È giunta la sera di una lunghissima, intensa giornata. Da alcune ore siamo rientrate dal viaggio fatto all’Isola di San Giulio per partecipare alla Messa esequiale della nostra amata Madre fondatrice. Il suo nome, Anna Maria Cànopi, è uno tra i più noti nella Chiesa italiana e nel mondo monastico. Per noi è sempre stata semplicemente “la Madre”.
La notizia della sua morte, avvenuta lo scorso giovedì, festa del Transito di San Benedetto e primo giorno di primavera, ha avuto rapidissima diffusione suscitando ad un tempo sofferenza e commossa ammirazione. Molto si è detto e scritto di lei. Forse anche noi dovremmo farlo, ma ci piace, almeno per ora, metterci piuttosto in ascolto per ricevere in dono, ancora una volta, “una parola” che sia pane per il nostro cammino. E così abbiamo ripreso in mano il quaderno, preziosa eredità, che al termine di ogni sua visita al nostro monastero eravamo solite consegnarle perché scrivesse un messaggio per noi e per il tratto di strada che avremmo dovuto percorrere fino al suo successivo ritorno.
È attraverso alcune di queste significative pagine che desideriamo rivisitare la nostra storia, sentendo palpitare tra le righe tutta la dedizione, la cura, la trepidazione e l’affetto con i quali la Madre ha sempre accompagnato i nostri passi, dal primo giorno in cui, su invito di mons. Giuseppe Anfossi, siamo giunte a Saint-Oyen, fino agli ultimi eventi accaduti durante l’attuale episcopato di mons. Franco Lovignana.

Figlie mie carissime, la Comunità “Regina Pacis” è appena nata, è una piccola bambina, ma è una “regina”, perciò deve subito crescere secondo le esigenze della sua “nobiltà”.
Con piena fiducia, impegnatevi dunque nell’ora et labora benedettino per scoprire ogni giorno la grazia e la gioia che vi è data in sorte di servire-lodare il Signore su queste splendide montagne, in questa Valle di Santi.
Il cuore della vostra madre e delle vostre sorelle “isolane” è sempre accanto a voi… che certamente non vi dimenticate di “Sion”, là dove siete nate.
Vi lascio la più affettuosa benedizione, in nomine Domini. Madre.

Questo messaggio, datato 12-15 ottobre 2002, è il primo di una lunga serie conclusasi il 12 ottobre 2017, 15° anno di fondazione del nostro Monastero “Regina Pacis”, giorno in cui per l’ultima volta la Madre è venuta a Saint-Oyen. Ecco di seguito quanto ci ha lasciato scritto in quell’occasione.

Mie carissime, il sole che splende su queste belle montagne oggi sorride alla nostra gioia di ritrovarci insieme per una giornata di commemorazione e di ringraziamento. Quindici anni fa nasceva il Priorato “Regina Pacis”. La nostra speranza non è rimasta delusa.
Il seme è attecchito bene ed è ormai diventato un alberello alla cui ombra si rifugiano tanti uccelli…
Il Signore continui a benedirlo perché sia un sempre più chiaro segno della sua presenza e della sua benedizione su tutta la Valle.
Come sempre vi lascio il mio cuore ricolmo di affetto e vi benedico nel Nome del Signore, nostra Pace. Vostra Madre.

Lo scorso 18 novembre le abbiamo fatto pervenire il nostro quaderno, chiedendole di scrivere ancora una parola in riferimento ai due eventi che in autunno hanno segnato una nuova, significativa tappa della nostra storia: l’erezione canonica del nostro Priorato “Regina Pacis” a Monastero “sui iuris” e l’elezione della nuova abbadessa il 12 ottobre 2018, e poi la benedizione abbaziale di M. Maria Agnese, già Priora dal 2002, che sarebbe avvenuta qualche giorno dopo, il 21 novembre, festa della Presentazione al Tempio della B.V. Maria.
Nel suo messaggio ancora una volta la Madre ha voluto esprimere il suo materno compiacimento con parole che incoraggiano e invitano all’umile rendimento di grazie.

Mie carissime, in queste date memorabili vi scrivo fisicamente dall’Isola, ma con il cuore trasferito lì, sulle belle montagne valdostane.
Gli anni passano e gli eventi di grazia si moltiplicano. Rendiamone grazie a Dio che sempre supera le nostre attese.
Il monastero “Regina Pacis” è ormai adulto e si distingue per la sua vitalità e la sua irradiazione spirituale in tutta la Vallée ed oltre. Umilmente e con animo grato riconosciamo quanto Dio ha operato servendosi delle sue piccole creature. La Benedizione abbaziale della Madre Maria Agnese aggiunge una nota più che festiva all’anniversario di fondazione e segna un’ulteriore tappa del cammino di grazia iniziato umilmente sedici anni fa.
In quel giorno particolarmente vedetemi e sentitemi lì con voi, sentitevi, anzi, ogni giorno nel mio materno abbraccio. In Cristo sempre vostra piccola Madre Anna Maria osb.

Particolarmente belle ci sembrano anche le parole scritte personalmente a M. Maria Agnese, parole rivelatrici della sua straordinaria libertà evangelica nel vivere il carisma della maternità spirituale, sempre pronta ad accogliere il dono di Dio senza mai trattenerlo gelosamente per sé.

Mia carissima M. Maria Agnese, non posso dimenticare il giorno in cui sei arrivata al monastero presentandoti con il tuo bel nome di battesimo – Annarosa – e il tuo mite sorriso. Io ti ho accolta come un dono e il Signore ti ha presa per mano e ti ha fatto fare un alacre cammino di grazia come figlia, come sorella e ora ti riconosce matura per vivere la maternità spirituale come abbadessa della comunità che ti affida. Ne provo grande gioia e invoco su di te l’abbondanza delle divine benedizioni da far fruttificare per il maggior bene della Comunità “Regina Pacis” e di tutta la santa Chiesa.
Rimanendo con te nella più profonda comunione di spirito, ti stringo nel mio affettuosissimo abbraccio di madre e di sorella. In Cristo, con Maria, tua M. Anna Maria osb.

La promessa di rimanere con noi, la Madre l’ha rinnovata anche nel suo “piccolo testamento” scritto negli ultimi giorni del mese di febbraio in vista dell’ormai – così lo avvertiva – “non più lontano evento del mio ritorno a Dio”. Nell’attesa che ne venga reso noto il testo integrale, stilato come sempre di suo pugno, ci limitiamo a trascriverne il primo punto.

Non vi lascio. Il mio spirito sale a Dio – deponendo nella terra il fardello della carne (di poco peso veramente!) – ma rimane sempre anche con voi.
Con immenso amore vi ho spiritualmente generato e fatto crescere, sempre sostenuta dalla grazia di Dio, e così continuo e continuerò ad esservi madre generandovi nello Spirito.

E ancora, in una poesia sgorgata come di getto dal suo cuore e subito fissata con mano tremante su un foglio a quadretti durante una delle sue ultime e penose notti, quando le crisi respiratorie di facevano più intense e frequenti, troviamo espresso lo stesso irrompente anelito alla vita:

“E mentre nel dolore
geme l’anima mia,
fiorisce un canto
di amore e di speranza.
Tutta dissanguata
è la mia vita
ma per un perpetuo canto.
Signore della vita
Spirito Creatore
raccogli i miei pensieri,
placa il mio cuore.
Non voglio morire di parto:
voglio una vita senza morte.
Voglio una vita sempre nuova,
in continua generazione”.

È bello che i suoi funerali siano stati celebrati proprio oggi, solennità dell’Annunciazione del Signore, mistero che, insieme all’Incarnazione del Verbo, ci fa contemplare anche quello della divina maternità di Maria. Il segreto della straordinaria fecondità spirituale della nostra amata Madre non sta forse nell’aver fatto sue le parole della Vergine: “Fiat mihi secundum verbum tuum”? Di questo suo ardente desiderio e quotidiano impegno noi siamo state testimoni. Il Signore, da parte sua, vi ha posto il sigillo chiamandola a Sé proprio in questi giorni così significativi dell’Anno liturgico.

Molto altro avremmo potuto dire, ma volutamente ci siamo limitate a questa breve antologia offerta in tono confidenziale, come si farebbe in famiglia. La gradita presenza del nostro Vescovo, mons. Franco Lovignana, alla Messa esequiale celebrata oggi nella basilica dell’Isola di San Giulio, ci ha fatto ancor più sentire che la Madre è veramente stata “nostra”, ossia di tutti noi!
Rendiamone insieme grazie al Signore per avercela donata per sempre. E grazie anche a tutti coloro che, in diverso modo, hanno espresso la loro vicinanza alla nostra Comunità in questo evento pasquale!