Calcio – Serie A – Le partite della domenica

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Il cartellone della domenica calcistica proponeva numerosi spunti interessanti. Dal ritorno di Spalletti sulla panchina giallorossa, alla rincorsa della Juventus che cerca la decima vittoria consecutiva, al posticipo serale tra Milan e Fiorentina.
Spalletti riparte da dove si era fermato quasi 5 anni fa, dal suo consolidato 4-2-3-1, solo che stavolta non c’è il falso nove Totti, ma il centravanti vero Dzeko. Che la Roma sia una squadra in grossa difficoltà si vede fin da subito. La confusione in campo è totale e la circolazione di palla Roma è sempre lentissima. Basta un Verona ordinato e senza pretese per bloccare i giallorossi che non trovano mai sbocchi e tremano ogni volta che la palla arriva dalle parti delle sua difesa. Spalletti prova a mischiare le carte passando a volte anche alla difesa a 3, ma di miglioramenti non si vedono.
Il possesso palla della Roma raggiunge livelli clamorosi, quasi il 75%, ma solo verso la fine del primo tempo gli uomini di Spalletti si fanno pericolosi in avanti. Prima Dzeko prende il palo su bella combinazione Pjanic De Rossi, poi Salah manda ti poco a lato un ottimo cross di Florenzi. Al 41° la rete: gran iniziativa di De Rossi in area che di tacco apparecchia per Naingollan alla prima rete stagionale.
Il secondo tempo inizia con un assedio gialloblu. Due occasione grossissime per pareggiare e soprattutto un palo di Rebic contraddistinguono l’inizio della ripresa. Il Verona gioca altissimo, ma si espone al contropiede romanista con Salah protagonista che sfiora per due volte il raddoppio. La partita ora sembra aperta a qualsiasi risultato perché le squadre sono lunghissime e scollate. Infatti su uno di questi capovolgimenti di fronte Wszolek entra in area di rigore saltando netto Castan che non può far altro che stenderlo. Rigore netto che Pazzini realizza con un gran tiro sotto la traversa.
La Roma sembra colpita nel vivo e finalmente prende in mano la partita, le occasioni migliori capitano ancora a Dzeko, ma l’appuntamento col gol del centravanti bosniaco deve essere ancora rimandato. Per ben tre volte l’attaccante potrebbe realizzare. Clamoroso soprattutto l’errore al 94°: sugli sviluppi di un angolo il colpo di testa a botta sicura finisce in curva. Risultato fissato così su 1-1.
La nuova Roma di Spalletti inizia come la vecchia Roma di Garcia aveva finito. L’ennesimo pareggio, il sesto in otto partite, l’ennesimo vantaggio sfumato e tanta confusione in campo, nonostante i cambi tattici di Spalletti. Da rimarcare soprattutto il cambio di posizione di Pjanic posto davanti alla difesa e il ricorso alla difesa a 3. Ma le novità tattiche non sono ancora digerite dalla squadra, cosa normale visto che il tecnico toscano è a lavoro solo da cinque giorni, e le scorie della precedente gestione sono evidenti. Inoltre Spalletti dovrà recuperare un giocatore come Dzeko che oggi ha dimostrato ancora una volta tutti i suoi problemi in fase realizzativa e che pare un giocatore alla ricerca di se stesso.
Il pomeriggio di Udine sarò ricordato per l’inaugurazione del Nuovo Stadio Friuli, e per la cavalcata trionfale della squadra bianconera. Lo stadio è un vero gioiello di architettura ed è l’ennesimo esempio della grande capacità manageriale della famiglia Pozzo. Speriamo che questa struttura sia solo la prima di una lunga serie di nuovi stadi di cui il calcio italiano ha bisogno come il pane.
Tanto bello lo stadio, tanto brutta L’Udinese. All’inizio Colantuono si schiera a specchio con Allegri 3-5-2 con Lodi a uomo su Marchisio, con questa mossa i due registi delle formazioni si annullano a vicenda. La partita difatti ne risente e nel primo quarto d’ora regna la noia. Partita che si sblocca grazie ad una punizione Dybala a dir la verità abbastanza innocua, Karnezis in questa occasione poco reattivo, non fa altro che guardare la palla entrare. Qui la partita praticamente finisce. Nel giro di dieci minuti la Juve prima raddoppia con Khedira, con la difesa friulana che fa da spettatrice, poi triplica su rigore generosamente regalato da Danilo con annessa espulsione, ancora con Dybala. Tre golo in 10 minuti e per giunta in superiorità numerica. Il pomeriggio bianconero da pericoloso che doveva essere, si trasforma in una passeggiata domenicale.
Prima della fine del primo tempo c’è ancora tempo per il primo gol in Italia di Alex Sandro con uno splendido tiro a giro di destro. Nel secondo tempo la partita diviene un semplice allenamento, la Juve si preoccupa di controllare e di pensare all’impegno di mercoledì con la Lazio, mentre l’Udinese pensa a non subire altre reti. Da registrare solo una bella punizione di Lodi che Buffon respinge con l’aiuto del palo, come unica occasione della ripresa. La decima vittoria è arrivata con molto più semplicità di quello che Allegri pensava alla vigilia. L’Udinese si è sciolta come fece con l’Inter dimostrando una fragilità difensiva disarmante. Per la Juve la solita prova di forza e la certezza di essere di nuovo in piena lotta scudetto.
Al Dallara Bologna e Lazio hanno dato vita alla classica partita dai due volti. Pronti via e Giaccherini porta in vantaggio il Bologna con una splendida punizione da venti metri che fa fare una brutta figura a Berisha. I biancocelesti colpiti a freddo, non si riprendono e sbandano paurosamente per tutto il primo tempo. Al 18° sugli sviluppi di una punizione la difesa della Lazio si muove malissimo lasciando Destro solo davanti a Berisha. Il piattone del centravanti non lascia scampo al portiere albanese che anche qui non appare sicurissimo. Per poco alla mezz’ora non ci scappa anche il terzo gol con un’altra palla malamente persa dal centrocampo bianco celeste, non sfruttata a dovere da Brighi che al centro dell’area conclude malamente.
Lazio irriconoscibile rispetto a Firenze o alla prestazione con l’Inter. Lenta imprecisa senza mai creare una chiara occasione. Bel Bologna di contro che ha preso in velocità la squadra biancoceleste ogni volta che se ne è creata l’occasione. Il secondo tempo inizia con due cambi da parte di Pioli Klose e Lulic per Djordjevic e Parolo nel tentativo di cambiare l’inerzia della gara. Il Bologna sembra rimasto negli spogliatoi. Prima un clamoroso auto palo di Gastaldello per poco non manda in rete i laziali, poi il giovane Masina la combina grossa stendendo Klose in piena area e facendosi espellere. Il rigore lo realizza Candreva con uno splendido scavino. Il forcing della Lazio si fa più insistente e al 77° gli sforzi vengono premiati dal giusto pareggio. Klose ruba palla e serve Lulic al limite dell’aria che con un tiro imparabile fa secco Mirante. 2-2.
Le due squadre decidono di accontentarsi e la partita si trascina fino alla fischio finale con il risultato che non muterà. I due cambi di Pioli si sono dimostrati determinanti, ma la stagione della Lazio pare la metafora delle montagne russe. Una volta su una volta giù. Stavolta il su e giù si è verificato addirittura nella stessa partita. Molle e spente nel primo tempo determinata e cinica nella ripresa. Se Pioli riuscirà a dare un equilibrio a questa formazione la Lazio potrà tornare alle posizioni di classifica che gli competono. Grosso rammarico per il Bologna. Non ha chiuso con il terzo gol la partita ed è rientrata in campo forse con la presunzione di averla già vinta. Donadoni dopo aver lavorato egregiamente sulla parte tecnico tattica della squadra, ora dovrà lavorare sulla psicologia dei suoi uomini. Se riuscirà anche in questo il Bologna si leverà belle soddisfazioni nella seconda parte della stagione.
Il lunch match ha visto il Genoa asfaltare il Palermo con un rotondo 4-0. Partita mai in dubbio con gli uomini di Gasperini che sembrano aver imboccato la strada giusta. Da rimarcare la splendida prestazione di Pavoletti, in orbita nazionale, al decimo gol stagionale. Fantastica la sua semirovesciata che è valso il quarto gol dei genoani. Il Palermo continua la sua stagione travagliatissima. Il nuovo allenatore Barros Schelotto che prenderà la squadra in mano da lunedì, ha di fronte a se un lavoro veramente arduo.
Il tabellone del pomeriggio è stato completato dal pareggio per 1-1 tra Chievo ed Empoli e dalla sorprendente vittoria per 2-1 del Carpi sulla Sampdoria Le due provinciali si sono divise la posta con un pareggio tutto sommato equo che rafforza la splendida classifica di entrambe. Il Carpi con questa bella vittoria supera il Frosinone, ma soprattutto dichiara di credere fino in fondo alla salvezza. La Samp dal canto suo sempre invece una squadra in totale confusione, dove per ora l’arrivo di Montella ha creato più dubbi che dato certezze.
In serata le luci di San Siro si sono accese per Milan Fiorentina, posticipo molto atteso per la situazione altalenanti della panchina milanista, sia per capire se la squadra toscana potrà lottare per la vetta fino al termine della stagione, dopo le ultime prove non esaltanti. Un paio di sorprese per parte nelle formazioni iniziali. Mihailovic rilancia dal primo minuto il discusso Bertolacci, nel 4-4-2 che vede in attacco il duo Bacca-Niang. Sousa dal canto suo sorprende sostituendo l’infortunato Badelj con l’oggetto misterioso Mario Suarez. Ennesima panchina per Rossi sempre più ai margini del progetto viola.
Come in molte partite della giornata il risultato viene sbloccato immediatamente. Buona iniziativa di Bonaventura sulla sinistra che assiste Bacca. L’attaccante colombiano entra in area, con un dribbling strettissimo dribbla il suo direttore marcatore e con uno splendido tiro a giro sul secondo palo porta in vantaggio il Milan. Da quel momento in poi la Fiorentina fa un possesso palla prolungato, ma che non crea nessuna occasione da rete. È un pò il problema della viola di questi ultimi tempi: gran giro palla, ma azioni da gol scarsissime. Dal canto suo il Milan fa una partita attenta e ordinata senza lasciare troppi spazi ai viola e cercando di essere pungente in ripartenza.
Il secondo tempo parte sulla falsa riga del prima. La Fiorentina riesce a rendersi pericolosa solo sugli sviluppi di un corner, ma Astori è impreciso. La più grossa occasione da gol la ha ancora il Milan con Antonelli liberato da Bertolacci in ottima posizione, ma il tiro del terzino è debole e centrale. La partita non decolla è le emozioni latitano. Neanche l’ingresso di Giuseppe Rossi da più brio alla contesa. A 5 minuti dal termine si rivede in campo anche Balotelli finalmente in campo dopo i problemi legati alla pubalgia.
Al minuto 88 la partita si chiude. La Fiorentina si fa trovare troppo avanzata e si lascia sorprendere da un taglio di Kucka che mette Boateng solo davanti a Tatarasunu, il Boa dribbla il portiere e deposita in rete il pallone del definitivo 2-0. I cinque minuti finali regalano un palo di Balotelli, ma a gioco fermo.
Il Milan con un sol colpo scavalca le provinciale Sassuolo ed Empoli e si porta a soli tre punti dalla Roma. Mihailovic finalmente vivrà almeno una settimana tranquilla dopo tutte le vicissitudini delle ultime settimane. La squadra rossonera non ha impressionato per la qualità del gioco, ma è finalmente apparsa ordinata e coesa, il 4-4-2 sembra dare finalmente equilibrio. Per Sousa forse è la fine dei sogni di gloria. Sei punti dalla vetta appaiono tanti, ma sono soprattutto le ultime prestazione a preoccupare. Il gioco appare involuto e la squadra non conclude mai in porta, in più la difesa sembra distratta e poco protetta. Si chiedono rinforzi di mercato, ma forse sarà più utile guardarsi negli occhi all’interno del proprio spogliatoio.




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