Verso la santità Carmen Hernández instancabile annunciatrice di Cristo risorto

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Carmen Hernández – Erano in tantissimi (per la maggior parte su Youtube causa covid) alla Messa per i cinque anni dalla morte di Carmen Hernández, iniziatrice del Cammino neocatecumenale assieme a Kiko Argüello, durante la quale è stato presentato all’arcivescovo di Madrid il “Supplex Libellus”, la richiesta di apertura della fase diocesana per la causa di beatificazione e canonizzazione.
Un’instancabile catechista e annunciatrice di Gesù, si donò incondizionatamente per portare agli uomini l’annuncio di Cristo risorto. Così il cardinale arcivescovo di Madrid, Carlos Osoro Sierra, nell’omelia ha ricordato Carmen che ha conosciuto personalmente. Ha ricordato come al centro dei suoi interventi vi fossero le parole di Gesù: Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi. Quante volte abbiamo ascoltato da lei, che quello di cui più ha bisogno l’uomo è sperimentare l’amore del Signore, ha detto il porporato. In questa Messa in cui si prega per Carmen, l’arcivescovo di Madrid ha voluto sottolineare che questa donna accogliendo Gesù Cristo fu capace di annunziarlo aprendo orizzonti di speranza, mostrando la vita nuova che appare in Lui. Divisioni e guerre sono la conseguenza del fatto che l’uomo abbandona Dio. Non c’è alternativa alla fraternità e alla carità. Cruciale che gli uomini possano conoscere e amare Cristo.
“Carmen era una donna eccezionale, innamorata di Cristo, della Scrittura e dell’Eucaristia. Ringrazio Dio per Carmen. Era una donna profonda, autentica e libera nel suo rapporto con tutti. Amava Cristo e la Chiesa; e il Papa, soprattutto”, scrive Kiko in una nota che viene letta dal postulatore della fase diocesana, Carlos Metola. Metola informa anche che l’equipe internazionale, composta da Kiko Argüello, Mario Pezzi e Maria Ascension Romero, non ha potuto essere presente. Già all’inizio il postulatore ha sottolineato due regali fatti dall’arcidiocesi di Madrid: che la presentazione del Supplex Libellus sia avvenuta in questa Celebrazione, perché normalmente avviene in forma riservata, e che al termine della Messa viene consegnata un’immaginetta di Carmen con la preghiera ufficiale per chiederle grazie.
Nel ricordare Carmen, Kiko sottolinea che “per amore della Chiesa e dei suoi fratelli” è rimasta con lui per 50 anni portando avanti questa “Iniziazione Cristiana che è il Cammino Neocatecumenale”. “Crediamo che Carmen sia con il Signore, è già nella festa. Donna eccezionale, davvero, con enorme generosità. Una donna molto importante per la Chiesa!”, rimarca soffermandosi, anche sull’aspetto centrale che ha contraddistinto la vita di questa donna missionaria, e cioè l’aver sempre “vissuto innamorata di Cristo”. “Se leggevi i suoi diari – rimarca Kiko – tutto quello che diceva: ‘Gesù, ti amo, ti amo!’. In ogni pagina: ‘Ti amo, ti amo!’ Amare Cristo è l’unica verità: ‘Ama Cristo e migliaia ti seguiranno’, dicono i Padri del Deserto. Io credevo che seguissero me, ma scopro che migliaia di fratelli sono nel Cammino grazie a Carmen e per l’amore che Carmen aveva per Cristo”.
Dopo la lettura della nota il postulatore consegna al cardinale Osoro Sierra il Supplex Libellus, la richiesta di apertura della fase diocesana per la causa di beatificazione e canonizzazione, accompagnato da uno scrosciante applauso dei presenti e, poi, dal canto finale ispirato a una poesia di Tagore, molto cara a Carmen. “Sono rotti i miei legami, pagati i miei debiti, le mie porte spalancate, me ne vado da ogni parte”. Parole che esprimono la libertà di partire per portare, in ogni angolo del mondo, quell’annuncio di vittoria di Cristo risorto sulla morte per il quale Carmen ha donato tutta la sua vita.
Sono trascorsi dunque cinque anni dalla morte di Carmen Hernández avvenuta il 19 luglio del 2016 a Madrid. La co-iniziatrice del Cammino Neocatecumenale nacque il 24 novembre del 1930 a Olvega, un piccolo comune in provincia di Soria, nella regione di Castilla y León; dopo diversi mesi di malattia morì a 85 anni nella sua casa di Madrid, nell’ottava della festa della Madonna del Carmine, circondata dall’affetto dei suoi cari, di milioni di fedeli sparsi per il mondo e da Kiko Argüello, con il quale ha dato vita al Cammino e condiviso tanti anni di apostolato nei cinque continenti. Il suo corpo riposa presso il Seminario Redemptoris Mater di Madrid ed è meta di visite e pellegrinaggi da fedeli di tutto il mondo.
Carmen è stata insieme a Kiko, iniziatrice del Cammino. È nata a Ólvega (Soria, Spagna) il 24 novembre 1930, quintogenita di nove fratelli – quattro uomini e cinque donne – , vive la sua infanzia a Tudela (Navarra, Spagna).
A Tudela studia nella Compagnia di Maria ed ha contatto con la Compagnia di Gesù (Gesuiti). Influenzata dallo spirito missionario di San Francesco Javier, fin da molto giovane sente la vocazione di partire missionaria in India. Per volontà del padre, nel 1948 inizia a studiare Chimica a Madrid, dove si laurea con il massimo dei voti nel 1954.
Per un certo periodo lavora con il padre nell’industria alimentare in una fabbrica che la sua famiglia possedeva a Andújar (Jaén), ma decide di lasciare il lavoro per trasferirsi a Javier (Navarra) dove entra a far parte di un nuovo istituto missionario: le Missionarie di Cristo Gesù. Dopo il noviziato, studia Teologia nella casa di formazione teologica per religiosi a Valencia. Nel 1960 è destinata all’India. Per questa missione dove prepararsi a Londra (in quel periodo il paese asiatico apparteneva al Commonwealth), dove rimane un anno. In questo tempo, si dà un cambio nella direzione nelle Missionarie di Cristo Gesù che limita la sua apertura alla missione, per cui Carmen ritorna da Londra a Barcellona. Lì conosce il padre Pedro Farnes Scherer che aveva appena terminato gli studi presso l’Istituto di Liturgia di Parigi, poco prima del Concilio Vaticano II e che, in seguito partecipò attivamente nel Consilium per la sua realizzazione.
Nelle sue lezioni, il P. Farnés presentava le fonti pasquali dell’Eucaristia e un’ecclesiologia rinnovata che mostrava la Chiesa come luce delle nazioni. Il vivo contatto di Carmen con gli autori di questo rinnovamento conciliare avrà una grande influenza, più tardi, nella formazione delle catechesi del Cammino neocatecumenale.
Tra 1963 e 1964 Carmen percorre Terra Santa per un anno con la sua Bibbia conoscendo i luoghi santi. Al suo ritorno a Madrid inizia a lavorare nelle baracche di periferia pensando di andare missionaria in Bolivia con altri laici celibi. Tuttavia, lì conosce Kiko Argüello, che viveva nelle baracche di Palomeras Altas, e decide di rimanere nella sua stessa zona. In mezzo ai poveri, entrambi scoprono la forza del Mistero Pasquale e della predicazione del Kerigma (la Buona Notizia di Cristo morto e risorto) e vedono nascere la prima comunità. Grazie alla approvazione di questa nuova realtà da parte dell’allora arcivescovo di Madrid, Monsignor Casimiro Morcillo, Carmen collabora con Kiko portando alle parrocchie – prima a Madrid, dopo a Roma e a partire da allora ad altre città e nazioni – quest’opera di rinnovamento della Chiesa.
Carmen Hernández muore il 19 luglio 2016 a Madrid. Durante il suo funerale, presieduto dal Cardinale di Madrid Mons Carlos Osoro Sierra, e al quale hanno partecipato migliaia di persone, P. Mario Pezzi ha sottolinato che con il Cammino è “la prima volta nella storia che una realtà ecclesiale è fondata da un uomo e una donna che hanno collaborato costantemente e insieme per più di 50 anni”. Il Papa ha inviato un messaggio nel quale afferma di ricevere “con emozione” la notizia della morte di Carmen e evidenzia in lei “una lunga esperienza marcata dal suo amore a Gesù e da un grande entusiasmo missionario”. “Rendo grazie al Signore per la testimonianza di questa donna, spinta da un sincero amore alla Chiesa, che ha speso la sua vita nell’annuncio della Buona Notizia in ogni luogo, anche in quelli più lontani, senza dimenticare le persone più emarginate”, ha scritto inoltre Papa Francesco.
Intervistato dalla rivista Alfa y Omega dell’archidiocesi di Madrid, il postulatore per la fase diocesana Carlos Metola ha spiegato che «essendo passati già cinque anni dalla morte è possibile fare questi primi passi». In questi anni, afferma, «abbiamo raccolto tutti gli scritti di Carmen Hernández: più di 16mila pagine, circa settanta volumi che comprendono catechesi, incontri, interventi fatti da Carmen nel suo lavoro di evangelizzazione itinerante nei cinque continenti per più di cinquant’anni. Oltre alle lettere personali, bozze e numerosi diari e altri scritti».
«Inoltre – specifica Metola – ci sono giunte circa 1500 comunicazioni di favori concessi per l’intercessione di Carmen procedenti da più di settanta paesi diversi. Tra queste segnalazioni il 35% ha a che vedere con problemi di gravidanze e parto. Il 30% con guarigioni da malattie, alcune di queste impressionanti perché inspiegabili». «Se il cardinale Osoro lo riterrà opportuno – si scrive su Alfa y Omega – la fase diocesana del processo sulla vita, le virtù e la fama di santità di Carmen Hernández si aprirà tra qualche mese. Poi sarà il momento delle dichiarazioni dei numerosi testimoni che l’hanno conosciuta e del lavoro di una commissione storica e una teologica che si occuperanno di studiare i suoi scritti. Al termine dei lavori si invierà tutto il materiale in Vaticano affinché vengano nuovamente studiati tutti i documenti nella fase romana e possa avanzare il processo di canonizzazione».
Proprio in occasione del quinto anniversario della sua morte, la casa editrice BAC (Biblioteca de Autores Cristianos) della Conferenza Episcopale Spagnola, pubblica in questi giorni la prima biografia completa di Carmen Hernández, un testo di circa 400 pagine corredato da un ampia documentazione fotografica (circa 50pp) e intitolato “Carmen Hernández. Notas biográficas”. La pubblicazione sarà imprescindibile per conoscere a fondo non solo la storia di questa donna ma anche il suo percorso vocazionale e, assieme ad esso, le origini del Cammino Neocatecumenale.




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