Papa Francesco, Fra Emiliano ed il SILENZIO

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Silenzio – Fra Emiliano Antenucci  ha dunque incontrato Papa Francesco ed insieme hanno parlato dell’importanza del Silenzio. Quanto è importante, in una società come la nostra in cui il ‘rumore’ è padrone è stato ribadito da entrambi ed in più di un’occasione.

Quante parole dette senza riflettere abbastanza, quante volte sarebbe bastato contare fino a 10 per evitare discussioni, polemiche, offese, liti ed anche semplici incomprensione.

Mai come in questi anni l’antico detto “Il silenzio è d’oro” trova le sue conferme quotidiane.

Ciascuno pensa al suo bene, al suo ego e parla, fa, disfa, affonda. Chi non ricorda il comandamento ‘Non Uccidere’, ebbene fermiamoci a riflettere quanto possa far male, ‘uccidere’ la lingua e quelle parole non fermate in tempo, prima che siano causa di danni ai nostri interlocutori.

Ebbene fra Emiliano Antenucci, dopo i suoi tanti scritti sull’argomento, dopo l’incontro con Papa Francesco, dopo averci suggerito più volte di rivolgerci alla Madonna del Silenzio aggiunge queste parole sull’importanza del silenzio: “In una società malata di rumori, parole, apparenza e alle volte di persone che hanno pubbliche virtù e vizi privati, la cura e il cammino da fare con urgenza è il silenzio. Il silenzio non è assenza di rumore o di suoni, ma è scoperta di una Presenza sempre presente che riempie il nostro cuore che cerca l’essenziale e si libera dalla superficialità e dalla pesantezza della vita. Il silenzio non è una fuga dalla realtà, ma è l’essere immersi nella realtà con la luce degli occhi di Dio per ascoltare solo la Sua voce. Quando preghiamo in silenzio e chiudiamo gli occhi, guardiamo il Cielo e rimaniamo sospesi nel tempo per gustare un’attimo di eternità e un po’ di Paradiso già su questa terra. Siamo malati di tecnologia, di rumore e di inquinamento visivo e acustico, dobbiamo riscoprire la Bellezza del silenzio e della solitudine per non disperderci, ma raccoglierci in Dio, tutto questo per fare una carità migliore verso gli altri.

Lo psichiatra Vittorino Andreoli scrive: “Siamo fatti tutti di rumori e abbiamo bisogno di rumori per dare energia al rumore”. Il silenzio invece, mette in evidenza un suono che non era percepibile nel rumore. Oltre a essere igiene della mente è anche pulizia del cuore, scoperta di tutti i bellissimi suoni della natura e della musica di Dio che è dentro di noi. Il silenzio è il telescopio del Cielo (fuori e dentro di noi) e il microscopio dell’anima (vediamo delle cose di noi stessi di cui normalmente non vediamo). Il grande monaco Thomas Merton sciveva in una sua lettera: “La verità si forma nel silenzio, nel lavoro e nella sofferenza, con i quali noi diventiamo veri. Ma noi interferiamo con l’opera di Dio parlando troppo di noi, perfino suggerendoGli che cosa dovremmo fare, consigliandoGli come renderci perfetti e ascoltando la Sua voce solo per avere risposte affermative. Presto diventiamo impazienti e ci distogliamo dal silenzio che ci disturba (il silenzio che è la migliore condizione per la Sua opera), inventiamo le risposte e l’approvazione che non verranno mai. Il silenzio è dunque l’adorazione della Sua verità; il lavoro è l’espressione della nostra umiltà; la sofferenza nasce dall’amore che ricerca una sola cosa: che sia fatta la volontà di Dio”. Ho dedicato la mia vita al silenzio e alla pratica di esso soprattutto facendo dei corsi per aiutare gli altri in modo particolare i giovani, perché in un mondo di tante parole, strumento alle volte di potere, di carriera e di prevaricazione sugli altri, il silenzio è il non potere, ma segno di saggezza e di umiltà. Papa Francesco ha fatto mettere una copia della Vergine del Silenzio in Vaticano (di cui ho l’originale), vicino all’ascensore per la segreteria di Stato e per tutte le persone che vanno li. La Vergine del Silenzio è un segno profetico dell’attuale Pontificato proprio contro il terrorismo delle chiacchiere e dello sparlare degli altri. La Madonna “ci dice” di non giudicare, di sospendere il giudizio sugli altri. Il giudicare è la manifestazione dell’esercizio del potere sugli altri, la Vergine Maria è impotente perché ha abbandonato totalmente il potere con il suo silenzio e con la sua umiltà. Imitiamola se vogliamo essere veri devoti di Maria. Concludo con la consacrazione alla Vergine del Silenzio che ho scritto anni fa: O Maria, Vergine e Madre del Silenzio, consacro a te tutta la mia vita. Degnati di imprimere nel mio cuore il volto del tuo Figlio Gesù, morto e risorto per me. All’annuncio gioioso dell’angelo tu hai detto “Fiat”, alle nozze di Cana mi hai insegnato a fare tutto quel che dice il Signore; sotto la croce mi hai dato l‘esempio di unione a Gesù obbediente al Padre. Vergine del Silenzio,canale di grazia, donami ogni giorno la forza di una sincera conversione e di una vocazione stabile. Maria, rugiada della Bellezza divina, rendimi un capolavoro di santità, realizzato al caro prezzo del sangue di Cristo. O Maria, cattedrale del Silenzio, fa’ risuonare in me questa preghiera: “Non aver paura, perché tu sei mio figlio e sei amato dal Padre celeste”. Santa Maria, ancora di salvezza, ponte tra cielo e terra, guidami insieme agli angeli e ai santi a costruire il Regno di Dio sulla terra, affinché possa vivere alla costante presenza della Santissima Trinità e desiderare per gli altri e per me la pace e la gioia senza fine della Gerusalemme celeste. Amen”.

Poi l’analisi delle parole di papa Francesco sull’importanza del Silenzio….

  • Fare silenzio, come Maria. Perché solo il silenzio custodisce il mistero del cammino

dell’uomo con Dio. (Papa Francesco)

  • Il chiacchiericcio è un “atto terroristico”, perché tu con la chiacchiera butti una bomba,

distruggi l’altro e te ne vai tranquillo! Per questo, occorre custodire la fraternità sacerdotale.

Per favore, niente chiacchiere. Sarebbe bello mettere un cartello all’entrata: “Niente

chiacchiere”. Qui [nel Palazzo Apostolico] c’è l’immagine della Madonna del Silenzio,

all’ascensore al piano terra; la Madonna che dice: “Niente chiacchiere”. (papa Francesco,

Discorso alla comunità del Pontificio Collegio Pio-Brasiliano di Roma, Sala del Concistoro,

Sabato, 21 ottobre 2017)

  • Ma voi pregate la Madonna del Silenzio? Ma voi sapete che la Madonna del Silenzio ci

protegge tutti… per non diventare chiacchieroni. Qualcuno o qualcuna di voi è

chiacchierone? No? Quando ti viene la voglia di chiacchierare morditi la lingua e prega la

Madonna del Silenzio. Vi siete spaventati eh? Niente chiacchiericcio: quando esce il

chiacchiericcio va fuori la Madonna, o la Madonna o il chiacchiericcio, dovete scegliere»

(Colloquio di Papa Francesco con l’equipe della Vergine del Silenzio di Fra Emiliano

Antenucci al termine dell’udienza di mercoledì 7 novembre 2018).

  • E questo presuppone la capacità di ritagliarsi spazi di silenzio. Non abbiate paura del

silenzio, di stare da soli – non sempre, no, perché questo non fa bene – ma prendersi un po’

di tempo da soli, ritagliarsi spazi di silenzio. Non abbiate paura del silenzio, di scrivere un

vostro diario, per esempio, nel silenzio. Non abbiate paura dei disagi e delle aridità che il

silenzio può comportare. “Ah, io no, il silenzio annoia!”. All’inizio, può darsi, ma poi, via

via che tu vai entrando in te stesso, nel silenzio, non annoia più. Liberatevi dalla dipendenza

dal telefonino, per favore! Voi sicuramente avete sentito parlare del dramma delle

dipendenze. “Sicuro, sì, Padre”. Dipendenze dal chiasso: se non c’è chiasso io non mi sento

bene…; e tante altre dipendenze. Ma questa del telefonino è molto sottile, molto sottile. Il

telefonino è un grande aiuto, è un grande progresso; va usato, è bello che tutti sappiano

usarlo. Ma quando tu diventi schiavo del telefonino, perdi la tua libertà. Il telefonino è per

comunicare, per la comunicazione: è tanto bello comunicare tra noi. Ma state attenti, che c’è

il pericolo che, quando il telefonino è droga, la comunicazione si riduca a semplici

“contatti”. Ma la vita non è per “contattarsi”, è per comunicare!

Ricordiamoci quello che scriveva S. Agostino: «in interiore homine habitat veritas» (De vera rel., 39, 72). Nell’interiorità della persona abita la verità. Bisogna cercarla. Vale per tutti, per chi crede e per chi non crede. L’interiorità, tutti l’abbiamo. Solo nel silenzio interiore si può cogliere la voce della coscienza e distinguerla dalle voci dell’egoismo e dell’edonismo, che sono voci diverse (Così papa Francesco agli studenti del Liceo Classico Statale “Ennio Quirino Visconti” di Roma, ricevuti in udienza nella Sala Nervi in occasione dell’Anno Giubilare Aloisiano).

  • Il silenzio di Gesù. Papa Francesco torna alle “acclamazioni festose” e all’“accanimento feroce” e sottolinea quanto sia “impressionante” il silenzio di Gesù nella sua Passione: vince anche la “tentazione di rispondere, di essere ‘mediatico’”.

Nei momenti di oscurità e grande tribolazione bisogna tacere, avere il coraggio di tacere, purché sia un tacere mite e non rancoroso. La mitezza del silenzio ci farà apparire ancora più deboli, più umiliati, e allora il demonio, prendendo coraggio, uscirà allo scoperto. Bisognerà resistergli in silenzio, “mantenendo la posizione”, ma con lo stesso atteggiamento di Gesù. Lui sa che la guerra è tra Dio e il Principe di questo mondo, e che non si tratta di mettere mano alla spada, ma di rimanere calmi, saldi nella fede.

È l’ora di Dio. E nell’ora in cui Dio scende in battaglia, bisogna lasciarlo fare. Il nostro posto sicuro sarà sotto il manto della Santa Madre di Dio. (papa Francesco, Domenica delle Palme 2019).

Ma come divenire silenziosi?

Osserva, anche per un solo giorno, il corso dei tuoi pensieri: ti sorprenderà la frequenza e la vivacità delle tue critiche interne con immaginari interlocutori, se non altro con quelli che ti stanno vicino. Qual è di solito la loro origine?

Lo scontento a causa dei vicini più stretti che non ci vogliono bene, non ci stimano, non ci capiscono; sono severi, ingiusti o troppo gretti con noi o con altri “oppressi”. Siamo scontenti dei nostri fratelli soprattutto dei più vicini: la Famiglia, gli amici, i conoscenti, i colleghi di lavoro)

Allora nel nostro spirito si crea un tribunale, nel quale siamo procuratore, presidente, giudice e giuria; raramente avvocato, se non a nostro favore. Si espongono i torti; si pesano le ragioni; ci si difende; ci si giustifica; si condanna l’assente. Da qui nasce la vendetta, il rancore, la rabbia, con un enorme spreco di forze e, cosa peggiore, il declino totale della nostra maturazione.

Solo chi si radica in Dio nel silenzio capisce il vantaggio dell’essere disprezzati  e derisi non per passività civile o morale ma per fortezza interiore. Dal tuo tribunale interiore purtroppo non esce mai nulla di buono; si falsifica la capacità di giudizio di te stesso e degli altri e, cosa disdicevole, non camminerai nella verità con i tuoi fratelli.

L’atteggiamento di Gesù in questo è esemplare, Egli, nel pretorio, taceva. Quando il turbine della tua indignazione irrompe, ripeti con tranquilla dolcezza: “Gloria al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo”. Sprofondati nell’amore, nella gloria e nella gioia delle Persone divine; non pensare a te stesso. Nulla turba la radiosa e impassibile felicità della santissima Trinità. Non ha valore né importanza quello che pensano gli uomini: sei quello che Dio vede, nulla più.

Il dovere contemplativo è un dovere che nasce dallo Spirito. Dalla tua contemplazione nascono le tue ragioni e la tua capacità di convincere; la Verità compie la Sua strada sia attraverso te che oltre te stesso. Sarà lo Spirito che ti dirà di tacere o di parlare ma solo se dai priorità al Silenzio. Lo zelo per la casa del Signore è cosa seria ma nasce dall’adorazione e dal silenzio prima che dall’orgoglio ferito.

Buon silenzio a tutti!

 

 




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