Papa – Nell’emergenza non bisogna avere paura

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Papa – Preghiamo il Signore anche per i nostri sacerdoti, perché abbiano il coraggio di uscire e andare dagli ammalati, portando la forza della Parola di Dio e l’Eucarestia e accompagnare gli operatori sanitari, i volontari, in questo lavoro che stanno facendo. Queste le parola di Papa Francesco durante la Messa a Santa Marta visibile in diretta web.

L’omelia è ispirata dal Vangelo in cui gli scribi e farisei del tempo facevano esibizione ipocrita della loro superiorità davanti alla gente facendosi chiamare maestri ma rifiutando di comportarsi con coerenza. Di seguito il testo dell’omelia secondo una nostra trascrizione:

Ieri la Parola di Dio ci insegnava riconoscere i nostri peccati e a confessarli, ma non solo con la mente, anche con il cuore, con uno spirito di vergogna; la vergogna come un atteggiamento più nobile davanti a Dio per i nostri peccati. E oggi il Signore chiama tutti noi peccatori a dialogare con Lui, perché il peccato ci rinchiude in noi stessi, ci fa nascondere o nascondere la verità nostra, dentro.

È quello che è successo ad Adamo, a Eva: dopo il peccato si sono nascosti, perché avevano vergogna; erano nudi. E il peccatore, quando sente la vergogna, poi ha la tentazione di nascondersi. E il Signore chiama: “Su, venite, discutiamo – dice il Signore – parliamo del tuo peccato, parliamo della tua situazione. Non abbiate paura. No …”. E continua: “Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana”. “Venite, perché io sono capace di cambiare tutto – ci dice il Signore – non abbiate paura di venire a parlare, siate coraggiosi anche con le vostre miserie”.

Mi viene in mente quel santo che era così penitente, pregava tanto. E cercava sempre di dare al Signore tutto quello che il Signore gli chiedeva.

Ma il Signore non era contento. E un giorno lui un po’ si era come arrabbiato con il Signore, perché aveva un caratteraccio quel santo. E dice al Signore: “Ma, Signore, io non ti capisco. Io ti do tutto, tutto e tu sempre sei come insoddisfatto, come se mancasse qualcosa. Cosa manca?”. [E il Signore risponde]: “Dammi i tuoi peccati: è questo che manca”. Avere il coraggio di andare con le nostre miserie a parlare con il Signore: “Su, venite! Discutiamo! Non abbiate paura. Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana”.

Questo è l’invito del Signore. Ma sempre c’è un inganno: invece di andare a parlare con il Signore, fare finta di non essere peccatori.

È quello che il Signore rimprovera ai dottori della legge. Queste persone fanno le opere “per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati rabbì dalla gente”.

L’apparenza, la vanità. Coprire la verità del nostro cuore con la vanità. La vanità non guarisce mai! La vanità non guarisce mai. Anche, è velenosa, va avanti portandoti la malattia al cuore, portandoti quella durezza di cuore che ti dice: “No, non andare dal Signore, non andare. Rimani tu”.

La vanità è proprio il posto per chiudersi alla chiamata del Signore. Invece, l’invito del Signore è quello di un padre, di un fratello: “Venite! Parliamo, parliamo. Alla fine Io sono capace di cambiare la tua vita dal rosso al bianco”.

Che questa Parola del Signore ci incoraggi; che la nostra preghiera sia una preghiera reale. Della nostra realtà, dei nostri peccati, delle nostre miserie. Parlare con il Signore. Lui sa, Lui sa cosa siamo noi. Noi lo sappiamo, ma la vanità ci invita sempre a coprire. Che il Signore ci aiuti” ha concluso Papa Francesco.

La Bibbia, parla peraltro di un rapporto intimo e dinamico con Gesù. Lui è, dopo tutto, una persona, non un “concetto teologico”; non qualcuno che ha vissuto tempo fa sulla terra e ora è lontano, ma una persona che è viva e può essere molto vicina. Lui stesso è stato tentato in tutti i punti esattamente come a te, ma ha vinto il peccato e la morte. (Ebrei 4:15, Romani 6:8) Grazie alla sua fedeltà, Lui ha ogni potere e grazia per aiutarti a vincere il peccato nella tua vita. Questo vuole anche dire che il tuo rapporto con Lui può essere pieno di vita – non qualcosa senza vita e stagnante – perché Lui stesso è vivo! (Apocalisse 1:18).

Un rapporto con Gesù non è unilaterale. Gesù lo chiarisce quando dice, “Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui.” Giovanni 14:23. Pensa che Gesù e il Padre vogliono venire e dimorare da te! È questo il rapporto che hai con Lui?

E dice nuovamente che “Chi ha i miei comandamenti e li osserva, quello mi ama; e chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e io lo amerò e mi manifesterò a lui.” Giovanni 14:21. Hai mai pensato che Gesù vuole manifestarsi (rivelarsi) a te? Questa promessa è data a coloro che lo amano e osservano i suoi comandamenti, è chiaro pertanto che una tale rivelazione di Gesù deve avvenire per tutta la tua vita da cristiano e non solamente all’inizio della tua vita cristiana.

Se scegli di adempiere a queste condizioni (ubbidire alla Parola di Gesù nella tua vita), Gesù diventerà il tuo amato amico, con cui hai comunione giornalmente. Non sarà lontano per te, piuttosto abita e parla nel tuo cuore e nella tua mente tramite lo Spirito Santo. (Non ha infatti detto: “Il regno dei cieli è in mezzo a voi?”) Ci sarà un dialogo continuo con Lui che ami e che segui.

Non è solamente il tuo amico, ma uno che comprende cosa voglia dire essere tentati e che può pertanto aiutarti nel momento del bisogno. Lui è una fonte di sapienza e di incoraggiamento, e pertanto una fonte di forza nell’ora della tentazione. Lui è il tuo Salvatore, non solamente dalla punizione del peccato ma anche dalla sua forza nella tua vita quotidiana. Come sta scritto: “…un aiuto sempre pronto nelle difficoltà.” Salmi 46:1. Questo è come sperimenterai Gesù! Lui riesce ad avere compassione del debole poiché Lui stesso ha sperimentato la debolezza umana. (Ebrei 4:15).

 




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