Papa Francesco e le 38 catechesi sulla preghiera

1120

Papa – Con l’udienza di ieri, Papa Francesco ha concluso le udienze generali dedicate alla preghiera. Si è trattato di 38 tappe molto significative che è interessante andatre a rivisitare (seppur brevemente). La preghiera, ricorda il Papa, è una relazione, un dialogo, un “incontro tra l’io e il Tu”.
Il primo appuntamento è stato con il mistero della preghiera. È mercoledì 6 maggio del 2020. Il mondo è scosso dalla difficile situazione mondiale causata della pandemia. Durante l’udienza generale, nella Biblioteca del Palazzo Apostolico, Papa Francesco si sofferma sul “mistero della preghiera”. “Oggi iniziamo un nuovo ciclo di catechesi sul tema della preghiera. La preghiera è il respiro della fede, è la sua espressione più propria. Come un grido che esce dal cuore di chi crede e si affida a Dio”.
Il Papa ricorda la storia di Bartimeo, un personaggio del Vangelo. È cieco e sta seduto a mendicare sul bordo della strada. Capisce dalla folla che Gesù non è lontano e grida: “Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!”.Più forte di qualsiasi argomentazione contraria, nel cuore dell’uomo c’è una voce che invoca. Tutti abbiamo questa voce, dentro. Una voce che esce spontanea, senza che nessuno la comandi, una voce che s’interroga sul senso del nostro cammino quaggiù, soprattutto quando ci troviamo nel buio
Il 13 maggio del 2020 il Papa riflette sulle caratteristiche della preghiera cristiana. “La preghiera del cristiano – ricorda il Pontefice durante la catechesi – entra in relazione con il Dio dal volto tenerissimo, che non vuole incutere alcuna paura agli uomini”. “Dio è l’amico, l’alleato, lo sposo. Nella preghiera si può stabilire un rapporto di confidenza con Lui”. La preghiera è uno slancio, è un’invocazione che va oltre noi stessi: qualcosa che nasce nell’intimo della nostra persona e si protende, perché avverte la nostalgia di un incontro. Quella nostalgia che è più di un bisogno, più di una necessità: è una strada. La preghiera è la voce di un “io” che brancola, che procede a tentoni, in cerca di un “Tu”. L’incontro tra l’“io” e il “Tu” non si può fare con le calcolatrici: è un incontro umano e tante volte si procede a tentoni per trovare il “Tu” che il mio “io” sta cercando.
Nella terza udienza generale dedicata alla preghiera, il 20 maggio del 2020, Papa Francesco sottolinea che il mistero della Creazione deve generare in noi un canto di lode. La preghiera, afferma, “è la prima forza della speranza”. La preghiera dell’uomo è strettamente legata con il sentimento dello stupore. La grandezza dell’uomo è infinitesimale se rapportata alle dimensioni dell’universo. Le sue più grandi conquiste sembrano ben poca cosa… Però l’uomo non è nulla. Nella preghiera si afferma prepotente un sentimento di misericordia.


All’udienza generale del 27 maggio 2020 Francesco ricorda che, mentre il male si allarga a macchia d’olio, la preghiera dei giusti è capace di restituire speranza ed è “una catena di vita”. “La preghiera apre la porta a Dio, trasformando il nostro cuore, tante volte di pietra, in un cuore umano”. Il segno della croce, sottolinea il Papa, è la prima preghiera.
La preghiera semina vita, la piccola preghiera: per questo è tanto importante insegnare ai bambini a pregare. A me dà dolore quando trovo bambini che non sanno fare il segno della croce. Bisogna insegnare loro a fare bene il segno della croce, perché è la prima preghiera. È importante che i bambini imparino a pregare. Poi, forse, si potranno dimenticare, prendere un altro cammino; ma le prime preghiere imparate da bambino rimangono nel cuore, perché sono un seme di vita, il seme del dialogo con Dio.
Il Papa dedica l’udienza generale del 3 giugno 2020, alla preghiera di Abramo. Dal Patriarca, afferma Francesco, si deve imparare a pregare con fede, “a dialogare fino a discutere con Dio”. “C’è una voce – ricorda il Papa – che risuona all’improvviso nella vita di Abramo. Una voce che lo invita a intraprendere un cammino che sa di assurdo: una voce che lo sprona a sradicarsi dalla sua patria, dalle radici della sua famiglia, per andare verso un futuro nuovo, un futuro diverso”. E Abramo parte. Ascolta la voce di Dio e si fida della sua parola. Questo è importante: si fida della parola di Dio. E con questa sua partenza nasce un nuovo modo di concepire la relazione con Dio.
All’udienza generale del 10 giugno 2020 il Papa prosegue la riflessione sulla preghiera parlando della figura di Giacobbe che “lotta con Dio” un’intera notte e ne esce cambiato: da uomo scaltro “impermeabile alla grazia”, si scopre fragile e avvolto dalla misericordia divina. “Giacobbe – ricorda Francesco – non ha altro da presentare a Dio che la sua fragilità e la sua impotenza, anche i suoi peccati. Ed è questo Giacobbe a ricevere da Dio la benedizione.


All’udienza generale del 17 giugno 2020, il Papa ripercorre la vita di Mosè. “Mosè – sottolinea Francesco ci sprona a pregare con il medesimo ardore di Gesù, a intercedere per il mondo, a ricordare che esso, nonostante tutte le sue fragilità, appartiene sempre a Dio”. “Mosè – sottolinea Francesco – ci sprona a pregare con il medesimo ardore di Gesù, a intercedere per il mondo, a ricordare che esso, nonostante tutte le sue fragilità, appartiene sempre a Dio”.
E’ una forte esortazione alla preghiera in qualsiasi circostanza quella che il Papa rivolge all’udienza generale del 24 giugno 2020 sulle orme della figura di Davide. “La preghiera ci dà nobiltà: essa è in grado di assicurare la relazione con Dio, che è il vero Compagno di cammino dell’uomo, in mezzo alle mille traversie della vita, buone o cattive”. Nella vita di Davide – sottolinea il Papa – c’è un filo rosso “che dà unità a tutto ciò che accade: la sua preghiera”.
Con l’udienza generale del 7 ottobre 2020 Papa Francesco riprende le catechesi sulla preghiera, interrotte per quelle sulla cura del creato. Le parole del Pontefice ruotano intorno ad “uno dei personaggi più avvincenti di tutta la Sacra Scrittura: il profeta Elia”. “Quanto bisogno – afferma Francesco – abbiamo noi di credenti, di cristiani zelanti, che agiscano davanti a persone che hanno responsabilità dirigenziale con il coraggio di Elia, per dire: “Questo non va fatto! Questo è un assassinio!”. In qualche sera possiamo sentirci inutili e soli. È allora che la preghiera verrà e busserà alla porta del nostro cuore. Un lembo del mantello di Elia lo possiamo raccogliere tutti noi, come ha raccolto la metà del mantello il suo discepolo Eliseo. E anche se avessimo sbagliato qualcosa, o ci sentissimo minacciati e impauriti, tornando davanti Dio con la preghiera, ritorneranno come per miracolo anche la serenità e la pace.


All’udienza generale del 14 ottobre 2020 il Papa dedica la sua catechesi al Libro dei Salmi, il libro che insegna a pregare. Nei salmi, sottolinea Francesco, “il credente trova una risposta”. Chi prega – ricorda il Papa – non è un illuso: sa che tante questioni della vita di quaggiù rimangono insolute, senza via d’uscita; la sofferenza ci accompagnerà e, superata una battaglia, ce ne saranno altre che ci attendono. Però, se siamo ascoltati, tutto diventa più sopportabile”. Nella catechesi dell’udienza generale del 21 ottobre 2020, il Pontefice conclude la riflessione sui Salmi sottolineando che il Salterio ci insegna ad invocare Dio per noi, ma anche per i fratelli e per il mondo. Ad attirare l’attenzione del Santo Padre, durante la catechesi, è in particolare il pianto di un bambino. “È la voce – afferma il Papa – che attira la tenerezza di Dio” su di noi e con noi.


All’udienza generale del 28 ottobre 2020 l’itinerario di catechesi sulla preghiera, dopo aver percorso l’Antico Testamento, arriva a Gesù. “L’esordio della sua missione pubblica – ricorda Francesco avviene con il battesimo nel fiume Giordano”. “Se ci sembra che la vita sia stata del tutto inutile aggiunge il Papa – dobbiamo in quell’istante supplicare che la preghiera di Gesù diventi anche la nostra”. Gesù, sottolinea il Pontefice, “prega con noi”. E pregando, “apre la porta dei cieli, e da quella breccia discende lo Spirito Santo”.


All’udienza generale del 4 novembre 2020 Papa Francesco esorta a a riscoprire Gesù Cristo come maestro di preghiera. Il Pontefice sottolinea che “ogni persona ha bisogno di uno spazio per sé stessa, dove coltivare la propria vita interiore, dove le azioni ritrovano un senso”. “Durante la sua vita pubblica – aggiunge – Gesù fa costantemente ricorso alla forza della preghiera”. “La preghiera di Gesù – ricorda il Papa – è il luogo dove si percepisce che tutto viene da Dio e a Lui ritorna”. A volte noi esseri umani ci crediamo padroni di tutto, oppure al contrario perdiamo ogni stima di noi stessi, andiamo da una parte all’altra. La preghiera ci aiuta a ritrovare la giusta dimensione, nella relazione con Dio, nostro Padre, e con tutto il creato.
“Continuiamo le catechesi sulla preghiera. Qualcuno mi ha detto: Lei parla troppo sulla preghiera. Non è necessario. Sì, è necessario. Perché se noi non preghiamo, non avremo la forza per andare avanti nella vita. La preghiera è come l’ossigeno della vita”. “La preghiera è attirare su di noi la presenza dello Spirito Santo che ci porta sempre avanti. Per questo, io parlo tanto sulla preghiera”. Con queste parole si apre la catechesi dell’11 novembre del 2020. “Il cristiano che prega – sottolinea il Papa – non teme nulla”. Cristo è tutto per noi, anche nella nostra vita di preghiera.
Lo diceva Sant’Agostino con un’espressione illuminante, che troviamo anche nel Catechismo: Gesù «prega per noi come nostro sacerdote; prega in noi come nostro capo; è pregato da noi come nostro Dio. Riconosciamo, dunque, in Lui la nostra voce, e in noi la sua voce». Ed è per questo che il cristiano che prega non teme nulla, si affida allo Spirito Santo, che è stato dato a noi come dono e che prega in noi, suscitando la preghiera.


All’udienza generale del 18 novembre 2020, il Papa riflette su Maria, sul suo stile nel rivolgersi a Dio con cuore umile: “Signore, quello che Tu vuoi, quando Tu vuoi e come Tu vuoi”. “Tutto ciò che capita a Maria – sottolinea Francesco – finisce con l’avere un riflesso nel profondo del suo cuore: i giorni pieni di gioia, come i momenti più bui, quando anche lei fatica a comprendere per quali strade debba passare la Redenzione”.


All’udienza generale del 25 novembre 2020 il Papa si sofferma sulla prima comunità cristiana descritta negli Atti degli Apostoli. Una comunità che vive e “persevera nella preghiera”. “La Chiesa – afferma – è opera dello Spirito Santo”. Dio dona amore, Dio chiede amore. È questa la radice mistica di tutta la vita credente.
Nella catechesi del 2 dicembre 2020 Francesco si sofferma su una dimensione essenziale della preghiera: la benedizione. “Nei racconti della creazione – ricorda il Pontefice – Dio continuamente benedice la vita, sempre. Benedice gli animali, benedice l’uomo e la donna, infine benedice il sabato, giorno del riposo e del godimento di tutta la creazione. È Dio che benedice”. Francesco esorta a non maledire, ma a benedire.
Non dobbiamo scandalizzarci se sentiamo il bisogno di pregare, non avere vergogna. E soprattutto quando siamo nella necessità, chiedere.. È questo uno dei passaggi centrali della catechesi del 9 dicembre 2020 incentrata sulla “preghiera di domanda”. La lode e la supplica, sottolinea il Papa, sono i due elementi che trovano posto nella preghiera cristiana.


E’ la preghiera di intercessione il centro della riflessione di Papa Francesco all’udienza generale del 16 dicembre 2020. Francesco si sofferma sulla preghiera di intercessione. “La preghiera – afferma il Pontefice – soltanto si dà in spirito di amore. Chi non ama fa finta di pregare, o lui crede di pregare, ma non prega, perché manca proprio lo spirito che è l’amore”. “La preghiera – afferma il Pontefice – soltanto si dà in spirito di amore. Chi non ama fa finta di pregare, o lui crede di pregare, ma non prega, perché manca proprio lo spirito che è l’amore”.
“Non tralasciamo di ringraziare: se siamo portatori di gratitudine, anche il mondo diventa migliore, magari anche solo di poco, ma è ciò che basta per trasmettergli un po’ di speranza. Tutto è unito e legato, e ciascuno può fare la sua parte là dove si trova”.


All’udienza generale del 30 dicembre 2020 Papa Francesco incentra la propria catechesi sulla preghiera di ringraziamento ed esorta a coltivare “l’allegrezza” alimentata dalla “gioia dell’incontro con Gesù”. “Il demonio invece, dopo averci illusi, ci lascia sempre tristi e soli”.
E’ la preghiera di lode al centro della catechesi di Papa Francesco all’udienza generale del 13 gennaio 2021 Francesco sottolinea l’importanza di lodare Dio anche nei momenti bui della vita.


All’udienza generale del 27 gennaio 2021 il Papa si sofferma sulla preghiera che si può fare “a partire da un brano della Bibbia”. “Le parole della Sacra Scrittura non sono state scritte per restare imprigionate sul papiro, sulla pergamena o sulla carta, ma per essere accolte da una persona che prega, facendole germogliare nel proprio cuore”. “La Bibbia – spiega il pontefice – non è scritta per un’umanità generica, ma per noi, per me, per te, per uomini e donne in carne e ossa, uomini e donne che hanno nome e cognome, come me, come te”.
L’udienza generale del 3 febbraio 2021 è dedicata alla preghiera nella liturgia “Un cristianesimo senza liturgia, io oserei dire che forse – sottolinea Francesco – è un cristianesimo senza Cristo. Senza il Cristo totale. Perfino nel rito più spoglio, come quello che alcuni cristiani hanno celebrato e celebrano nei luoghi di prigionia, o nel nascondimento di una casa durante i tempi di persecuzione, Cristo si rende realmente presente e si dona ai suoi fedeli”.


È la preghiera quotidiana il tema della catechesi di Papa Francesco all’udienza generale del 10 febbraio 2021. “La preghiera avviene nell’oggi. Gesù ci viene incontro oggi, questo oggi che stiamo vivendo. Ed è la preghiera a trasformare questo oggi in grazia, o meglio, a trasformarci: placa l’ira, sostiene l’amore, moltiplica la gioia, infonde la forza di perdonare”. “La preghiera ci aiuta ad amare gli altri, nonostante i loro sbagli e i loro peccati”.
”Perché l’uomo dovrebbe essere amato da Dio? “. All’udienza generale del 3 marzo 2021 Francesco pone questa ed altre cruciali domande. Quale Dio è disposto a morire per gli uomini? Quale Dio ama sempre e pazientemente, senza la pretesa di essere riamato? Quale Dio accetta la tremenda mancanza di riconoscenza di un figlio che gli chiede in anticipo l’eredità e se ne va via di casa sperperando tutto?


All’udienza generale del 17 marzo 2021 Papa Francesco completa .la catechesi sulla preghiera come relazione con la Santissima Trinità, in particolare con lo Spirito Santo. “Il primo dono di ogni esistenza cristiana – afferma il Santo Padre – è lo Spirito Santo. Non è uno dei tanti doni, ma il Dono fondamentale. Lo Spirito è il dono che Gesù aveva promesso di inviarci. Senza lo Spirito non c’è relazione con Cristo e con il Padre”.
All’udienza generale del 24 marzo 2021 il Papa si sofferma sulla preghiera in comunione con la Madre di Gesù. “Maria – sottolinea il Pontefice – è stata ed è presente nei giorni di pandemia, vicino alle persone che purtroppo hanno concluso il loro cammino terreno in una condizione di isolamento, senza il conforto della vicinanza dei loro cari. Maria è sempre lì, accanto a noi, con la sua tenerezza materna”. Come e più di ogni buona madre, Maria ci difende nei pericoli, si preoccupa per noi, anche quando noi siamo presi dalle nostre cose e perdiamo il senso del cammino, e mettiamo in pericolo non solo la nostra salute ma la nostra salvezza. Maria è lì, a pregare per noi, a pregare per chi non prega. A pregare con noi. Perché? Perché lei è la nostra Madre. Le preghiere a Maria non sono mai vane.


“Quando preghiamo, non lo facciamo mai da soli: anche se non ci pensiamo, siamo immersi in un fiume maestoso di invocazioni che ci precede e che prosegue dopo di noi”. Papa Francesco pronuncia queste parole all’udienza generale del 7 aprile 2021. “Il primo modo – afferma il Papa – per affrontare un tempo di angustia è quello di chiedere ai fratelli, ai santi soprattutto, che preghino per noi. Il nome che ci è stato dato nel Battesimo non è un’etichetta o una decorazione! È di solito il nome della Vergine, di un Santo o di una Santa, i quali non aspettano altro che di “darci una mano” nella vita, di darci una mano per ottenere da Dio le grazie di cui abbiamo più bisogno”.
“La Chiesa è una grande scuola di preghiera. Molti di noi hanno imparato a sillabare le prime orazioni stando sulle ginocchia dei genitori o dei nonni. Forse custodiamo il ricordo della mamma e del papà che ci insegnavano a recitare le preghiere prima di andare a dormire”. Papa Francesco pronuncia queste parole incentrando il 14 aprile del 2021 la catechesi sul tema: la Chiesa maestra di preghiera.


Nella catechesi dell’udienza generale del 21 aprile 2021 il Papa riflette sul valore della preghiera vocale. “Non cadiamo nella superbia di disprezzare la preghiera vocale”, perché “destano anche il più assonnato dei cuori”. “La preghiera – ricorda il Pontefice – è dialogo con Dio; e ogni creatura, in un certo senso, “dialoga” con Dio”. Nell’essere umano, la preghiera diventa parola, invocazione, canto, poesia.
All’udienza generale del 28 aprile 2021 Il Papa si sofferma su “quella forma di preghiera che è la meditazione”. “Per un cristiano ‘meditare’ – afferma il Santo Padre – è cercare una sintesi: significa mettersi davanti alla grande pagina della Rivelazione per provare a farla diventare nostra, assumendola completamente”. Meditare, per noi cristiani, è un modo di incontrare Gesù. E così, solo così, di ritrovare noi stessi.
Nella catechesi del 5 maggio 2021 il Papa si sofferma sulla preghiera di contemplazione. “Essere contemplativi non dipende dagli occhi, ma dal cuore. E qui entra in gioco la preghiera, come atto di fede e d’amore, come ‘respiro’ della nostra relazione con Dio”. “La preghiera – afferma Francesco – purifica il cuore e, con esso, rischiara anche lo sguardo, permettendo di cogliere la realtà da un altro punto di vista”.


Il Papa ricorda anche che “la dimensione contemplativa dell’essere umano – che non è ancora la preghiera contemplativa – è un po’ come il “sale” della vita: dà sapore, dà gusto alle nostre giornate. Si può contemplare guardando il sole che sorge al mattino, o gli alberi che si rivestono di verde a primavera; si può contemplare ascoltando una musica o il canto degli uccelli, leggendo un libro, davanti a un’opera d’arte o a quel capolavoro che è il volto umano…
All’udienza generale dell’12 maggio 2021 Il Papa torna a presiedere l’udienza generale con la presenza dei fedeli. Le sue parole risuonano, tra volti di pellegrini di vari Paesi del mondo, dal Cortile di San Damaso del Palazzo Apostolico. “Sono contento di riprendere questo incontro faccia a faccia, perché vi dico una cosa: non è bello parlare davanti al niente, a una telecamera”. Rivolgendosi a fedeli e pellegrini si sofferma sul combattimento della preghiera. Parlando a braccio, torna ad un episodio accaduto in Argentina. Ricorda la vicenda di una famiglia. Ad un padre viene comunicato che la figlia è gravemente malata a causa di una infezione. Per i medici non potrà superare la notte. Quell’uomo, piangendo, lascia la moglie e la figlia all’ospedale. Sale su un treno e raggiunge la Basilica di Luján dove trascorre la notte in preghiera. Una volta tornato a casa, gli viene detto che la figlia inspiegabilmente è guarita. “La Madonna lo ha ascoltato”. “La preghiera – sottolinea il Papa ricordando questo episodio – fa dei miracoli”. La preghiera è un combattimento e il Signore sempre è con noi. Se in un momento di cecità non riusciamo a scorgere la sua presenza, ci riusciremo in futuro.


All’udienza generale del 19 maggio 2021 il Papa riflette sull’esperienza vissuta della preghiera. E ricorda “alcune difficoltà molto comuni”. Si sofferma in particolare su distrazione, aridità e accidia. “Pregare – afferma – non è facile: ci sono tante difficoltà che vengono nella preghiera. Bisogna conoscerle, individuarle e superarle”. “Si deve imparare a camminare sempre”. “Il vero progresso della vita spirituale – sottolinea – non consiste nel moltiplicare le estasi, ma nell’essere capaci di perseverare in tempi difficili”. Papa Francesco esorta anche a rivolgere al Padre la preghiera del “perché”, come fa un bambino col suo papà.


La catechesi del 26 maggio 2021 ruota intorno ad un tema: la certezza di essere ascoltati. Il Pontefice esorta ad avere la “pazienza umile di aspettare la grazia del Signore, aspettare l’ultimo giorno.” “Il male -s piega – è signore del penultimo giorno: l’ultimo giorno – afferma il Papa – c’è la risurrezione”. “Tante volte, il penultimo giorno è molto brutto, perché le sofferenze umane sono brutte. Ma il Signore c’è e all’ultimo giorno Lui risolve tutto”. “Quando preghiamo – spiega il Pontefice – dobbiamo essere umili: questo è il primo atteggiamento per andare a pregare”.
Quando preghiamo dobbiamo essere umili, perché le nostre parole siano effettivamente delle preghiere e non un vaniloquio che Dio respinge. Si può anche pregare per motivi sbagliati: ad esempio, per sconfiggere il nemico in guerra, senza domandarsi che cosa pensa Dio di quella guerra. È facile scrivere su uno stendardo “Dio è con noi”; molti sono ansiosi di assicurare che Dio sia con loro, ma pochi si preoccupano di verificare se loro sono effettivamente con Dio. Nella preghiera, è Dio che deve convertire noi, non siamo noi che dobbiamo convertire Dio.
“Gesù non solo vuole che preghiamo come Lui prega, ma ci assicura che, se anche i nostri tentativi di preghiera fossero del tutto vani e inefficaci, noi possiamo sempre contare sulla sua preghiera. Dobbiamo essere consapevoli: Gesù prega per me”. Papa Francesco all’udienza generale del 2 giugno 2021 sottolinea che “l’amore e la preghiera di Gesù per ognuno di noi non cessano, anzi si fanno più intensi e noi siamo al centro della sua preghiera”.


Nella penultima catechesi sulla preghiera Francesco all’udienza generale del 9 giugno 2021 riflette sulla la perseveranza nel pregare. “È un invito, anzi, un comando che ci viene dalla Sacra Scrittura. L’itinerario spirituale del Pellegrino russo comincia quando si imbatte in una frase di San Paolo nella Prima Lettera ai Tessalonicesi: “Pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie» (5,17-18).
La parola dell’Apostolo colpisce quell’uomo ed egli si domanda come sia possibile pregare senza interruzione, dato che la nostra vita è frammentata in tanti momenti diversi, che non sempre rendono possibile la concentrazione”. “Da questo interrogativo comincia la sua ricerca, che lo condurrà a scoprire quella che viene chiamata la preghiera del cuore. Essa consiste nel ripetere con fede: “Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore!”. i tempi dedicati a stare con Dio ravvivano la fede, la quale ci aiuta nella concretezza del vivere, e la fede, a sua volta, alimenta la preghiera, senza interruzione.


Nell’ultima catechesi dedicata alla preghiera, il Papa all’udienza generale esorta ad avere il coraggio e la speranza di sentire la presenza di Cristo per noi: la nostra vita sia “dare gloria a Dio”.
“La preghiera di Gesù – afferma il Pontefice – è intensa, la preghiera di Gesù è unica e anche diviene il modello della nostra preghiera. Gesù ha pregato per tutti, anche ha pregato per me, per ognuno di voi. Ognuno di noi può dire: “Gesù, sulla croce, ha pregato per me”.




Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *