Notre Dame – Emmanuel Macron, presidente francese, è stato al cantiere della cattedrale di Notre Dame, a Parigi, il 15 aprile, Venerdì Santo. Era il giorno del terzo anniversario dell’incendio che ha devastato l’edificio, facendo crollare il tetto e causando danni ingenti all’850enne cattedrale di Parigi.
Il 17 aprile, la Pasqua è stata proclamata dal sagrato di Notre Dame, il Parvis da poco riaperto, segno che i lavori proseguono. Quella del presidente francese Emmanuel Macron, a nove giorni dal ballottaggio presidenziale, era vista da molti anche come una passarella elettorale, sebbene Macron sia andato anche lo scorso anno a visitare i lavori in occasione dell’anniversario. La visita, tuttavia, è servita anche a puntare di nuovo i riflettori sulla cattedrale e sui suoi lavori di ricostruzione che impiegano ditte internazionali, in un cantiere che quasi assomiglia a quello Medievale, alimentando la speranza che davvero, nel 2024, si riesca a riaprire la cattedrale, dopo che nel 2021 la messa in sicurezza dell’edificio ha lasciato il posto alla fase di restauro vera e propria.
Macron si è detto molto fiducioso, sottolineando che, una volta finiti i lavori, sarà come se “non avessimo mai saputo in vita nostra” dell’incendio. In una ora e mezza di visita, Macron è stato accompagnato, oltre che dalla moglie Brigitte, dal generale Jean-Louis Georgelin, presidente dell’ente pubblico incaricato della conservazione e del restauro della cattedra, nonché da Philippe Villeneuve, capo architetto dei monumenti storici, e da monsignor Chauvet, rettore della cattedrale.
A che punto sono i lavori? Volte, mura e pavimento sono state pulite internamente, restituendo alla cattedrale il suo candore originale, eliminando e bonificando dalle polveri di piombo sprigionate dal rogo. Si sono dovute ripulire le impalcature che circondavano le guglie, bruciate dal rogo, in un delicato processo che ha previsto la rimozione di circa 30 mila tubi dal peso complessivo di circa 300 tonnellate. Lo scorso 24 novembre, il processo di rimozione è stato finito, mentre sono state costruite scaffalature provvisorie per sostenere le guglie.
Anche il Grande Organo della cattedrale è stato smantellato e rimosso, e le canne dell’organo sono destinate ad essere riparate e pulite a fondo per rimuovere la polvere di acciaio che vi si è depositata a seguito dell’incendio. Un lavoro lungo, che non si pensa sarà terminato prima di aprile 2024. Diverse vetrate, statue e dipinti del XVII e XVIII secolo sono stati affidati a collaboratori esterni per essere restaurati, mentre all’interno della Chiesa si deve ancora restaurare la cornice e il tetto di legno, insieme alle navate. Durante i lavori, è stato anche scoperto un sarcofago in piombo, ora spedito all’istituto medico-legale di Tolosa, dove verrà riaperto e studiato.
Monsignor Chauvet, parlando con il portale dell’arcidiocesi di Parigi, ha sottolineato il ruolo particolare della corona di spine, custodita nella cattedrale, salvata dall’incendio. “L’incendio – ha detto – ha messo in luce l’importanza di questa reliquia della Madonna, che è senza dubbio una delle più grandi del mondo cristiano occidentale e che molti hanno riscoperto. La grazia della corona di spine è la contemplazione concreta della Passione del Signore. È anche la sinergia spirituale tra i cristiani”.
Per concludere una curiosità: prima dell’incendio, Notre Dame riceveva ogni anno 12 milioni di visitatori, e vi si tenevano almeno 2400 funzioni religiose e 150 concerti l’anno.