Papa Francesco: “Dio è comunione”

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Papa – Tanti gli appuntamenti di Papa Francesco nel concludersi del mese mariano e tutti di grande interesse.
“La Santissima Trinità è il mistero di un unico Dio, e questo Dio è in tre Persone: il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo, tre persone. Ma Dio è uno!” Papa Francesco inizia con questa parole la sua riflessione all’Angelus di questa domenica, affacciato su Piazza San Pietro.
In questa festa nella quale celebriamo Dio: il mistero di un unico Dio. E questo Dio è il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo. Tre persone, ma Dio è uno! Il Padre è Dio, il Figlio è Dio, lo Spirito è Dio. Ma non sono tre dei: è un solo Dio in tre Persone. È un mistero che ci ha rivelato Gesù Cristo: la Santa Trinità. Oggi ci fermiamo a celebrare questo mistero, perché le Persone non sono aggettivazione di Dio, no. Sono Persone reali, diverse, differenti; non sono – come diceva quel filosofo – “emanazioni di Dio”, no, no! Sono Persone. C’è il Padre, che io prego con il Padre Nostro; c’è il Figlio, che mi ha dato la redenzione, la giustificazione; c’è lo Spirito Santo, che abita in noi e abita la Chiesa. E questo parla al nostro cuore, perché lo troviamo racchiuso in quella espressione di San Giovanni che riassume tutta la Rivelazione: «Dio è amore» (1 Gv 4,8.16). Il Padre è amore, il figlio è amore, lo Spirito Santo è amore. E in quanto è amore, Dio, pur essendo uno e unico, non è solitudine ma comunione, fra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Perché l’amore è essenzialmente dono di sé, e nella sua realtà originaria e infinita è Padre che si dona generando il Figlio, il quale si dona a sua volta al Padre e il loro reciproco amore è lo Spirito Santo, vincolo della loro unità. Non è facile da capire, ma si può vivere questo mistero, tutti noi, si può vivere tanto.


Questo mistero della Trinità ci è stato svelato da Gesù stesso. Egli ci ha fatto conoscere il volto di Dio come Padre misericordioso; ha presentato Sé stesso, vero uomo, come Figlio di Dio e Verbo del Padre, Salvatore che dà la sua vita per noi; e ha parlato dello Spirito Santo che procede dal Padre e dal Figlio, Spirito di Verità, Spirito Paraclito – ne abbiamo parlato, domenica scorsa, di questa parola “Paraclito” – cioè Consolatore e Avvocato. E quando Gesù è apparso agli Apostoli dopo la risurrezione, Gesù li ha inviati ad evangelizzare «tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo» (Mt 28,19). La festa odierna, dunque, ci fa contemplare questo meraviglioso mistero di amore e di luce da cui proveniamo e a cui è orientato il nostro cammino terreno.
Nell’annuncio del Vangelo e in ogni forma della missione cristiana, non si può prescindere da questa unità alla quale chiama Gesù, fra noi, seguendo l’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo: non si può prescindere da questa unità. La bellezza del Vangelo richiede di essere vissuta – l’unità – e testimoniata nella concordia tra noi, che siamo così diversi! E questa unità oso dire che è essenziale al cristiano: non è un atteggiamento, un modo di dire, no, è essenziale, perché è l’unità che nasce dall’amore, dalla misericordia di Dio, dalla giustificazione di Gesù Cristo e dalla presenza dello Spirito Santo nei nostri cuori.
Maria Santissima, nella sua semplicità e umiltà, riflette la Bellezza di Dio Uno e Trino, perché ha accolto pienamente Gesù nella sua vita. Ella sostenga la nostra fede; ci renda adoratori di Dio e servitori dei fratelli”.
Dalla finestra dell’Angelus arriva un importante annuncio: il primo luglio in Vaticano, Papa Francesco incontrerà i rappresentanti delle comunità cristiane del Libano per pregare per la pace e la stabilità. La preparazione all’incontro ha sullo sfondo la complessa situazione del Libano, con riflessi anche nel conflitto israelo-palestinese come testimonia il lancio notturno di razzi, pochi giorni fa, sparati dalla zona di Rashaya al Fuqar, verso Israele. Ci sono le difficoltà della classe politica libanese di superare l’impasse che frena da mesi la formazione del nuovo governo, indispensabile affinché Beirut possa avere accesso agli aiuti internazionali che servono alla popolazione per sottrarsi a fame, povertà, malattie.
“Il prossimo 1° luglio mi incontrerò in Vaticano con i principali responsabili delle comunità cristiane presenti in Libano, per una Giornata di riflessione sulla preoccupante situazione del Paese e per pregare insieme per il dono della pace e della stabilità. Affido questa intenzione all’intercessione della Madre di Dio tanto venerata al Santuario di Harissa e fin da questo momento vi chiedo di accompagnare la preparazione di questo evento con la preghiera solidale, invocando per quell’amato Paese un futuro più sereno” sono le parole del Papa.
Quindi il pontefice il Papa ricorda la beatificazioni ieri ad Astorga, in Spagna, di Maria Pilar Gullón Yturriaga, Octavia Iglesias Blanco e Olga Pérez-Monteserín Núñez e per loro chiede un applauso che le raggiunga in cielo.
Queste tre donne laiche, coraggiose, a imitazione del buon samaritano si sono dedicate a curare ferite di guerra, senza abbandonarli nel momento del pericolo: hanno rischiato, e sono state uccise in odio alla loro fede. Lodiamo il Signore per la loro testimonianza evangelica. Un applauso alle nuove beate!
Francesco dedica anche un momento per ringraziare le tante iniziative benefiche messe in campo oggi, da varie associazioni, in occasione della Giornata mondiale della sclerosi multipla e della Giornata nazionale del Sollievo. Esprimo riconoscenza per queste iniziative. Ricordiamoci che la vicinanza è un balsamo prezioso che dà sostegno e consolazione a chi soffre nella malattia.
I saluti finali, Francesco li fa mentre scorge le bandiere dei Paesi presenti in Piazza in piccole rappresentanze. La distanza che lo separa dai fedeli è tanta, eppure, come al solito, sembra guardarli negli occhi uno per uno carpendone le esigenze, come fa coi colombiani, altra popolazione che vive in un contesto non facile.
Ieri, in conclusione del mese di Maggio dedicato a Maria, la recita del Rosario guidato dal Papa alla presenza di bambini che hanno ricevuto la prima Comunione della parrocchia di Santa Maria della Grotticella a Viterbo. Questa parrocchia, per prima in Italia, ha messo a disposizione i propri locali per la Asl cittadina in modo da allestire un centro vaccinale.




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