Volley Supervision – Matteo Solforati si racconta

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Volley Supervision – Oggi per Roma news intervistiamo Matteo Solforati capo allenatore dell’LPM BAM Mondovì.

Matteo Solforati è nato Pesaro il 6 settembre 1981, ha iniziato la sua avventura in panchina nella stagione 2006-2007 come addetto alle statistiche in una società storica come la Scavolini Pesaro. Dal 13 marzo 2010 diventa vice allenatore sempre della società pesarese la stagione successiva 2010-2011 l’ultima per lui nella sua terra d’origine la passa da assistente allenatore.  Indubbiamente l’avventura di Matteo con la società marchigiana è stata ricca di successi avendo vinto 4 Supercoppe italiane 3 scudetti una CEV CUP nel 2008 in finale con le Cannet. Quindi nella stagione 2011-2012 in terra Emiliana diventa vice allenatore della Rebecchi Nordmeccanica Piacenza sempre nella massima serie.

Facendo un salto temporale ed andando a vedere esperienze più significative da Head coach segnaliamo la stagione 2014-2015 e quella successiva dove allena San Giovanni in Marignano ed ottiene una promozione dalla serie B2 alla serie B1 nella seconda stagione cioè in quella 2015-2016 dalla stagione 2016-2017 vola ad allenare in Umbria in serie B1 più precisamente alla Zambelli Orvieto del Patron Flavio Zambelli con cui ottiene la promozione dalla serie B1 alla serie A2 alla prima delle tre stagioni in terra Umbra.

La stagione in corso è stato chiamato in Piemonte a Mondovì con cui sta facendo bene perché è ancora in corsa per la promozione nella massima serie

L’intervista di Marco Boldini
1 So che hai un soprannome molto particolare Bibo mi spieghi da dove deriva questo soprannome?
Il soprannome ce l’ho praticamente da appena nato e me l’hanno dato i miei genitori e i loro amici, deriva da bimbo che poi quando sono “cresciuto” è diventato Bibo.
2 Descrivi con le tue parole l’avventura di questa stagione a Mondovì?
Prima di tutto devo dire che essere sulla panchina di Mondovì per me è un grande onore perché fin dagli anni di Orvieto ho sempre avuto il “pallino” e la speranza di poter un giorno allenare qui. Quest’anno questo desiderio si è avverato e sono molto riconoscente e grato alla società per avermi dato questa opportunità che spero di sfruttare nel miglior dei modi e soprattutto spero di ripagare con i risultati la loro fiducia. 
3 Che significato ha avuto per te lavorare in una società importante come la Scavolini Pesaro?
La Scavolini è stata la prima società da cui tutto è cominciato, oltre ad essere la squadra della mia città che già seguivo ai tempi della serie C da semplice tifoso, è stata la prima esperienza lavorativa nel mondo della pallavolo da cui è iniziato il mio percorso, quindi devo tutto a quella società e l’esperienza che ho avuto la fortuna di vivere con Ze Roberto è stata qualcosa di indescrivibile che mi porterò dietro per sempre.
4 Le 3 stagioni ad Orvieto come sono state avete sfiorato la promozione in A1 nell’ultima stagione mi pare quando sei arrivato hai ottenuto subito la promozione nel secondo campionato di livello nazionale raccontami un po’ quella esperienza.
Orvieto è stata una tappa fondamentale per il mio percorso da 1º allenatore. Sono arrivato in B1 in una società molto ambiziosa dove il presidentissimo Flavio Zambelli e il da Pino Iannuzzi avevano come unico obiettivo la promozione in serie A2. 
Quello è stato il 1º anno in cui mi sono dovuto confrontare con la pressione del “dover vincere” e dal punto di vista professionale è stato molto formativo oltre che gratificante perché abbiamo centrato la promozione. 
L’anno successivo è stato il nostro (mio e della società) esordio in A2 e anche questo è stato un anno fondamentale per la mia crescita perché dopo 4 campionati vinti ho dovuto affrontare per la 1ª volta un periodo di grossa crisi di risultati all’inizio della stagione. Essere riusciti a superare quel momento grazie alla fiducia della società e delle ragazze arrivando alla semifinale play off per la promozione, è stato un passaggio fondamentale nella mia formazione di allenatore. 
Il 3º ed ultimo anno è stato quello dell’impresa sfiorata dove abbiamo raggiunto inaspettatamente la finale per andare in A1 persa a gara 3 contro Caserta. 
Sono stati tre anni molto intensi ma che mi hanno formato tantissimo sia come allenatore ma anche come persona.
5 Da allenatore bravo ed esperto quale sei c’è stata o c’è una giocatrice fondamentale nella tua squadra ideale?
La risposta è d’obbligo se non altro per un fatto di sopravvivenza 🤣🤣🤣 e ti lascio immaginare il nome.
6 Nella tua carriera sei riuscito a realizzare tutti i tuoi progetti o c’è ancora qualcosa che manca tipo un sogno nel cassetto?
Devo dire che sono stato molto fortunato perché fino ad adesso ho raccolto moltissime soddisfazioni ma di cose da realizzare ce ne sono ancora tante. 
7 So che hai allenato anche nel Sand volley Che differenza tre c’è tra allenare sulla sabbia o indor quale preferisci?
Beh il sand volley non è neanche lontanamente paragonabile all’indoor, è un bellissimo evento organizzato dalla lega per promuovere il movimento ed è un modo per le ragazze di divertirsi e rimanere allenate ma non ha niente a che vedere con l’indoor. Il sand volley è puro divertimento, l’indoor oltre che essere divertimento per noi è un lavoro.
8 Hai una relazione con Mila Montani come vi siete conosciuti com’è iniziato il vostro rapporto cosa significa avere la fidanzata in squadra come gestite questa situazione?
Ci siamo conosciuti come allenatore e giocatrice ai tempi di Viserba, solo dopo qualche anno è iniziata la nostra storia anche fuori dalla palestra. Inizialmente soprattutto per lei non è stato semplice, adesso sono passati quasi 7 anni e quando siamo in palestra non ci facciamo neanche più caso. 
9 Inizia la serie di semifinale play-off contro Brescia. Come vedi quelle due o tre partite cosa pensi di Brescia come squadra?
Innanzitutto è bello essere in una semifinale play off. 
Noi ci arriviamo dopo un percorso ad ostacoli, con due turni vinti a gara 3 e soprattutto con due infortuni gravi, ma sicuramente adesso con la testa un pò più libera. Affrontiamo la dominatrice del girone A e la fresca vincitrice della coppa Italia, Penso che basti questo per spiegare la caratura e la qualità di Brescia. Una squadra molto completa in tutti i suoi elementi e che sulla carta parte leggermente favorita, ma per fortuna la carta conta poco e noi siamo pronti a dare battaglia.
10 Sei ancora giovane cosa ti aspetti dal proseguo della carriera dove ti piacerebbe arrivare qual è il tuo sogno a livello professionale?
È scontato e ovvio dire che il sogno è quello di arrivare ad allenare in A1, e quello ancora più grande di prendere parte ad un’olimpiade (in qualunque veste) che penso sia la massima aspirazione per chi fa sport. Probabilmente rimarrà solo un sogno ma sognare non costa nulla.



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