Pesca – Quello che arriva sulle nostre tavole non è sempre ciò che vorremmo anzi, spesso i metodi di trasporto e di conservazione lasciano a desiderare, ma questa volta la vicenda appare ancor più grave.
Sono emersi particolari rileventi dall’ultimo tassello di un’inchiesta che ha l’obiettivo di incastrare chi devasta la costa, traffica con i datteri proibiti e attenta alla salute pubblica, imponendo nelle pescherie vongole ‘prelevate’ non in mare ma addirittura tra la melma, alla foce del Sarno.
Così ecco la sgradita sorpresa: quando la benna calata dal personale dell’Arpac risale dai fondali al largo dell’area di Rovigliano, al confine tra Castellammare di Stabia e Torre Annunziata, il comandante della guardia costiera Ivan Savarese guarda negli occhi i suoi uomini e dice: «E’ la conferma alle nostre ipotesi».
Così dalla sabbia contaminata dalle sostanze organiche trasportate dal Sarno, il fiume più inquinato d’Europa, spuntano fuori le vongole. Da sei chili di sabbia riescono a recuperare un chilo e mezzo di frutti di mare.
In quell’area che gli investigatori definiscono “ciampa di cavallo” dalla foce del Sarno allo scoglio di Rovigliano – s’immergono i sub che vanno a caccia di vongole. «Sono le stesse persone che estraggono i datteri dalle rocce della costa sorrentina», conferma il comandante della Giardia Costiera Ivan Savarese.
Gli uomini del nucleo operativo della guardia costiera ( i“ghostbuster”) hanno monitorato per settimane i loro movimenti. Nel corso dei controlli disposti dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata, con l’ausilio del personale dell’Arpac, sono rusciti a scovare uno degli arditi ‘pescatori’.
L’uomo, di Castellammare di Stabia, è stato avvistato e fermato dai militari della guardia costiera. In due sacchetti aveva dieci chili di vongole raccolte a pochi metri dalla foce del Sarno. Identificato, è stato denunciato per pesca vietata e rischia l’accusa di attentato alla salute pubblica.