Vaticano – San Pietro si illumina per il Natale con le luci dell’albero e del presepe

373

Vaticano – Un evento atteso da grandi e piccini, seguito non solo dai romani, ma da turisti e pellegrini provenienti da tutto il mondo. Questa è sempre stata la tradizionale cerimonia dell’accensione dell’albero di Natale e l’inaugurazione del presepe in Piazza San Pietro, sin dal 1982, anno in cui fu introdotta da Giovanni Paolo II.

ACCENSIONE

Ad aprire la cerimonia dell’accensione dell’Albero e del Presepe il cardinale Giuseppe Bertello, Presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. “Questo presepe – ha commentato il porporato – ci fa capire che il Vangelo può animare tutte le culture e tutti i mestieri. Diventa un punto di arrivo e di partenza per la diocesi di Teramo che ha fatto un intenso cammino pastorale di preparazione basato su di esso. Un percorso che è andato incontro alla Slovenia, da cui arriva l’albero, con cui si è creato quasi un gemellaggio spirituale. Questo abete ci ricorda la bellezza straordinaria di questo Paese e le sue tradizioni”.

MONSIGNOR LEUZZI

Come ogni anno sia l’albero che il presepe arrivano in Piazza San Pietro accompagnati dalle storie dei luoghi da cui provengono. “La possibilità di poter allestire il monumentale presepe della scuola d’arte di Castelli – spiega monsignor Lorenzo Leuzzi, vescovo della diocesi Teramo-Atri –  è davvero un grande dono per tutta la nostra chiesa diocesana e soprattutto una grande occasione per un territorio che è stato duramente colpito da due terremoti nel 2006 e nel 2017. È un momento anche per dare testimonianza della fede del popolo abruzzese e di questa comunità con le sue capacità artistiche, infatti non dobbiamo dimenticare che Castelli è tra le più importanti città della ceramica a livello europeo. È un dono per tutti dunque, soprattutto in questo tempo di emergenza sanitaria in cui siamo chiamati tutti a ripartire”.

PRESEPE

L’opera esposta in Piazza San Pietro, è realizzata dagli alunni e dai docenti dell’Istituto d’arte “F.A. Grue”, attuale liceo artistico statale per il design, che, nel decennio 1965-1975, dedicò l’attività didattica al tema natalizio. Per l’occasione sono stati portati solo alcuni pezzi della fragile collezione composta da 54 statue. Le sculture rappresentano i Magi; al centro, sul punto più alto di una grande pedana luminosa, è collocato il gruppo della Natività con l’Angelo, posto sopra la Sacra Famiglia a simboleggiare la sua protezione sul Salvatore, Maria e Giuseppe. “Noi crediamo che l’esperienza di quest’anno di un Presepe donato da un Liceo Artistico, – continua il vescovo Leuzzi – è davvero un forte richiamo per tutti a investire di più sulla formazione delle nuove generazioni sia a livello delle scuole medie e  superiori sia per il mondo universitario e speriamo di  poter realizzare a marzo ciò che era previsto e a dicembre, cioè far incontrare il Papa a quei giovani studenti che hanno partecipato al concorso sul presepe promosso dall’Ufficio Regionale Scolastico”.

Il grande abete sloveno: orgoglio nazionale

È la seconda volta che la Slovenia dona un albero di Natale al Papa. La prima fu nel lontano 1996 con Giovanni Paolo II. “Questa per noi – spiega Jakob Stunf, ambasciatore della Repubblica Slovena per la Santa Sede –  è una bella occasione di commemorare il trentesimo anniversario del Plebiscito Nazionale dove abbiamo preso la decisione di continuare la nostra via verso l’indipendenza nazionale. Siamo molto felici e orgogliosi quindi di poter donare proprio quest’anno, dopo 24 anni, un altro albero al Papa”.

ADDOBBI

E gli addobbi che sono andati ad ornare gli altri alberi di Natale più piccoli donati al Vaticano, sono stati realizzati dai nonni e dai nipotini sloveni. “Con questa iniziativa – continua l’ambasciatore Stunf – abbiamo voluto dimostrare una cooperazione tra generazioni diverse, un collegamento tra i nonni e nipoti, soprattutto in questo periodo di emergenza sanitaria. Abbiamo usato questa occasione come una opportunità dove le famiglie con i bambini e i nonni potevano fare qualcosa di creativo e contribuire così a questa festa”. Questo maestoso abete rosso, ha 75 anni, è alto 28 metri per un diametro di 70 centimetri, e arriva dalla Slovenia sudorientale, esattamente dal comune di Kočevje, sul fiume Rinža. “Le foreste coprono circa il 60% del territorio sloveno – sottolinea sua eccellenza Stunf – siamo molto orgogliosi e le curiamo molto bene, perché solo così si può presentare questa nostra idea di creare un futuro verde, ma anche molto creativo”.

All’accensione dello scintillante albero, era presente anche l’arcivescovo metropolita di Maribor, mons. Alojzij Cvikl, come guida della delegazione slovena. “L’albero qui presente – ha detto ai presenti il presule – quest’anno viene da una zona della Slovenia che è bagnata dal sangue di martiri dopo la seconda guerra mondiale. Proprio perciò quest’albero sempreverde, vuole essere segno dell’amore di Dio che è sempreverde ed eterno. In Gesù, Dio si inchina verso ognuno di noi perché ci vuole immensamente bene e ci vuole donare la propria pace”.

 

 

 




Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *