MARIO ADINOLFI – LA STRANA AGITAZIONE DOPO LE PAROLE DEL PAPA

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ADINOLFI – PAPA – Strano mondo davvero il nostro, Papa Francesco è stato sempre usato in modo massiccio sui media mainstream per avallare teorie strampalate spesso distorcendo le sue parole. Se invece dice “abortire è come assoldare un sicario” o “l’ideologia gender è il pericolo più brutto” o “eutanasia e suicidio assistito sono cultura dello scarto”, lo relegano in un trafiletto e evitano accuratamente di avviare un dibattito. Stavolta no, stavolta si sono agitati.

Alla Radiotelevisione svizzera il Papa ha detto che bisogna saper negoziare una pace quando è evidente che la guerra provoca inutili sofferenze al proprio popolo, che servono Paesi terzi che aiutino questa trattativa, che Hamas e Israele agiscono da irresponsabili, che i soli ad avere reale interesse a far proseguire la guerra sono i produttori di armi. Nell’intervista il Papa dice chiaramente che “negoziare non è mai una resa” e si offre per aiutare il negoziato. Dov’è la novità nelle parole del Papa? Le ha sempre dette, il giorno dopo l’avvio della guerra in Ucraina andò personalmente a bussare all’ambasciata russa, il venerdì santo successivo fece reggere la croce insieme ad una donna ucraina e una donna russa (forti polemiche da Kiev), ha mandato Zuppi a Mosca. Il Papa, come Benedetto nel 1917, ritiene che questa guerra sia una “inutile strage”.
Per inciso, dal febbraio 2022 io la penso esattamente come lui, l’equazione per cui Putin è come Hitler e se non gli facciamo la guerra siamo Chamberlain alla Conferenza di Monaco del 1938 non regge, l’Ucraina non è la Polonia del 1939, fornire armi per far continuare questa guerra intercetta l’interesse solo dei produttori di armi e di una Nato che rischia di condurci sull’orlo di un abisso. Può essere che la mia analisi sia del tutto errata e dunque urlatemi contro le solite cose da social. Ma se parla un Papa, di guerra e pace, dategli retta. Raramente dice cose insensate. Perché stavolta vi fa così paura?
(Mario Adinolfi)



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