Calcio – Serie A – Undicesima giornata

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Calcio – Serie A – Undicesima giornata

Del clou dell’undicesima giornata Juventus – Napoli abbiamo già parlato. Ora vediamo il restante quadro delle sfide con l’intento di fare un bilancio delle prime dieci giornate.
Spesso abbiamo scritto che secondo noi la vera anti Juve è proprio la compagine giallorossa. In queste dieci giornate ha dimostrato tutti i pregi e i difetti che l’hanno contraddistinta negli anni passati, con una piccola variante, forse ha finalmente trovato quel bomber da più di venti gol a stagione che finora è sempre mancato. Dzeko ha finalmente preso possesso dell’attacco giallorosso dimostrando tutto il valore per cui era stato acquistato l’anno passato. Finalmente non sembra più quel “pennellone” spaurito che si aggirava per le aree di rigore, ma è quel fortissimo giocatore sia fisicamente che tecnicamente che Sabatini aveva acquistato. La squadra come l’ha disegnato ora Spalletti è in funzione del bomber bosniaco, i tre trequartisti che agiscono alle sue spalle, sembrano fatti apposta per assisterlo e contribuire al suo pieno rilancio. Spalletti è stato bravissimo nel dargli fiducia e nel continuare a credere in lui, nel saperlo aspettare e ora nel metterlo nelle migliori condizioni. Ora che è in testa alla classifica dei bomber con dieci reti in dieci partite, la Roma può sperare e mettersi alla finestra sperando in un passo falso della Juventus per sorpassarla.
La sfida di domenica alle 15 ad Empoli non sembra una prova insormontabile, ma anzi sembra il trampolino di lancio verso la vetta. Spalletti sembra aver trovato l’assetto giusto per la sua squadra con un 4-2-3-1 molto dinamico e flessibile, che sfrutta al meglio le qualità dei suoi interpreti. All’allenatore toscano va sicuramente il merito di essere uno degli allenatori più preparati e competenti del massimo campionato. E uno dei pochi che sa adattare i suoi schemi al materiale umano che deve allenare facendoli rendere sempre al massimo. L’anno scorso ha preso una squadra persa e spaurita e in pochi partita l’ha resa una formazione capace di vincere partite in sequenza e di conquistare un secondo posto che al suo arrivo pareva un vero miraggio. Quest’anno si è trovato un Dzeko in forma strepitosa e a rimodellato la squadra che ora, può puntare la vetta. Sembra lontanissima la Roma travolta dal Torino che tanti dubbi aveva sollevato, ora i giallorossi sembrano convinti dei propri mezzi e finalmente non sembrano più colpite da quelle amnesie difensive ne dà quei cali di concentrazione che hanno costellato l’inizio stagione. I due mediani davanti alla difesa danno equilibrio e sostanza, mentre i tre trequartisti possono scatenare la loro fantasia e la loro velocità, nonostante l’assenza di Perotti. Finalmente la difesa pare stabile e ben concentrata, con l’innesto di Fazio che ha dato a tutto il reparto una buona dose di tranquillità. Domani il ritorno di Rudiger sulle fascia destra dovrebbe essere la ciliegina sulla torta. Un plauso a Spalletti anche per l’inserimento di Emerson vera e propria sorpresa delle ultime partite. La lunga assenza di Florenzi dovrebbe essere tranquillamente sopperita dal foltissimo e validissimo parco giocatori che la Roma ha a sua disposizione, contendo poi nel pieno recupero di Nainggolan che ne prenderà il posto, la qualità e la quantità di certo non ne verranno a risentire.
Veniamo al folto gruppo delle pretendenti alla zona europea che comprende belle sorprese e squadre di rango. Il Milan quarto rientra in entrambe le categorie sopra elencate, nessuno può negare che sia tra le prime squadra italiane per blasone e nobiltà, ma è anche una piacevole sorpresa di questo campionato. La vittoria sulla Juventus ha forse troppo gasato l’ambiente rossonero, e la sconfitta sonante di Genova ne è la testimonianza, ma sicuramente il cammino del Milan è andato al di sopra di ogni più rosea aspettativa. Merito a Montella nell’aver dato un’impronta netta alla squadra e di aver creduto in giovani di belle speranze. Il campionato del Milan è agevolato dal fatto di non avere impegni infrasettimanali che danno la possibilità all’allenatori di lavorare tutta la settimana con la squadra. Le male lingue dicono anche che questo è il primo anno in cui il presidente Berlusconi non si intromette nelle vicende tecniche della squadre, e i benefici si vedono. La sconfitta col Genoa ha chiaramente dimostrato l’inadeguatezza e l’esiguità dei rincalzi rossoneri non all’altezza dei titolari. A gennaio sarà necessario mettere mano al portafoglio per rinforzare la squadra se si vorrà mantenere questa posizione e magari ambire a qualcosa di più. Contro il Pescara dell’ex Oddo, sempre più impelagato nella lotta salvezza e sempre alla ricerca della prima vittoria sul campo, Montella ha preannunciato sorprese in squadre, forse anche per tenere sulla corda tutti quanti, visto proprio le polemiche sui rincalzi, ma è probabile che rientreranno i titolari Abate e Suso che hanno riposato a Genova con paraguaiano Gomez al posto dello squalificato Paletta. Altri cambi non se vedono, anche se l’ex La Padula spera in un posto fra i titolari.
All’Olimpico Lazio e Sassuolo daranno vita ad un vero e proprio scontro diretto per la zona Europa League. La Lazio con il suo quinto posto e i suoi 18 punti è un’altra bella sorpresa del campionato, mentre il Sassuolo con 13 punti è un po’ indietro rispetto alle ambizioni di inizio stagione. Inzaghi dopo un avvio burrascoso ha trovato in questo 4-3-3 un po’ atipico il vestito giusto per la sua squadra sfruttando la vena di Immobile, il rientro di Keita, e la duttilità di Anderson nel tridente offensivo. La prima prova senza De Vrij è andata bene, ma ora la difesa è chiamata ad una prova ben più impegnato contro il tridente nero verde. Biglia è sulla via del recupero, ma il centrocampo con Cataldi e Parolo si è ben disimpegnato senza il faro argentino. Inzaghi è stato bravo a sfruttare le caratteristiche offensive dei suoi capendo che negli spazi risultano alle volte immarcabili, ma quel che più ha favorito la buona classifica bianco celeste e la buona solidità difensiva. Sull’altro fronte il Sassuolo dopo un ottimo inizio ha avuto un calo piuttosto repentino, forse dovuto alla preparazione anticipa per via dei play off di Europa League. Questo unito al doppio impegno settimanale ha messo in luce una certa difficoltà nel recuperare energie psicofisiche, che hanno prodotto un notevole appannamento negli emiliani, che alla lunga stanno pagando la prolungata assenza di Berardi, insostituibile in attacco. Proprio per questo Di Francesco sta cercando delle variazioni sul tema del suo solito 4-3-3. Proprio contro la Roma si è schierato praticamente a specchio con un 4-2-3-1, anche per sopperire all’assenza del capitano Magnanelli, vero leader di questa formazione. Ora con la Lazio, un vero e proprio derby per Di Francesco, vedremo se tornare al solito modulo o si ripresenterà il modulo visto in settimana.
Le due squadre più sorprendenti di queste prime dieci giornate, si scontreranno nel match del pranzo domenicale. Atalanta – Genoa oltre ad essere il derby delle rivelazioni e anche il derby del cuore di Gasperini, che si ritrova per la prima volta ad affrontare la sua ex squadra. Ottimo il lavoro di Gasperini a Bergamo, nonostante un inizio difficile, ora l’Atalanta sta marciando veramente oltre ogni rosea aspettativa grazie al contributo di giovani di belle speranze del vivaio orobico. Di fronte i rosso blu di Juric non sono da meno. Un punto in meno dell’Atalanta e una partita da recuperare significa che il Genoa sta facendo un’ottima stagione, che neanche la sconfitta nel derby ha incrinato. Juric è un vero pupillo di Gasperini, quindi l’amarcord di questa partita sarà totale. Il tecnico serbo non si è discostato molto dalla linea tracciata da Gasperini, e questo è stato un gran bene per la squadra. Juric pare un allenatore molto pragmatico e intelligente, qualità che già gli han permesse di portare il Crotone in serie A.
Veniamo al capitolo grandi delusioni del campionato. La Fiorentina, che aprirà le danze della giornata andando a Bologna con quello che una volta veniva nominato il derby dell’Appenino, non può che far parte di questo paragrafo. La netta vittoria di Cagliari, poteva rappresentare lo spartiacque della stagione, ma il successivo pareggio interno col Crotone, anche se condizionato dalla pioggia, è stato l’ennesimo passo indietro. Di Sousa e delle sue idee abbiamo spesso parlato. Il continuo tourbillon di uomini e ruoli a cui sottopone la sua squadra la sua ostinazione a giocare con una sola punta a noi continuano ad apparire più un difetto che un pregio. Vedremo se finalmente Kalinic si sbloccherà e Bernardeschi riuscirà ad adeguarsi in quella posizione di campo, ma tutta la viola dovrà dare segni di continuità e di affidabilità e già la prova di oggi a Bologna sarà molto delicata.
Ovviamente la squadra più deludente del campionato non può che essere l’Inter. Abbiamo sentito e letto di tutto in queste ultime settimane sulla squadra nerazzurra su De Boer e sulle polemiche di Icardi. La vittoria sul Torino all’ultimo proprio grazie al bomber argentino è quello che si definisce un brodino caldo, visto la prestazione della squadra, che fa il paio con la vittoria stentata in Europa League sul Southampton che tiene ancora a galla l’Inter in Europa. Ci sarebbe un giornale intero da scrivere su tutto quello che sta succedendo all’Inter in questi primi tre mesi, ma forse a pensar bene il principale responsabile del pessimo periodo rimane la società. Come in tutte le cose della vita, le responsabilità maggiori vanno a chi dirige e amministra. La società Inter non dà la minima idea di avere un progetto tecnico definito, come il cambio di allenatore alla vigilia della prima giornata fa pensare, allenatore per di più totalmente diverso da quello precedente che aveva costruito una rosa e un gruppo adatto alle sue idee di gioco. In più la società pare totalmente proiettata al risanamento del bilancio e per niente interessata a quello che accade quotidianamente all’interno dello spogliatoio. Così lo scollamento è evidente e le varie anime della società non solo non collaborano, ma neanche danno l’idea di comunicare, come la grana tra Icardi e la curva sta a rappresentare. Sappiamo benissimo che una squadra senza una società forte e presente alle spalle non può andare lontana. La trasferta con la Sampdoria è piena di insidie e di trabocchetti, anche se la squadra doriana può rientrare appieno nella categoria delusioni di inizio stagione.
Chiudiamo con una rapida carrellata riguardante la lotta salvezza. La squadra che più dà l’idea di essere in difficoltà è ovviamente il Crotone. La squadra calabrese non sembra proprio aver digerito il salto di categoria e il pareggio di Firenze pare più una casualità che il frutto di una vera svolta. A differenza di Carpi e Frosinone dell’anno scorso la matricola rosso blu, pare proprio destinata ad un ruolo marginale nel nostro massimo campionato. Domenica pomeriggio con il Chievo, la squadra veneta rimane sempre una bellissima realtà del nostro calcio, si preannuncia una vera e proprio ultima spiaggia per gli uomini di Nicola. Le altre tre squadre che finora sembrano destinate a giocarsi gli altri due posti per la retrocessione sono Pescara Empoli e Palermo. Il Pescara di Oddo non ha mai vinto sul campo, ma ha sempre giocato bene, ma per salvarsi bisogna far punti non prestazioni. L’Empoli ha smantellato la bella squadra degli ultimi due anni, e i sostituti non si stanno rivelando all’altezza, in più la scomparsa di Saponara, giocatore dal buon talento che sarebbe un valore aggiunto per i toscani, ha tolto pericolosità ad un attacco che praticamente non segna mai. Il Palermo pare anch’esso una squadra dai limiti tecnici notevoli, troppi giocatori di poco valore che avranno grossissime difficoltà a salvarsi, forse solo il lavoro di De Zerbi potrà costituire quel qualcosa in più.
Concludiamo la nostra analisi con l’ultima partita della giornata che si giocherà la sera di Halloween. Udinese – Torino sono due squadre dall’andamento stagionale ben diverso. I friulani si stanno giovando dell’ottimo lavoro di Del Neri che sembra aver rivitalizzato la squadra e che ha portato i bianconeri fuori dalle zone pericolose della classifica. Il Toro viaggia invece in quella zona di classifica tra l’anonimato e la speranza di spiccare il volo in zone più importanti. Molto dipenderà proprio dalla partita di lunedì sera.

PIERFRANCESCO BONANNO




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