Papa Francesco e l’incontro con i parroci di Roma

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Papa Francesco ha incontrato i parroci di Roma nella Basilica di San Giovanni in Laterano.
Si è trattato di un vero e proprio pellegrinaggio nelle varie fasi della vita sacerdotale. Il pontefice ha esortato i giovani preti ad acquisire uno stile sacerdotale. Ai presbiteri di mezza età ha ricordato l’importanza di sapersi congedare da cose e aspetti della vita che hanno caratterizzato la fase precedente ed infine ha esortato i sacerdoti più anziani a dedicare tempo ai più giovani.

Papa Francesco ha inoltre rammentato alcuni momenti del proprio sacerdozio e, in particolare, quelli in cui è stato nominato vescovo ausiliare a Buenos Aires. Una fase faticosa durante la quale è stato sostenuto.
L’incontro, caratterizzato da domande e risposte, è stato preceduto dal discorso pronunciato dal vicario del Papa per la diocesi di Roma, monsignor Angelo De Donatis, che ha ricordato i tre pilastri della Quaresima: elemosina, preghiera e digiuno sono “tre farmaci”, “medicine che vanno prese contemporaneamente perché solo insieme danno effetti benefici”.

Tra le parole raccolte tra i sacerdoti presenti ve ne riporto alcune. “Il Papa ha detto: Non vi dovete tanto preoccupare delle circostanze, quanto di acquisire un vostro stile sacerdotale personale, che non è un cliché, non è un modello predefinito, precostituito”.

“Per quanto riguarda i giovani, il Papa li ha spronati a rivolgersi al padre spirituale anche perché da giovani si rischia di vivere l’esperienza della solitudine. Credo che una figura di riferimento importante, nella propria vita, sia la cosa migliore”.

“Ha parlato anche della crisi di mezza età che può avere il sacerdote disilluso da tante cose, ma che realisticamente vive nell’umiltà il proprio sacerdozio. E allora il consiglio che ci ha dato è questa seconda chiamata, che poi è la chiamata di Pietro. Questa è un po’ la mia età, quella della seconda chiamata. E quindi mi ha colpito veramente tanto! E poi ha dato saggi consigli a noi tutti. Ci ha esortati a non essere ‘zitelli’, ma ad essere ‘padri’, maturi”.

Che l’omelia – ha detto – sia veramente un presentare, nella vita della gente, Dio. Che sia detta in maniera giusta, completa, e anche nei tempi giusti: non più di dieci minuti, anche dodici… Che sia comunque un discutere familiarmente.

“Posso cogliere quella che è la mia fase della vita: dai 40 anni in su. E ho potuto vedere che le cose che il Papa ha detto corrispondono benissimo a questa fase della vita, a quello che vivo. Corrispondono a questa nuova chiamata che uno sente e questo dire ‘no’ ad alcune cose della vita precedente, per iniziare una nuova vita”
Il Papa ha detto anche: “Il sacerdote può cadere in tentazione”. E questa tentazione deve essere superata attraverso l’incontro con il Signore…

“Lui ci ha dato un libro, che si chiama ‘La seconda chiamata’, in cui il Signore ci chiama continuamente a seguirlo, a cambiare e a lasciare le nostre idee per seguire i suoi progetti che non sono i nostri”.
“Il Papa ha invitato i sacerdoti più anziani ad essere disponibili, a lasciare e a non invecchiare da ‘verdi’, cioè non maturati”.

“L’anzianità – ha detto il Papa – è il momento in cui si può essere accoglienti. Si può regalare tempo agli altri, e soprattutto ai giovani, per aiutarli a trovare le radici”.




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