FINLANDIA REGINA DELLA GIORNATA MONDIALE DELLA FELICITA’

290

FINLANDIA – Da 10 anni a questa parte il World Happiness Report – pubblicato proprio il 20 marzo in occasione della Giornata internazionale della felicità – cerca di analizzare ogni anno i livelli di felicità nel mondo in base a 6 criteri: supporto sociale, reddito, salute, libertà, generosità e percezione del livello di corruzione. «L’obiettivo principale dei governi dovrebbe essere il benessere delle persone», ha dichiarato l’economista e direttore del Centro per lo sviluppo sostenibile della Columbia University Jeffrey Sachs, «i movimenti per la felicità di tutto il mondo dimostrano che non si tratta di un’idea debole e vaga, ma si basa invece su aspetti di primaria importanza come la salute mentale, il benessere economico, oltre a pace e fiducia».

Il primo passo per comprendere il livello di felicità dei vari Paesi del mondo consiste nel somministrare la domanda attraverso la scala di Cantril. Inventata negli anni ‘60 dall’omonimo psicologo statunitense, consiste nell’assegnare un voto su una scala che va da 0 a 10 in cui 0 è il punteggio peggiore e 10 il migliore. Il test è stato somministrato dal Gallup World Poll, la principale fonte dei dati del Report. Per il sesto anno consecutivo è la Finlandia a dominare la scena, seguita da Danimarca e Islanda. La top 5 è completata Israele e Olanda. In coda alla classifica troviamo invece l’Afghanistan (137° posto) e il Libano (136°), i Paesi che si aggiudicano il titolo di più infelici della Terra. Solo 33esima l’Italia, che perde due posizioni rispetto all’anno scorso.

Abbiamo parlato a lungo della pandemia come di un evento che avrebbe cambiato le sorti dell’umanità. Ma soprattutto, abbiamo a lungo cavalcato la versione che vedeva il Covid-19 come la livella sociale di cui avevamo bisogno per ripristinare l’uguaglianza perduta. Eppure, il World Happiness Report dimostra che in realtà il virus non ha cambiato di molto la situazione rispetto a ciò a cui eravamo abituati prima. Le disuguaglianze sono rimaste tali, e se è vero che il Covid non ha scelto le sue vittime su base censitaria, è altrettanto vero che tra le fasce più povere della popolazione le conseguenze sono state decisamente drammatiche.
Ciò che invece il Covid ha cambiato è la percezione che abbiamo di avere una persona al nostro fianco sulla quale poter contare, importante per l’80 per cento degli interpellati. Detto ciò, sulla felicità in un periodo di crisi mai vissuto prima ha influito molto il livello di fiducia nelle istituzioni e nelle politiche di contrasto della pandemia. In generale, è dimostrato che le persone che si sentono protette dalle autorità statali tendono a dimostrare maggiore resilienza anche dinnanzi a catastrofi naturali come tsunami e terremoti. Inoltre, il Report ha evidenziato come durante la pandemia, nonostante la frustrazione data dall’isolamento e il dolore per la perdita dei propri cari, si sia verificato un aumento degli atti di generosità con un picco nel 2021. Questo, secondo i redattori del Report, fa sperare in un futuro in cui le persone saranno sempre più altruiste.

Ucraina, messa a dura prova già nel 2014

Dopo un anno di racconti e immagini sconvolgenti, sembra assurdo parlare del livello di felicità in Ucraina. In pratica non è proprio quello che il Report ha cercato di indagare, piuttosto il tipo di emozioni e come potesse essere cambiata la scala di valori delle persone che si sono viste stravolgere la vita dalla guerra. I dati estrapolati dal World Gallup Poll hanno evidenziato come la serenità del popolo ucraino fosse stata messa a dura prova già nel 2014, anno dell’annessione della Crimea alla Russia. Il livello di generosità in Ucraina è cresciuto del 70 per cento nel 2022, sia in termini di donazioni che di assistenza a persone mai viste prima. Inoltre, la guerra ha incrementato anche il senso di unione verso una causa comune e la fiducia nella leadership ucraina. Questi fattori hanno consentito che il danno sul benessere della popolazione fosse almeno limitato, seppur molto grave. In sostanza, il popolo ucraino sta reagendo meglio rispetto al 2014.