LA CROCE – “DE PROFUNDIS CLAMAVI AD TE DOMINE”, OSTIA FERITA PREGA PER IL MEDITERRANEO, PER ROMA:18 MAGGIO, TORRE SAN MICHELE

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LA CROCE – A pochi giorni da un’ennesima aggressione in Ostia, periferia di Roma, presso una scuola e che successivamente ha visto la presenza ‘riparatrice’ di un ministro della Repubblica, e l’attenzione della stampa e dei media nazionali, la stessa zona è interessata da un momento importante di preghiera. Si perché saranno presenti presso la Torre michelangiolesca dedicata all’ arcangelo Michele (nell’immagine in alto a sinistra) i referenti delle fedi e dei culti cattolici, ortodossi, evangelici protestanti, islamici per pregare l’Angelo la cui forza è riconosciuta da tutti i Culti. 

 
Si pregherà per Ostia, per Roma e per il Mediterraneo, che si affaccia a poche centinaia di metri dalla torre e collega Ostia e Roma con quel resto del mondo spesso sconvolto dalla violenza, dalla guerra.
 
La Commissione Cultura della Prefettura di Ostia-diocesi di Roma, presieduta da don Leonardo Bartolomucci, ha voluto organizzare questo momento speciale, che da anni si compie e si ripeterà nei prossimi, considerando l’importanza spirituale dell’evento: presieduta dal neo Parroco Prefetto di Ostia Padre Giovanni Patané (nell’immagine in basso a sinistra) la preghiera sarà un percorso dello Spirito e inizierà aprendo la porta della Torre. Successivamente Sacerdote, Pastore, Imam, Pope, si porteranno nel punto più basso dell’edificio monumentale (nell’immagine in basso a destra) ; questo è il luogo del dolore e del supplizio, le carceri. Da qui condurranno la preghiera alzando lo sguardo sopra di loro dove è visibile il cosiddetto ‘occhio di Dio’ il Cielo sopra di noi (nell’immagine in alto a destra).
 
Dopo i consacrati saliranno i piani della torre e infine raggiungeranno il tetto; da qui impartiranno le Benedizioni verso il Mediterraneo, verso Roma e verso Ostia. Infine si affacceranno dalla torretta e benediranno le persone nel giardino esterno.
 
Si perché l’accesso per la preghiera all’interno è purtroppo, per questioni di sicurezza e salvaguardia del prezioso monumento, dedicato agli Invitati mentre successivamente alla celebrazione (per le ore 12.30 circa) le porte della Torre si riapriranno per farla visitare a tutti, gruppi di 50 (25 sul tetto) fino alle ore 13.30 circa. Appuntamento in via degli Atlantici alle ore 10.
 
Grandi passi sono stati fatti da Ostia nel suo percorso ormai decennale di dialogo religioso e incontro ecumenico di unità dei cristiani (anche grazie all’impegno del primo presidente della commissione Padre Agostino Ugbomah e a Padre Franco Nardin), da quando, un primo documento venne firmato, nel lontano 2010, nel mastio del Castello Giulio II (perché la Torre era inaccessibile) con la presenza delle più alte Istituzioni locali, la rete Pacis e i responsabili delle religioni locali. Copia dello stesso sono esposte presso le chiese dei vari culti, nell’ufficio del priore di Sant’Aurea, al municipio. Una copia inviata al Papa tramite mons. Vittorio Formenti, l’originale campeggia nel Castello di Ostia Antica.
Documento PACIS, Castello Giulio II, Ostia Antica.

Si perché, la riscoperta dei resti della cittadina d Ostia Antica, oggi Parco Archeologico di progressiva fama mondiale (seconda a Pompei!),  ci ha svelato quella meravigliosa convivenza non solo delle fedi, ma della cultura, sociale e cittadina in genere di diversi culti, relazioni di scambio tra i popoli, nel segno dell’identità personali, che sono durate fino a quando la sempre crescente crisidell’impero romano ha generato repressioni e persecuzioni, polarizzazioni e strumentalizzazioni.

La paura, la debolezza, la fragilità di uno Stato, come di una persona, causa la paura, a volte il terrore, di quello che non conosciamodel diversocosì è umiliante, come cittadino ostiense, romano, italiano, assistere ad una classe dirigente di ‘paurosi’ che negano da un lato con la repressione, dall’altro con l’universalizzazione dei diritti (di stampo franco rivoluzionario, quando non di matrice sovietico-comunista) recidendo il legame con i culti millenari. 

A chi addita alla santa romana chiesa l’intento di mantenere un certo status quo va detto con chiarezza che questo davvero ‘santo’ (in senso evangelico)  Pontificato mostra l’approccio Cristico nei confronti del ‘diverso’ ; prova ne è gli sforzi che la chiesa cattolica sta facendo per agevolare il dialogo e anche una certa strutturazione dei culti diversi, perché una società civile di ‘timorati di Dio’ ha un equilibrio che ci siamo dimenticati, necessario anche alle istituzioni politiche. Doveva venire un Papa Francesco, “dall’altra parte del mondo” a scardinare gli errori, a volte gli orrori, un sistema esclusivo, di una certa cupola elittaria, arrogante, farisaica, che bene va a braccetto con i potentati e le massonerie per mantenere a pochissimi privilegi e posizioni.

ALCUNI SCATTI DELL’ISTITUZIONE DELLA SEDE SALA RIARIO (EPISCOPIO OSTIENSE) E DELLA COMMISSIONE CULTURA PREFETTURA DI OSTIA-DIOCESI DI ROMA con il Vescovo Dario Gervasi l’allora Presidente Padre Agostino Ugbomah, il parroco prefetto di allora don Roberto Visier e i segretari della commissione Antiochia e Di Tomassi.

“Un passo indietro nella storia per un balzo in avanti verso un nuovo futuro”, questa sembra essere l’idea forza abbracciata come metodo dalla commissione cultura della prefettura di Ostia-diocesi di Roma, e dalle attività che essa “benedice”, da quando il Vescovo Dario Gervasi volle istituirla un paio di anni fa scegliendo proprio come sede la Sala Riario dell’Episcopio Ostiense come sede rappresentativa, riappropriandosi di un luogo estendendolo a tutta Ostia ecclesiale e non solo perché questo non sia soltanto utilizzato per sporadiche manifestazioni  o occasione di business, oppure da esperienze frammentate e personalizzanti, ma simbolo e segno di una cultura, cristiana, che è alle fondamenta di un messaggio evangelico senza il quale qualsiasi manifestazione perderebbe il senso identitario.

Allora è tempo di tornare a far splendere il messaggio di Dio, testimoniato da Gesù anche attraverso quella ‘resurrezione dei morti’ di tipo culturale, sociale, storico, che ci riallaccia e ci innesta alla Bellezza del Cielo anche qui sulla Terra, che in fondo, per noi cristiani che documentiamo, è Cristo nostro Signore e il Santo Spirito che da Lui e da Dio procede.

Stefano Di Tomassi




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