
Sin da piccola, grazie a mia sorella, ho sempre avuto un legame speciale con la pallavolo, ero la sua prima tifosa e la seguivo a tutte le partite, fu lei ad insegnarmi a giocare. In realtà, però, il mio primo sport è stato la ginnastica artistica, che adoravo soprattutto perché potevo condividerla con le mie amiche dell’epoca. Dopo quattro anni, però, ho capito che non era la mia strada, banalmente per una questione fisica legata all’altezza. Così, spinta sempre da mia sorella e da mio papà, entrambi ex giocatori di buon livello, mi sono iscritta a pallavolo all’età di 12 anni nella società San Pio X di Loano, in Liguria. Due anni dopo, a 14 anni, è arrivata la chiamata da Pro Patria e da quel momento non ho più smesso.
9) a tuo parere qual è il tuo punto di forza e qual è il tuo punto debole a livello di gioco?
Sono consapevole dei miei limiti dal punto di vista fisico e atletico, ma allo stesso tempo conosco e valorizzo le mie qualità caratteriali e la capacità di gestione del gioco. Il mio stile si basa sull’estro e sulla precisione, due elementi che cerco di affinare stagione dopo stagione. Con la maturità, ho imparato anche a gestire con lucidità i momenti chiave della partita. A muro ho sempre avuto qualche difficoltà, ma ho cercato di compensare dando il massimo in battuta e in difesa, dove cerco di essere sempre presente e determinante.
10) qual è la giocatrice più forte a cui hai alzato una palla fino ad ora a tuo parere perché è proprio lei?
Sono davvero onorata di aver avuto l’opportunità di alzare a giocatrici molto forti, ma se dovessi scegliere, nel cuore porto tre nomi: Francesca Napodano, Silvia Tosti e Mila Montani. Non si tratta di campionesse da A1 o olimpioniche, ma di atlete che, a mio parere, si sono distinte per caratteristiche che per me valgono tantissimo: lucidità nei momenti chiave, tenacia, determinazione e quella ‘cazzimma’ che fa la differenza nei momenti difficili. Giocare al loro fianco è stato un privilegio, perché ti spronano a dare sempre qualcosa in più.