Papa Francesco all’udienza generale: partecipare e pregare nella Liturgia

226

Papa – Nella catechesi dell’udienza generale, dedicata alla preghiera liturgica, papa Francesco ci rammenta che senza liturgia, il cristianesimo “è senza Cristo”, intimistico, perché i riti liturgici, la Sacra Scrittura e i sacramenti sono “mediazioni concrete” per arrivare all’incontro con il Signore, “presente nello Spirito Santo attraverso i segni sacramentali”.

CRISTIANO E PREGHIERA

Il cristiano quindi non può affidare solo alla preghiera personale e spontanea, il suo rapporto con il Signore, in una spiritualità che non dà importanza alle liturgie pubbliche. Perché proprio la liturgia è l’atto “che fonda l’esperienza cristiana tutta intera, e perciò, anche la preghiera”.
Il Papa esordisce ricordando che spesso, nella storia della Chiesa, c’è stata “la tentazione di praticare un cristianesimo intimistico, che non riconosce ai riti liturgici pubblici la loro importanza spirituale”.
Si rivendicava, spiega il pontefice, “la presunta maggiore purezza di una religiosità che non dipendesse dalle cerimonie esteriori, ritenute un peso inutile o dannoso”, criticando non “una particolare forma rituale”, o “un determinato modo di celebrare, ma la liturgia stessa”. E quindi, per il Pontefice, “si possono trovare nella Chiesa certe forme di spiritualità che non hanno saputo integrare adeguatamente il momento liturgico”. Così molti fedeli, anche se partecipano alla Messa “hanno attinto alimento per la loro fede e la loro vita spirituale piuttosto da altre fonti, di tipo devozionale”.

Sacrosanctum Concilium

Su questo la Chiesa ha “molti camminato” e la costituzione apostolica Sacrosanctum Concilium del Concilio Vaticano II sintetizza bene questo cammino: Essa ribadisce in maniera completa e organica l’importanza della divina liturgia per la vita dei cristiani, i quali trovano in essa quella mediazione oggettiva richiesta dal fatto che Gesù Cristo non è un’idea o un sentimento, ma una Persona vivente, e il suo Mistero un evento storico.

PREGHIERA DEI CRISTIANI

La preghiera dei cristiani, infatti, prosegue Papa Francesco, “passa attraverso mediazioni concrete: la Sacra Scrittura, i Sacramenti, i riti liturgici, la comunità”. E’ la “sfera corporea e materiale”, indispensabile per la vita cristiana, perché “in Gesù Cristo essa è diventata via di salvezza”. Quindi, aggiunge “a braccio”: “Ora dobbiamo pregare con il corpo. Il corpo entra nella preghiera”
Dunque “non esiste spiritualità cristiana che non sia radicata nella celebrazione dei santi misteri”. Il Catechismo scrive infatti, al numero 2655: “La missione di Cristo e dello Spirito Santo che, nella Liturgia sacramentale della Chiesa, annunzia, attualizza e comunica il Mistero della salvezza, prosegue nel cuore che prega”.
La liturgia, in sé stessa, non è solo preghiera spontanea, ma qualcosa di più e di più originario: è atto che fonda l’esperienza cristiana tutta intera e, perciò, anche la preghiera. È evento, è accadimento, è presenza, è incontro.
Cristo, “si rende presente nello Spirito Santo attraverso i segni sacramentali”: per questo è necessario per noi cristiani “partecipare ai divini misteri”.

Un cristianesimo senza liturgia è un cristianesimo senza Cristo

“Un cristianesimo senza liturgia, io oserei dire che forse è un cristianesimo senza Cristo. Senza Cristo totale”
Perfino nel rito più spoglio, come quello che alcuni cristiani hanno celebrato e celebrano nei luoghi di prigionia, o nel nascondimento di una casa durante i tempi di persecuzione, Cristo si rende realmente presente e si dona ai suoi fedeli.
La liturgia, prosegue il Pontefice, “chiede di essere celebrata con fervore, perché la grazia effusa nel rito non vada dispersa ma raggiunga il vissuto di ciascuno”. Il Catechismo lo spiega bene: “La preghiera interiorizza e assimila la Liturgia durante e dopo la sua celebrazione”.:
Molte preghiere cristiane non provengono dalla liturgia, ma tutte, se sono cristiane, presuppongono la liturgia, cioè la mediazione sacramentale di Gesù Cristo.

LA PRESENZA DI CRISTO

Cristo è presente “ogni volta che celebriamo un Battesimo, o consacriamo il pane e il vino nell’Eucaristia, o ungiamo con l’Olio santo il corpo di un malato”. E la preghiera del cristiano “fa propria la presenza sacramentale di Gesù”. Ciò che è esterno a noi diventa parte di noi, e spiega Papa Francesco, “la liturgia lo esprime perfino con il gesto così naturale del mangiare”.
Per questo, sottolinea il Papa, “la Messa non può essere solo ‘ascoltata’, non possiamo dire “vado ad ascoltare Messa” come “se noi fossimo solo spettatori di qualcosa che scivola via senza coinvolgerci”. La Messa “è sempre celebrata”, non solo dal sacerdote che la presiede, “ma da tutti i cristiani che la vivono”. E il centro è Cristo “è Lui il Protagonista della liturgia”.
Infatti, conclude Papa Francesco, i primi cristiani, iniziando a vivere il loro culto, lo fecero attualizzarono “i gesti e le parole di Gesù, con la luce e la forza dello Spirito Santo”, in modo che la loro vita, “diventasse sacrificio spirituale offerto a Dio”. Un approccio rivoluzionario, per il quale “la vita è chiamata a diventare culto a Dio, ma questo non può avvenire senza la preghiera, specialmente la preghiera liturgica”.
“Questo pensiero ci aiuti tutti quando si va a Messa la domenica: vado a pregare in comunità, vado a pregare con Cristo che è presente”. Quando andiamo alla celebrazione di un battesimo, per esempio, è Cristo lì, presente, che battezza. “Ma, Padre, questa è un’idea, un modo di dire …”: no, non è un modo di dire. Cristo è presente e nella liturgia tu preghi con Cristo accanto a te.
Nei saluti in lingua polacca il Vescovo di Roma aggiunge: “La liturgia della Chiesa è fonte della pietà e nutrimento della preghiera personale. Anche dalla comune preghiera liturgica, quando siamo radunati attorno a Cristo, inizia la realizzazione del comandamento dell’amore verso Dio e verso il prossimo, perché pregando gli uni per gli altri ci aiutiamo reciprocamente e portiamo i pesi gli uni degli altri. Vi benedico di cuore”.

Giornata Internazionale della Fratellanza Umana

In conclusione dell’incontro il Papa ricorda la Prima Giornata Internazionale della Fratellanza Umana, che si celebra oggi, come stabilito da una recente Risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
“Tale iniziativa tiene conto anche dell’incontro del 4 febbraio 2019 ad Abu Dhabi, quando il Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb e io abbiamo firmato il Documento sulla Fratellanza Umana per la pace mondiale e la convivenza comune. Sono molto lieto che le Nazioni del mondo intero si uniscano in questa celebrazione, volta a promuovere il dialogo interreligioso e interculturale. Perciò domani pomeriggio (oggi) parteciperò a un incontro virtuale con il Grande Imam di Al-Azhar, con il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Signor António Guterres, e con altre personalità. La citata Risoluzione delle Nazioni Unite riconosce «il contributo che il dialogo tra tutti i gruppi religiosi può apportare per migliorare la consapevolezza e la comprensione dei valori comuni condivisi da tutta l’umanità». Sia questa oggi la nostra preghiera e il nostro impegno ogni giorno dell’anno”.
Vi incoraggio a nutrirvi spesso della parola di Dio, specialmente nella liturgia, applicandola ad ogni circostanza della vostra vita quotidiana.

SALUTI
Il mio pensiero va infine, come di consueto, agli anziani, ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Ieri abbiamo celebrato la festa della Presentazione del Signore al tempio per le mani della Vergine Maria: Ella presentò a Dio Gesù. Nutriamo la viva speranza che Lei, la Regina del cielo, presenti a Dio anche ciascuno di noi e le nostre necessità. Non stancatevi di mettere la vostra vita nelle mani misericordiose di Dio Padre.




Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *