Angelus – Il Vangelo di Matteo: “Non abbiate paura”

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Angelus – Papa Francesco riflette sul Vangelo di Matteo, in cui risuona l’invito che Gesù rivolge ai suoi discepoli a non avere paura di fronte alle sfide della vita e alle avversità.

Quella dei cristiani perseguitati, oggi come “in ogni tempo”, è una realtà “dolorosa”, ma attesta la “fedeltà dei testimoni” di Gesù e la loro “comunione con Dio”: di fronte a chi tenta di “spegnere la forza evangelizzatrice con l’arroganza e la violenza”, sono “i martiri dei nostri giorni”. All’Angelus in Piazza San Pietro, Francesco esorta i fedeli a non cedere “mai” allo sconforto, affidandosi sempre a Dio e alla sua grazia, “più potente del male”.

Il Pontefice riflette sul Vangelo di Matteo, in cui risuona l’invito che Gesù rivolge ai suoi discepoli a non avere paura: la paura, spiega, “è uno dei nemici più brutti della vita nostra cristiana”. Dunque Gesù invita gli apostoli “ad essere forti e fiduciosi di fronte alle sfide della vita”, anche alle “avversità”, prosegue Francesco ribadendo il concetto più tardi pure in un tweet. Si tratta, chiarisce nella preghiera mariana, del “discorso missionario” con cui Cristo prepara gli apostoli alla “prima esperienza di annuncio del Regno di Dio”. Affronteranno anzitutto “l’ostilità di quanti vorrebbero zittire la Parola di Dio, edulcorandola, annacquandola o mettendo a tacere chi la annuncia”.

Gesù incoraggia gli apostoli a diffondere il messaggio di salvezza che Lui ha loro affidato. Per il momento, Lui lo ha trasmesso con cautela, quasi di nascosto, nel piccolo gruppo dei discepoli. Ma loro dovranno dire “nella luce”, cioè apertamente, e annunciare “dalle terrazze” – così dice Gesù – cioè pubblicamente, il suo Vangelo.

Gesù parla poi di quella sensazione, che si potrà pure sperimentare, che Dio stesso abbia abbandonato i propri figli, “restando distante e silenzioso”. Eppure, chiarisce il Pontefice, “pur attraversando queste e altre insidie, la vita dei discepoli è saldamente nelle mani di Dio, che ci ama e ci custodisce”.

Sono come le tre tentazioni: edulcorare il Vangelo, annacquarlo; seconda, la persecuzione; e terza, la sensazione che Dio ci ha lasciati da soli. Anche Gesù ha sofferto questa prova nell’orto degli ulivi e sulla croce: “Padre, perché mi hai abbandonato?”, dice Gesù. Alle volte si sente questa aridità spirituale; non ne dobbiamo avere paura. Il Padre si prende cura di noi, perché grande è il nostro valore ai suoi occhi. Ciò che importa è la franchezza, è il coraggio della testimonianza, della testimonianza di fede: “riconoscere Gesù davanti agli uomini” e andare avanti facendo del bene.

Prima dei saluti, l’invocazione a Maria Santissima, modello di fiducia e di abbandono in Dio propria nell’ora dell’avversità e del pericolo. A seguire, l’abbraccio a quanti giunti in Piazza San Pietro da varie parti d’Italia e da altri Paesi: adesso, constata il Papa in questa nuova fase della pandemia da coronavirus, cominciano “a vedersi” i pellegrini, “sempre più”.

Il “Non abbiate paura” del Vangelo di oggi in un periodo pandemico come quello in cui ci troviamo offre un grandissimo segnale di speranza. Ce lo ha ripetuto più volte papa Giovanni Paolo II, lo ha ripetuto papa Francesco nella recente messa di Pasqua, ce lo dice Gesù quando ci parla del Padre Mio che è attento alla vita di due passerotti, li segue con attenzione e quindi ancora più segue la vita di ciascun uomo, dei suoi figli passo dopo passo con attenzione ed amore.

«Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geenna e l’anima e il corpo.
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».”

Diceva Papa Wojtyla: “Fratelli e Sorelle! Non abbiate paura di accogliere Cristo e di accettare la sua potestà! Aiutate il Papa e tutti quanti vogliono servire Cristo e, con la potestà di Cristo, servire l’uomo e l’umanità intera! Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!

Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”. Solo lui lo sa!

Oggi così spesso l’uomo non sa cosa si porta dentro, nel profondo del suo animo, del suo cuore. Così spesso è incerto del senso della sua vita su questa terra. È invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione. Permettete, quindi – vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia – permettete a Cristo di parlare all’uomo. Solo lui ha parole di vita, sì! di vita eterna.




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