Ore decisive per Asia Bibi: udienza in corso in Pakistan

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Asia Bibi è appesa ad un filo: in questi minuti si sta decidendo la sua sorte nel silenzio generale dell’occidente. Già perché in Italia si scende in piazza per difendere un sindaco agli arresti domiciliari, si sbraita per il diritto ad uccidersi oppure ad abortire, si finge buoni in favore dei migranti eppoi ci si dimentica di difendere persona ammirevoli come Asia Bibi, giovane donna colpevole di aver mostrato in pubblico la sua fede Cristiana.
Davvero penserete in molti nelle vostre teste e nei vostri cuori in questo momento? Proprio così! Asia Bibi processata per motivi religiosi, stuprata, malmenata, rinchiusa in carcere perché non ha voluto snaturarsi dicendo in pubblico di non voler più essere di religione cattolica. Quanta sofferenza per i cristiani nel mondo nel silenzio, nel disinteresse, per poi vedere e sentire persone parlare di tutela della vita a senso unico, soltanto a favore dei migranti (vi ricordo che soltanto pochissimi di quelli sbarcati in Europa avevano realmente necessità).
Asia Bibi invece avrebbe eccome bisogno di aiuto ma (quasi) tutto tace.
In questo momento la Corte Suprema del Pakistan sta esaminando il ricorso, giunto al terzo e ultimo grado di giudizio, presentato dagli avvocati di Asia Bibi. Tutto si sta espletando in un’unica udienza in cui i giudici stanno ascoltando le posizioni della difesa e dell’accusa e valuteranno se confermare o annullare la sentenza di pena capitale. Il pronunciamento dovrebbe essere emesso lo stesso giorno ma sarà reso noto qualche giorno più tardi (forse per avere il tempo di giustificare le proprie decisioni e fare pace con il proprio cuore o con le proprie paure?).

Per chi di voi non lo sapesse va rammentato che Asia Bibi, cattolica e madre di 5 figli, venne arrestata il 19 giugno del 2009 dalla polizia del suo villaggio di Ittanwali, nella provincia di Punjab con l’accusa (tra l’altro tutta da dimostrare), di blasfemia: alcune donne di religione musulmana decisero di denunciarla con l’accusa di aver offeso (durante un diverbio) Maometto. Incriminata il mese successivo, venne condannata a morte l’11 novembre 2010. Da allora è rinchiusa in carcere.
Ma vi rendete conto? Se in Italia dovessimo condannare a morte tutti i bestemmiatori avremmo la popolazione ridotta almeno di un buon 25 per cento!
3350 giorni di detenzione per un’accusa non provata. La violenza subita durante l’arresto, la detenzione in cella di isolamento e le minacce alla sua incolumità e a quella della sua famiglia da parte di gruppi musulmani estremisti se fosse stata rilasciata hanno provocato una mancanza di qualsiasi rispetto civile.
Ed Asia cosa fa? Ci da a tutti, ma proprio tutti senza distinzione di credo o sesso una grandissima lezione!
Asia chiede a tutti di pregare per lei mentre perdona chi le ha fatto e le fa del male perchè la sua fede è più forte dell’odio!
Forza Asia il mondo se ne frega ma Dio è certamente con te!




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