Missionaria Nadia De Munar uccisa. Il Papa: “ingiustificabile violenza”

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Nadia De Munari –  È stata uccisa a colpi di machete o con uno strumento simile a un’ascia, probabilmente per un tentativo di rapina. Nadia De Munari era una missionaria laica italiana, originaria di Schio, nel vicentino, che aveva dedicato la vita ai bisognosi in Perù. Ieri sono stati celebrati i funerali a Nuevo Chimbote, in Perù.
A presiedere le esequie, nella chiesa de la Asunción de la Virgen Maria, monsignor Angel Francisco Simon Piorno, il vescovo di Chimbote, la città costiera peruviana, dove operava la volontaria permanente vicentina, di 50 anni, che gestiva 5 asili e una scuola elementare del movimento fondato da don Ugo De Censi.
Un servizio per più di 500 bambini della baraccopoli di Nuevo Chimbote, che accoglie migranti in cerca di che vivere. A concelebrare, il vescovo di Huari Ivo Baldi, che ha pronunciato l’omelia, tutti i sacerdoti missionari italiani dell’Omg presenti in Perù e molti altri. Presenti anche numerosi bambini assistiti dalla missionaria.
Per l’occasione Papa Francesco ha inviato un telegramma in spagnolo, a firma del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, al vescovo di Chimbote, attraverso il nunzio apostolico in Perù. nel quale ribadisce “la più ferma riprovazione per questo nuovo e ingiustificabile episodio di violenza, che si aggiunge ai tanti altri in cui hanno perso la vita missionari e missionarie mentre compivano con abnegazione il proprio servizio al servizio del Vangelo e di assistenza ai più bisognosi e indifesi”.
“Mentre offre preghiere per l’eterno riposo dell’anima di questa volontaria e la affida all’intercessione della Madre di Dio”, il Papa esprime nel telegramma la propria “vicinanza paterna ai genitori, familiari e ai congiunti, assicurando il suo ricordo nella preghiera e la sua benedizione su tutti coloro che parteciperanno alle esequie, sia in Perù che, non appena possibile, in Italia”.
Il feretro di Nadia tornerà oggi a Lima, da dove sabato 1 maggio rientrerà in Italia, accompagnato dal vescovo ausiliarie di Huari, due sacerdoti dell’Operazione Mato Grosso e due amici volontari permanenti del movimento missionario. Le esequie a Schio e la sepoltura dovrebbero svolgersi domenica nella chiesa di Santa Maria delle Grazie a Giavenale di Schio.
Sono stati giorni di dolore e di attesa, per gli anziani genitori Teresina e Remigio, per le due sorelle Vania e Sonia, e per tutta la comunità di Giavenale, la frazione dove vive la famiglia e Monte Malo, dove vive la fraternità missionaria legata all’Operazione Mato Grosso che sosteneva Nadia nel suo servizio in Perù. L’ attesa di poter dare l’ultimo saluto terreno e la sepoltura a questa figlia della terra veneta che ha trascorso più della metà della sua vita in America Latina, al servizio degli ultimi.
I vescovi di Vicenza, Beniamino Pizziol, e di Huari, Giorgio Barbetta hanno espresso tutto il loro dolore per la morte della volontaria
“La morte di Nadia De Munari – dichiara il vescovo Beniamino Pizziol – avvenuta lo scorso 24 aprile ci lascia sgomenti e ci ricorda quanto sia delicato il lavoro dei tanti missionari nel mondo.
Esprimo ancora a nome personale e della diocesi di Vicenza la mia vicinanza alla famiglia, che ho sentito telefonicamente, e continua il ricordo nella preghiera per tutti loro. Esprimo anche il mio cordoglio ai volontari dell’O.M.G. e alla chiesa peruana, che hanno perso una persona stimata e benvoluta da tutti. Invito tutti a intensificare la preghiera in questi giorni difficili, invocando il dono della consolazione dal Signore”. “Nadia era una presenza limpida, operosa, instancabile tra la gente di Nuovo Chimbote”, la ricorda così monsignor Giorgio Barbetta, vescovo di Huari e membro dell’O.M.G., che continua: “La sua morte è arrivata come un fulmine a ciel sereno che ha scosso me e tutti coloro che la conoscevano. Le tante notizie che stanno circolando stanno creando anche un certo disorientamento in tutti noi. Penso che sia importante attendere la conclusione delle indagini della polizia peruviana. Nel frattempo, ciascuno sta cercando di fare la propria parte con onestà e preghiera”.
Nadia era impegnata per riuscire ad offrire ai bambini una educazione, una formazione per cominciare a cambiare il tessuto sociale fin da piccoli. Se cominci con i piccoli a regalare un po’ di affetto, di amore, di punti di riferimento, probabilmente riesci a curare anche una società che è malata nel profondo. Lei sognava questo servizio, diceva: “Iniziamo dai piccoli e facciamoli crescere
Per l’Operazione Mato Grosso, movimento missionario fondato nel 1967 dal salesiano don Ugo De Censi (scomparso nel 2018), non è la prima, terribile perdita in terra di missione. Sempre in Perù, dove ha chiesto di essere sepolto il fondatore, e dove l’Omg ha 40 comunità (17 sono in Ecuador, 12 in Brasile e 9 in Bolivia) sono morti Giulio Rocca, trentenne volontario permanente di Sondrio, che , partito ateo, nel 1992 stava per entrare in seminario, quando fu ucciso dai terroristi di Sendero Luminoso, e don Daniele Badiali, il “martire delle Ande” per il quale è in corso la causa di beatificazione. Il 16 marzo del 1997 si è offerto come ostaggio al posto di una volontaria italiana, ed è stato poi ucciso dai rapitori, banditi locali che agivano per denaro e che il sacerdote aveva riconosciuto.n




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