Thailandia: allarme disabili discriminati

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Thailandia-  Per fare fronte a questa piaga sociale, nel 1995 i missionari del Pime hanno fondato il Centro Educativo San Giuseppe, una struttura residenziale che accoglie bambini, giovani e adulti con disabilità con l’obiettivo di aiutarli a diventare sempre più autonomi ed a inserirsi nella società.

Quando immaginiamo la Thailandia la vediamo ricca di paesaggi stupendi, località incantevoli da visitare, spiagge tropicali, mare cristallino ma anche sport come la kickboxing e le tante arti marziali che in questi luoghi si praticano. Ditro queste belle immagini vi è però il rovescio della medaglia, l’elevato tasso di prostituzione ed anche un mondo sommerso di dolore: quello delle persone con disabilità, rifiutate e spesso emarginate dalla loro stessa comunità e famiglia. Nel Paese da molti la disabilità è ritenuta una punizione per il male commesso nella vita precedente.
A causa di questa antica credenza, molte famiglie oggi vivono i propri cari con disabilità come una colpa, arrivando a non registrarli all’anagrafe e a privarli di ogni forma di diritto umano. Fortunatamente ci sono i missionari. Già quelle missioni che in Europa in molti bistrattano.
Così, in Thailandia, con il chiaro intento di fare fronte a questa piaga sociale, nel 1995 i missionari del Pime hanno fondato il Centro Educativo San Giuseppe, una struttura residenziale che accoglie bambini, giovani e adulti con disabilità con l’obiettivo di aiutarli a diventare sempre più autonomi ed a inserirsi nella società.
L’istituto si trova nella città di Phrae, nella Diocesi di Chiang Rai, un territorio a Nord del Paese abitato da oltre 2.6 milioni di persone che vivono soprattutto tra le montagne e in aree rurali, in situazioni di povertà ed emarginazione.
Nato come casa-famiglia, nel corso degli anni il Centro San Giuseppe è cresciuto al punto da diventare un vero e proprio punto di riferimento socio-educativo e riabilitativo grazie alla vasta offerta di attività e programmi multidisciplinari.
In più lo staff del Centro, composto da fisioterapisti e insegnanti di sostegno, affianca da sempre al lavoro in loco una campagna di sensibilizzazione rivolta alle famiglie degli ospiti e alla loro comunità di appartenenza per promuovere il rispetto del prossimo e la consapevolezza della dignità umana.
Dal 1995 ad oggi sono oltre 200 le persone con disabilità assistite. Nell’ ultimo anno sono stati accolti 30 i giovani: uno di loro si è iscritto alla facoltà linguistica dell’Università di Chiang Mai e altri tre giovani, finita la scuola secondaria, frequentano corsi di computer, economia ed elettronica, presso il Centro per persone con disabilità dei missionari Redentoristi nella città di Pattaya.
Tuttavia, nonostante sia conosciuto e radicato sul territorio, il Centro San Giuseppe si trova da anni in gravi difficoltà finanziarie che mettono costantemente a rischio la sua sopravvivenza,
Al momento Fondazione PIME Onlus è l’unico ente no profit impegnato a finanziare il Centro e retribuire il personale. Questo contributo copre però appena il 25% degli effettivi bisogni e i genitori dei bambini, povere famiglie di contadini, spesso non riescono nemmeno a versare la piccola quota annuale a loro richiesta.
L’istituto necessita quindi un aiuto costante nel tempo: oltre alla copertura dei costi ordinari, vi sarebbero lavori straordinari da portare avanti che permetterebbero di migliorare sia la struttura vera e propria, abbattendo alcune barriere architettoniche, sia l’offerta di attività e programmi per le persone accolte.
Nasce così il progetto “M002 – Centro San Giuseppe” una raccolta fondi senza limiti di tempo o cifre pensata da Fondazione PIME per sostenere il Centro nella sua importante opera sociale, capace di donare anche alle persone più fragili una prospettiva di vita pienamente umana.
Molteplici le difficoltà ma i missionari non hanno alcuna intenzione di mollare.
Tante le problematiche: su tutte quelle inerenti la scuola dove manca un ascensore. l’installazione di un ascensore nella scuola La scuola Angeli Custodi attualmente non è dotata di ascensore, e le insegnanti di sostegno ogni giorno sono costrette a portare i bambini nelle rispettive classi (al secondo e terzo piano) caricandoli sulle proprie spalle; costruzione di un servizio igienico nella scuola.




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