Vaticano – Il vescovo belga Van Looy rinuncia al cardinalato

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Vaticano – L’emerito di Gand era nella lista dei cinque prelati ultraottantenni che avrebbero ricevuto la porpora nel Concistoro del 27 agosto. Al Papa ha chiesto di essere esonerato per non aver agito incisivamente in passato in casi di abusi.

Meno di venti giorni dopo l’annuncio del Papa di volerlo creare cardinale nel Concistoro del prossimo 27 agosto, monsignor Luc Van Looy, vescovo emerito di Gand, in Belgio, ha chiesto al Pontefice di esonerarlo dal cardinalato in seguito alle polemiche causate dalla sua nomina: il presule è accusato di non aver agito in modo incisivo in passato dinanzi a casi di abusi da parte del clero.

La notizia è stata resa nota oggi tramite un comunicato della Conferenza episcopale belga, in cui si spiega che l’annuncio della nomina cardinalizia di Van Looy, vescovo emerito, “ha suscitato molte reazioni positive ma anche critiche sul fatto che non avrebbe sempre reagito con sufficiente energia come vescovo di Gand (2004-2020) contro gli abusi” compiuti da sacerdoti. Il riferimento è a un gruppo belga, Mensenrechten in de Kerk, che ha espresso “smarrimento e indignazione” all’annuncio del Papa del 29 maggio scorso di voler concedere la porpora a Van Looy.

“Per evitare che le vittime di tali abusi subissero nuovamente ferite dopo il suo cardinalato – spiega la nota della Conferenza episcopale – monsignor Van Looy ha chiesto al Papa di esonerarlo dall’accettare tale nomina. Papa Francesco ha accolto la sua richiesta”.

Il presidente della Conferenza episcopale, il cardinale Jozef De Kesel, e tutti i vescovi del Belgio “apprezzano la decisione di monsignor Van Looy” e “in questa occasione, ribadiscono il loro impegno a proseguire imperturbabilmente la loro lotta contro ogni forma di abuso nella Chiesa cattolica in cui l’interesse delle vittime e dei loro cari è sempre al primo posto”.

Monsignor Van Looy, 80 anni, era stato inserito dal Papa nella lista dei ventuno nuovi cardinali, ai quali avrebbe imposto la berretta rossa nel Concistoro del 27 agosto. Dei ventuno, sedici sono elettori in un futuro Conclave, cinque non elettori dal momento che, avendo superato la soglia degli ottant’anni, perdono il diritto di voto. Tra i cinque, come detto, c’era appunto Van Looy.

Salesiano, nato a Tielen, in Belgio, nel 1941, van Looy è stato missionario in Corea del Sud negli anni ’70, mentre nei decenni successivi è stato membro del Consiglio Generale della Congregazione Salesiana di Don Bosco. Nel 2003, a 62 anni, è stato nominato vescovo di Gand, nel Belgio nord-occidentale. Il Papa ha accettato le sue dimissioni nel novembre 2019, a 78 anni.

Di Van Looy si ricorda un intervento dinanzi ai membri della Commissione Parlamentare belga, nel 2010, durante il quale si è detto “profondamente commosso” dagli scandali di abusi sessuali su minori che hanno scosso la Chiesa cattolica in Belgio e nel mondo. Il presule affermava inoltre che la Chiesa ha il dovere di denunciare alle autorità giudiziarie qualsiasi sospetto di abuso sessuale da parte di membri del clero e, nell’occasione, ha espresso le scuse alle vittime di questa “sofferenza disumana”. “Come essere umano, come credente, come sacerdote e come vescovo – diceva – mi vergogno profondamente”.




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