PAPA – IL PROGRAMMA DEL VIAGGIO DI FRANCESCO IN UNGHERIA

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PAPA – Il direttore della Sala Stampa vaticana, Matteo Bruni, presenta la visita di Francesco a Budapest del 28-30 aprile prossimi. Incontri con autorità politiche e religiose, giovani, universitari, profughi, tra cui diversi ucraini accolti nel Paese.

È un viaggio apostolico – il 41.mo del pontificato – ma soprattutto un viaggio che “nasce come una promessa” al popolo e alla Chiesa ungherese di tornare a visitarli, dopo la breve tappa del settembre 2021 con la Messa a Budapest di chiusura del Congresso Eucaristico. Francesco sarà in Ungheria, “terra densa di storia” visitata due volte negli anni ’90 da Giovanni Paolo II, dal 28 al 30 aprile prossimi. “Un viaggio composito con incontri diversi’”, ha detto il direttore della Sala Stampa vaticana, Matteo Bruni, presentando in Sala Stampa vaticana la trasferta papale.

Nei tre giorni in cui sarà nella capitale ungherese, “città di ponti” che ha conosciuto guerre e occupazioni, distruzioni e ricostruzioni, divisioni e riunificazioni, e che dal 24 febbraio 2022 vede un flusso ininterrotto di profughi dall’Ucraina, Papa Francesco abbraccerà realtà differenti. Autorità civili e politiche, tra cui la presidente Novak e il primo ministro Orbán, vescovi e cardinali, profughi e rifugiati (tra cui diversi ucraini), giovani, bambini malati, esponenti del mondo della scienza e della cultura. Al programma già diffuso si aggiunge anche un incontro con la vasta comunità greco-cattolica del Paese, della quale alcuni rappresentanti offriranno la loro testimonianza durante i vari appuntamenti. Dieci, per l’esattezza, tra incontri pubblici e privati, visite e cerimonie, scanditi da sei discorsi del Papa, tutti in italiano. Al centro, i temi dell’unità dell’Europa, il futuro dei giovani, il dialogo ecumenico, l’incoraggiamento a una Chiesa che ha vissuto epoche di persecuzione e, naturalmente, il dramma della guerra e l’appello di pace, in una nazione che con l’Ucraina martoriata condivide 135 km di confine. Una stretta lingua di terra che rappresenta la via di fuga per molti sfollati, che arrivano in Ungheria con pullman, treni o in macchina dopo code chilometriche, attraversando il Paese come luogo di transito per poi trasferirsi in Germania, Olanda, Italia e altre nazioni.

Il Papa toccherà con mano la sofferenza di questa gente, come pure quella della comunità cristiana ungherese che, ha ricordato Bruni, ha “sofferto a lungo l’imposizione di un regime sovranazionale totalitario, particolarmente duro nel reprimere la fede e la religione, soprattutto nei suoi legami con Roma”. L’Ungheria non dimentica i suoi vescovi, preti, fedeli uccisi o privati della libertà, o i tempi della “Chiesa nascosta” in cui il clero veniva ordinato in segreto e lavorava nelle fabbriche, come pure i suoi santi e beati che “ancora oggi parlano” e figure luminose come il cardinale Jozsef Mindszenty (dichiarato venerabile da Papa Francesco nel 2019) “la cui storia di fede, di resistenza e di sofferenza, è importante per capire il cattolicesimo ungherese”, ha sottolineato Bruni.

“Il tono di questo viaggio tuttavia è diverso”, ha aggiunto. Si tratta infatti di “un vero e proprio viaggio apostolico”, che si rivolge all’Ungheria nelle sue diverse parti attraverso i vari momenti e incontri di cui si compone. Anzitutto l’incontro istituzionale con le autorità nell’ex Monastero carmelitano, oggi sede del primo ministro Viktor Orbán, incontrato già tre volte dal Papa (l’ultima, dopo la rielezione, nell’aprile 2022), e nell’ottocentesco Palazzo Sandor, sede della presidente della Repubblica, Katalin Novák, da circa un anno alla guida del Paese. Con entrambi, il Pontefice avrà un colloquio privato.

Privato sarà pure uno degli appuntamenti più significativi del viaggio, la visita, sabato 29 aprile, ai bambini dell’Istituto Beato László Batthyány-Strattmann, dedicato al medico ungherese che curò bambini ciechi e poveri. Attualmente diretto da una suora, definita la “madre Teresa d’Ungheria”, accoglie minori ipovedenti o con bisogni educativi speciali. Sulla stessa scia, subito dopo, Francesco incontrerà poveri e rifugiati di diverse nazionalità, “anche molti provenienti dalla vicina Ucraina”, ha affermato il portavoce vaticano. Il programma vede poi i consueti appuntamenti di ogni viaggio apostolico: l’incontro con autorità civili e corpo diplomatico; quello con vescovi, sacerdoti, seminaristi, consacrati; l’appuntamento privato con i confratelli gesuiti in Nunziatura e quello con i giovani del Paese. Infine la Messa, in questo caso celebrata nella Piazza Kossuth Lajos e seguita dal Regina Coeli. A tali eventi si aggiunge l’incontro con la comunità greco cattolica, che conta circa 400 mila fedeli sparsi nel Paese e all’estero, di varia origine, testimone di come queste terre siano state rifugio per molti cristiani durante le invasioni dei turchi in aree limitrofe.

Il viaggio si svolge interamente a Budapest, non sono previsti altri spostamenti o visite a luoghi simbolici come l’Abbazia di Pannonhalma, indicata da Bruni come “punto di riferimento del dialogo con i fratelli di diverse confessioni cristiane”. Proprio l’ecumenismo sarà una delle tematiche ricorrenti nelle parole del Papa, insieme a quelle della sfida ecologica (“già in passato il Papa ha lodato l’Ungheria su questo punto”), del futuro delle nuove generazioni, della vita e della famiglia – temi già affrontati dal Papa nell’incontro a porte chiuse del settembre 2021 con Orbán e l’ex presidente Janos Ader -, le tematiche della pace e della guerra. “Saremo a poche centinaia di chilometri dal confine con l’Ucraina. Potremo certo aspettarci parole sul dolore per questo conflitto, e sulla ricerca della pace”, ha evidenziato Bruni.

In questa tappa ne cuore dell’Europa difficile non pensare poi all’Unione Europea e all’Europa tutta, “in un’ottica di futuro”. Tramite gli ungheresi, ha spiegato il direttore della Sala Stampa vaticana, Jorge Mario Bergoglio dirà “una parola all’Europa intera, nata dalla costruzione appassionata di una comunità di nazioni, passione forse affievolita negli anni, interrogandosi sul ruolo dell’Europa e degli europei in questo tempo, in campo politico, ma anche sociale e culturale. Europa dei popoli, anche, con una sua storia e una sua responsabilità nell’impegno per la pace globale”.

Ad accompagnare nella trasferta Francesco ci saranno un infermiere e un medico. Nella delegazione che viaggerà al seguito, oltre ai consueti membri in aggiunta ci saranno il prefetto del Dicastero delle Chiese Orientali, monsignor Claudio Gugerotti, e il prefetto del Dicastero dei Vescovi, Robert Francis Prevost, capo Dicastero che normalmente non viaggia col Papa ma che in questo caso andrà come forma di “sollecitudine per tutta la Chiesa ungherese”. Sul volo anche una dipendente del governatorato. Interpellato su possibili incontri con rappresentanti della Chiesa ortodossa legata al Patriarcato di Mosca, tra cui il metropolita Hilarion, trasferito a Budapest lo scorso anno, e della comunità protestante, ampiamente presente in Ungheria, Matteo Bruni ha spiegato che al momento questi non risultano nel programma ma che non è da scartare l’ipotesi di un incontro o della loro presenza nei diversi appuntamenti.