Nella Polonia di Santo Giovanni Paolo II i credenti cattolici sono il 91 per cento

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Polonia  – La Polonia di Papa Wojtyla resta cattolica ma appaiono lontani i tempi in cui i polacchi erano “trascinti” nella Fede da Papa Giovanni Paolo II.
Lo riferisce l’Agenzia di Informazione Cattolica KAI, che oggi ha presentato il Rapporto 2021 sulla situazione della Chiesa polacca. Nel Paese i giovani credenti e praticanti sono il 30,1%, mentre i giovani credenti e poco praticanti il 21,6% e i non praticanti il 18,5%. Il 50,7% degli studenti non ritiene la Chiesa un’autorità. Globalmente, il 91,9 % dei polacchi si dichiara di religione cattolica, lo 0,9% è ortodosso e il 3,1% afferma di non avere alcuna fede. Nel 2019 si consideravano appartenenti alla Chiesa Cattolica 32.461.000 fedeli, distribuiti in 10.382 parrocchie con un tasso di religiosità tra i più alti in Europa, con il 36,9% dei cattolici che partecipa regolarmente alla Messa domenicale. Si riduce, però, sempre più il numero di coloro che si dichiarano a favore degli insegnamenti della Chiesa su questioni morali, in particolare nella sfera dell’etica sessuale. Ad esempio, solo il 20% dei fedeli ritiene inammissibile la convivenza prematrimoniale.


La pandemia di Covid-19, recita un comunicato dell’Ufficio per le Comunicazioni Estere della Conferenza Episcopale Polacca, se da un lato ha evidenziato il processo di indebolimento delle pratiche religiose collettive e dei legami con la parrocchia, in atto già negli ultimi decenni, dall’altro ha permesso il rafforzamento dei legami familiari e della religiosità, con la ricerca del trascendente e di risposte ai bisogni spirituali.
Per quel che concerne le strutture della Chiesa cattolica, in Polonia si contano 1050 santuari, dei quali 793 mariani. Il più importante rimane quello di Jasna Góra, che nel 2019 ha registrato oltre 4 milioni di pellegrini, mentre il Santuario della Divina Misericordia, legato alle apparizioni di Gesù a Santa Faustina Kowalska, registra annualmente circa 2 milioni di pellegrini da 90 paesi.

CLERO I NUMERI
Il clero annovera 2 cardinali, 29 arcivescovi, 123 vescovi (dei quali 4 di rito bizantino-ucraino), 33.600 sacerdoti (dei quali 24.700 diocesani e 8.900 religiosi) e circa 1200 religiosi semplici di 59 congregazioni. Le religiose sono circa 19mila, raggruppate in 104 istituti religiosi e 13 congregazioni di vita contemplativa. Sono invece oltre 2,5 milioni i fedeli laici che prestano la loro opera nelle parrocchie o comunità di appartenenza. Nel 2020 i seminaristi sono stati 2556.
Secondo i dati forniti alla KAI dalla Conferenza dei Rettori dei Seminari Teologici Superiori, per l’anno accademico 2020/2021 sono in formazione 438 nuovi candidati al sacerdozio, dei quali 289 nei seminari diocesani e 149 negli ordini religiosi, i più numerosi dei quali presso i domenicani. Gli abbandoni del sacerdozio, invece, dal 2000 al 2017, sono in media 56 all’anno. Nell’ambito dell’ecumenismo vi sono organismi inter-ecclesiastici e commissioni bilaterali per il dialogo con le Chiese ortodossa, luterana, polacco-cattolica e avventista.
Sono poi in corso iniziative di rilievo da parte della Chiesa polacca. Un esempio? Sono state avviate nel 2009, invece, le procedure per protezione dei minori in caso di abusi. La Conferenza Episcopale Polacca ha adottato delle Linee Guida e, più recentemente, ha applicato le norme introdotte da Papa Francesco con il Motu Proprio “Vos estis lux mundi”. Dal 2004, poi, è aperto il Centro di Protezione del Minore presso l’Accademia “Ignatianum” di Cracovia, una unità inter-disciplinare che propone attività di formazione in campo psicologico, pedagogico e spirituale sviluppa programmi di prevenzione pastorali, formativi ed educativi utili a creare ambienti sicuri per i minori. Nel 2019 la Conferenza episcopale ha istituito, inoltre, un delegato per la Protezione dei minori e la Fondazione San Giuseppe, la cui missione è proteggere i minori e costruire strutture efficaci nella prevenzione e a sostegno della guarigione delle vittime di abusi.
Circa la presenza dei cattolici polacchi nel mondo, si contano 2.697 missionari; di questi 500 sono sacerdoti diocesani, 1.283 religiosi, 875 suore e 39 laici.
In Polonia l’ente caritativo più importante è Caritas Polska che raggruppa 44 Caritas diocesane – cui fanno riferimento 3.250 Caritas parrocchiali – e 834 punti di aiuto gestiti da religiosi o religiose. Circa l’associazionismo, secondo i dati del 2018, solo l’8% dei laici praticanti è impegnato stabilmente in comunità, associazioni o organizzazioni. Invece la pietà popolare più diffusa resta quella mariana.

EDUCAZIONE CATTOLICA
L’educazione cattolica viene offerta in 487 scuole, delle quali 259 elementari e medie, 173 superiori e 55 speciali (dati del 2019). Vi studiano oltre 70mila studenti, di cui circa 2.500 nelle scuole ‘speciali’.
Le Università Cattoliche sono 2: la Giovanni Paolo II di Lublino e la Pontificia Giovanni Paolo II di Cracovia. Offrono formazione cattolica pure l’Accademia Cattolica di Varsavia, l’Accademia “Ignatianum” di Cracovia dei gesuiti e la Pontificia Facoltà Teologica di Breslavia e le facoltà di Teologia nelle Università di Katowice, Poznań, Toruń, Opole, Olsztyn e Stettino.
Tra le numerosissime iniziative culturali annuali è da citare il Congresso di Cultura Cristiana di Lublino, evento internazionale dedicato alla cultura e organizzato dalla Chiesa polacca, giunto alla sesta edizione, e la Convenzione di Gniezno, incontro internazionale, con cadenza pluriennale, che vede la partecipazione di clero, politici, persone di scienza e cultura e che ha come obiettivo la riflessione sulla situazione spirituale dell’Europa. Nel mondo cattolico ci sono poi festival di musica cristiana, film religiosi, concerti d’organo e la Fiera degli editori cattolici. Sempre in ambito culturale c’è da ricordare che la Chiesa cattolica si prende cura della conservazione di circa 13mila chiese storiche e quasi 100 musei diocesani, religiosi e parrocchiali.

POLONIA E MEDIA CATTOLICI
Quanto al capitolo media essi comprendono, invece, 4 settimanali nazionali, 44 stazioni radiofoniche, Radio Maryja a livello nazionale e redazioni cattoliche nei media pubblici e privati come Telewizja Trwam. Il settore più in crescita è quello dei portali Internet cattolici. Un ruolo importante a livello nazionale svolgono l’Agenzia Cattolica di Informazione (KAI), della Conferenza Episcopale Polacca, e la Fondazione Opoka, il portale a servizio della Chiesa cattolica per la realizzazione di sistemi per lo scambio di informazioni, anch’esso voluto dalla Conferenza Episcopale Polacca.
Dal punto di vista socio-sanitario, infine, si annoverano case di cura per gli anziani, ospedali e hospice per malati terminali, cliniche e centri sanitari. Vi sono anche centri di noleggio di attrezzature per la riabilitazione dei disabili, centri di riabilitazione, laboratori di terapia occupazionale e case famiglia. Per i più piccoli sono attivi orfanotrofi, strutture di cura, centri di cura ed educazione per disabili e orfani, nonché centri terapeutici. Le famiglie possono contare, pure, sull’aiuto di cliniche specializzate e distrettuali, centri di consulenza parrocchiale, centri di sostegno e centri per l’adozione. Create e ben strutturate inoltre case per ragazze madri e per bambini abbandonati, mentre senzatetto e i poveri possono rivolgersi a punti per la distribuzione di vestiti, a centri di ristorazione, mense, rifugi e ostelli.
Per i disoccupati vi sono centri di integrazione sociale e cooperative sociali, ai quali si aggiungono gli immancabili centri di assistenza per migranti e rifugiati, e case per rimpatriati.
È bene ricordare che la Chiesa in Polonia sta ancora scontando la “colpa” di aver pubblicato il documento che delinea la Posizione della Conferenza episcopale polacca sui temi Lgbt+, nel quale, pur evidenziando «la necessità di rispettare le persone che si identificano come Lgbt+», si condanna l’equiparazione fra relazioni omosessuali e coppie sposate e ci si propone di creare centri di consulenza per aiutare chi intende ritrovare un orientamento sessuale naturale. Reazioni di segno opposto e tensioni incrociate sono sfociate anche in azioni dimostrative contro alcune chiese, che hanno agitato anche il mondo politico sulla questione dell’aborto molto dibattuta in Polonia.
Siamo arrivati al punto che, per fronteggiare “attacchi” alle Chiese il Presidente dell’Associazione Marcia di Indipendenza polacca Robert Bąkiewicz, ha annunciato la formazione di una nuova organizzazione chiamata “Guardia Nazionale”, in reazione agli attacchi alle chiese. “La sinistra radicale polacca dice che è guerra. Sì, questa è una guerra e ci stiamo unendo per questa guerra”, ha sottolineato Bąkiewicz.
Episodi di intolleranza e mancanza di rispetto religioso verso i cattolici che in Polonia hanno deciso di contrastare pacificamente ma attivamente! Già perché l’offensiva femminista e di sinistra è partita e riguarda anche l’Italia dove si è arrivati a scene blasfeme in tv e ad offese gravi alla Madonna per le strade di Roma nel silenzio quasi totale dei media. Situazioni inaccettabili che non possono cadere nell’oblio.




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