PAPA – ANGELUS – LIBERATEVI DEL SUPERFLUO

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PAPA – Deserto e voce. Sono le due strade che Papa Francesco percorre nella sua catechesi all’Angelus, pronunciato dalla finestra del Palazzo Apostolico davanti a 25mila fedeli, nella seconda Domenica d’Avvento. Due strade – sottolinea il Papa – che sembrano distanti eppure si incrociano perché se il deserto è “il luogo del silenzio e dell’essenzialità”, la voce è espressione di “ciò che pensiamo e portiamo nel cuore”, frutto di una riflessione fatta spogliandosi del superfluo: Il silenzio e la sobrietà – nelle parole, nell’uso delle cose, dei media e dei social – non sono solo “fioretti” o virtù, ma elementi essenziali della vita cristiana.

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

In questa seconda domenica di Avvento il Vangelo ci parla di Giovanni Battista, il precursore di Gesù (cfr Mc 1,1-8), e ce lo descrive come «voce di uno che grida nel deserto» (v. 3). Il deserto, luogo vuoto, dove non si comunica, e la voce, mezzo per parlare, sembrano due immagini contraddittorie, ma nel Battista si congiungono.

Il deserto. Giovanni predica lì, nei pressi del fiume Giordano, vicino al punto in cui il suo popolo, molti secoli prima, era entrato nella terra promessa (cfr Gs 3,1-17). Così facendo, è come se dicesse: per ascoltare Dio dobbiamo tornare nel luogo in cui per quarant’anni Egli ha accompagnato, protetto ed educato il suo popolo, nel deserto. Esso è il luogo del silenzio e dell’essenzialità, dove non ci si può permettere di indugiare in cose inutili, ma occorre concentrarsi su quanto è indispensabile per vivere.

E questo è un richiamo sempre attuale: per procedere nel cammino della vita è necessario spogliarsi del “di più”, perché vivere bene non vuol dire riempirsi di cose inutili, ma liberarsi del superfluo, per scavare in profondità dentro di sé, per cogliere ciò che è veramente importante davanti a Dio. Solo se, attraverso il silenzio e la preghiera, facciamo spazio a Gesù, che è la Parola del Padre, sapremo liberarci dall’inquinamento delle parole vane e delle chiacchiere. Il silenzio e la sobrietà – nelle parole, nell’uso delle cose, dei media e dei social – non sono solo “fioretti” o virtù, sono elementi essenziali della vita cristiana.

E veniamo alla seconda immagine, la voce. Essa è lo strumento con cui manifestiamo ciò che pensiamo e portiamo nel cuore. Capiamo allora che è molto collegata con il silenzio, perché esprime ciò che matura dentro, dall’ascolto di ciò che lo Spirito suggerisce. Fratelli e sorelle, se non si sa tacere, è difficile che si abbia qualcosa di buono da dire; mentre, più attento è il silenzio, più forte è la parola. In Giovanni Battista quella voce è legata alla genuinità della sua esperienza e alla limpidezza del suo cuore.

Possiamo chiederci: che posto ha il silenzio nelle mie giornate? È un silenzio vuoto, magari opprimente, o uno spazio di ascolto, di preghiera, dove custodire il cuore? La mia vita è sobria o piena di cose superflue? Anche se vuol dire andare controcorrente, valorizziamo il silenzio, la sobrietà e l’ascolto. Maria, Vergine del silenzio, ci aiuti ad amare il deserto, per diventare voci credibili che annunciano il suo Figlio che viene.