Gli italiani ed il turismo sessuale

Gli italiani ed il turismo sessuale

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Sono circa 80mila i ‘praticanti ‘ italiani di turismo sessuale nel mondo.

A descrivere la drammatica situazione è l’Ente Bilaterale Nazionale del Turismo (Ebnt), che  ha presentato l’ottava edizione dell’Osservatorio sulla legge contro lo sfruttamento dei minori nel turismo. «Gli imprenditori di settore non denunciano, e il ministero del Turismo ci rimbalza quando segnaliamo la necessità di agire per sensibilizzare e spingere alla denuncia», ha spiegato Alfredo Zini, presidente dell’ente. L’Italia, almeno sulla carta, è all’avanguardia quanto alle normative che contrastano lo sfruttamento dei minori da parte dei ‘travelling offender’, ma all’atto pratico queste non vengono rispettate.

I dati raccolti dall’Osservatorio raccontano di un “calo allarmante degli operatori che segnalano sul proprio sito e sui depliant informativi che la pedofilia è un reato anche in vacanza”: non un optional, come si potrebbe pensare, ma un preciso impegno previsto dalla legge 269 e un espediente fondamentale per scoraggiare preventivamente gli abusi. I turisti sessuali che si mettono in viaggio già con lo scopo di abusare di minorenni stranieri, infatti, all’inizio si affidano alle classiche agenzie turistiche ma poi, una volta giunti sul luogo, sanno come arrivare ai bambini da sfruttare (secondo l’Onu 220 milioni nel mondo) e per questo si affidano a operatori locali, taxisti, camerieri, ed anche veri e propri esperti del settore tutti compiacenti e complici. Avvertire il viaggiatore del fatto che ormai da anni il turismo sessuale sui minori è un reato punito in Italia anche quando viene perpetrato all’estero è quindi una efficace forma di prevenzione.

L’Italia è uno dei Paesi all’avanguardia in Europa in tema di disposizioni contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori. Questo grazie a una serie di interventi legislativi che hanno sostanzialmente modificato e migliorato il quadro normativo di riferimento in materia, con l’obiettivo di tutelare l’integrità psico-fisica dei minori, i quali, in ragione della loro vulnerabilità, sono più esposti ai pericoli di aggressione e sfruttamento a scopo sessuale. La preoccupazione maggiore, pertanto, è stata di disporre adeguate sanzioni nei confronti di chi, con il suo comportamento, comprometta il diritto del bambino e dell’adolescente ad un armonico sviluppo della personalità.

Nell’ordinamento giuridico italiano vari interventi normativi nel corso degli anni hanno introdotto una disciplina specifica per la tutela del bambino e dell’adolescente rispetto al fenomeno della violenza e dello sfruttamento sessuale.

Legge n. 66/96. Il primo riferimento fondamentale è la legge n. 66/96 recante “Norme contro la violenza sessuale”, ricomprendendo nell’art. 609 bis del codice penale i diversi tipi di atti sessuali.

Nell’ipotesi in cui gli atti sessuali siano rivolti ad un soggetto che non abbia compiuto i 14 anni, la violenza sessuale è presunta, in quanto si presuppone che un bambino di tale età non sia in grado di esprimere il proprio consenso all’eventuale atto sessuale.

Legge n. 269/98. Successivamente, la legge n. 269/98 contro lo “Sfruttamento della prostituzione, della pornografia e del turismo sessuale in danno di minori, quali nuove forme di riduzione in schiavitù” ha introdotto molte novità, tra cui la punibilità in patria dei cittadini italiani che commettano crimini sessuali contro i minori all’estero, anche qualora il fatto sia stato commesso in concorso con uno straniero (art. 604 del codice penale). Il legislatore, attraverso l’introduzione della extraterritorialità, ha voluto consentire all’Autorità Giudiziaria italiana di perseguire e punire più efficacemente anche le condotte criminose compiute fuori dal territorio del nostro Paese.

La legge ha inoltre inserito nel nostro ordinamento penale la punibilità delle iniziative turistiche volte allo sfruttamento della prostituzione minorile, per cui chiunque organizza o propaganda viaggi finalizzati alla fruizione di attività di prostituzione a danno di minori, o comunque comprendenti tale attività, è punito con la reclusione da sei a dodici anni e con il pagamento di una multa (art. 600 quinquies del codice penale). La legge impone, pertanto, ai tour operator di inserire in maniera evidente nei materiali propagandistici, nei programmi, nei documenti di viaggio consegnati agli utenti, nonché nei propri cataloghi, l’avvertimento che la legge italiana punisce con la reclusione i reati di prostituzione e pornografia minorile, anche se commessi all’estero.

Legge n. 38/06. La legge n. 38/06 recante “Disposizioni in materia di lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pedopornografia anche a mezzo Internet” ha inasprito le pene a carico degli autori, tra gli altri, del reato di prostituzione minorile, elevando da sedici a diciotto anni la soglia di età del minore con il quale è fatto divieto compiere un atto sessuale in cambio di denaro o di altra utilità economica. La legge ha inoltre introdotto per il “cliente” un aumento di pena se il minore ha meno di sedici anni e ha eliminato l’alternatività tra pene detentive e pene pecuniarie (il testo precedente prevedeva infatti come pena la detenzione o una multa). La legge ha infine istituito il Centro Nazionale per il Contrasto alla pedopornografia sulla Rete Internet e l’Osservatorio per il contrasto della pedofilia e pornografia minorile.

Nel più ampio panorama europeo e internazionale, particolarmente importante è la Convenzione del Consiglio d’Europa per la protezione dei bambini contro lo sfruttamento e gli abusi sessuali, nota come Convenzione di Lanzarote – ratificata dall’Italia con legge 1 ottobre 2012, n. 172 – la quale sottolinea l’attenzione internazionale nei confronti, tra gli altri, del reato di turismo sessuale. Sulla scia della Convenzione di Lanzarote, anche la nuova Direttiva Europea 2011/93/UE del 13 dicembre 2011 ha previsto il reato di turismo sessuale a danno di minori, disponendo che le autorità nazionali degli Stati membri possano perseguire i propri cittadini che abusano di minori all’estero e organizzano viaggi a tale scopo. La Direttiva, tra l’altro, contiene importanti indicazioni in materia di turismo sessuale. In particolare, dopo aver qualificato tale pratica come “lo sfruttamento sessuale dei minori da parte di una o più persone che viaggiano dal loro ambiente abituale verso una destinazione all’estero in cui hanno contatti sessuali con minori”, prevede numerose misure atte a combattere e prevenire il turismo sessuale in danno di minori, anche qualora esso si svolga al di fuori del territorio dell’Unione.

Per contrastare gli abusi sessuali commessi durante i viaggi all’estero, la nuova Direttiva introduce anche il divieto di pubblicizzare occasioni di viaggio che possano indurre a commettere abusi sessuali su minori. In Italia, il decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 39 ha recepito la Direttiva 2011/93/UE ed ha apportato importanti modifiche al codice penale italiano in tema di reati concernenti l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori, inasprendo le pene ed introducendo nuove circostanze aggravanti anche per i reati di prostituzione minorile (art. 600-bis), pornografia minorile (art. 600-ter), detenzione di materiale pornografico (art. 600-quater), pornografia virtuale (art. 600-quater.1) ed iniziative turistiche volte allo sfruttamento della prostituzione minorile (art. 600-quinquies)

Un altro importante testo normativo è il Codice Mondiale di Etica del Turismo, adottato nel 1999 con la Risoluzione dell’Assemblea Generale dell’Organizzazione Mondiale del Turismo di Santiago del Cile, facendo seguito alla già precedente Risoluzione sulla prevenzione del Turismo Sessuale Organizzato (Il Cairo, 22 ottobre 1995) e alla Dichiarazione di Stoccolma contro lo Sfruttamento Sessuale dei Bambini per fini commerciali (28 agosto 1996). Il Codice Mondiale ha come obiettivi la promozione di un turismo responsabile, sostenibile e accessibile a tutti; la tutela, conformemente al diritto internazionale, dei minori da ogni forma di sfruttamento sessuale e il contrasto dello stesso, in quanto negazione stessa del concetto di turismo.

Il profilo del turismo sessuale?  Maschio (ma come leggerete più avanti non solo), nel 90-95% dei casi (tra i 20 e i 40 anni), appartenente alle diverse classi sociali.

Nel “cliente” e nel pedofilo abita la netta sensazione di non essere arrestato  infatti è ancora esiguo il numero di coloro che sono perseguiti dalla legge. Inoltre queste persone hanno “molti contatti con i pari,  cioè con chi cerca lo stesso tipo di filmati, notizie, foto via internet”. Quando il fenomeno è declinato al femminile, “le vittime solitamente non sono bambini, ma adolescenti. L’esperienza eterosessuale viene vissuta con un carattere meno negativo: il gigolò ha un’accezione più positiva rispetto alla prostituta”. Ogni anno circa 600mila signore di tutte le età partono da sole. Le italiane sono circa 60mila. Obiettivo: sesso con i locali. La prima destinazione è l’Europa del Sud (i Paesi dell’ex Jugoslavia, le isole greche e la Spagna), seguono i Caraibi (Repubblica Dominicana e Cuba in testa), l’Africa (Marocco, Capo Verde e il Senegal) e infine l’Asia delle Filippine e della Thailandia. Con una piccola variante semantica: non lo chiamano “turismo sessuale” ma “romance tourism”, turismo da favola, che è tutta un’altra cosa. O, almeno, di questo si convincono le viaggiatrici.

Uno che ha dedicato alla materia parecchio del suo tempo e dei suoi studi è Klaus de Albuquerque, sociologo e antropologo che 1998 scrisse In cerca del Big Bamboo e suddivise le viaggiatrici in questione in quattro tipologie: le “debuttanti” o neofite; le turiste sessuali “situazionali”, ben disposte a fare sesso con i beach boys pur non viaggiando con questo preciso intento; le “veterane” il cui obiettivo è di sperimentare sesso anonimo; infine, le “reduci” che hanno stabilito una relazione continuativa.

Meno di vent’anni dopo le categorie sono all’incirca le stesse, l’unico aspetto ad essere cambiato è che se un tempo se lo potevano permettere solo le donne più mature e benestanti – viaggiare da single aveva costi proibitivi –  oggi le offerte low cost hanno conquistato anche un pubblico più giovane e tra un passaparola e l’altro, in loco i beach boys hanno annusato l’affare. Risultato: l’imbarazzo del primo passo è un ricordo lontano, la relazione inizia senza troppe difficoltà in spiaggia e i clienti sono entrambi soddisfatti.

La regola che si tramandano le viaggiatrici è: “divertitevi non innamoratevi, anche se vi sembrerà che lui prova dei sentimenti per voi, non credergli. In realtà vuole solo assicurarsi una fuga in Europa e a meno che non sia nei vostri progetti, scoraggiatela fin da subito”. Eccezion fatta per la Croazia, dove gli uomini prendono le relazioni sul serio, nel resto del mondo la donna alla ricerca di sesso è un mezzo, più che un fine.

A dimostrarlo le due sociologhe inglesi Jacqueline Sanchez Taylor e Julia O’Connell Davidson che hanno passato sotto la loro lente le viaggiatrici single in Giamaica: ebbene, un terzo delle 240 intervistate non ha avuto problemi ad ammettere di aver avuto relazioni con la fauna locale, di aver offerto cene e elargito regali ma alla domanda “ha pagato dei prostituti?” hanno tutte categoricamente negato: il pensiero che i locali si concedano per interessi economici non le sfiora nemmeno. Le due sociologhe hanno concluso che la visione distorta della realtà ha a che fare con un retaggio che si potrebbe definire “coloniale”, ovvero la convinzione che gli uomini neri amino fare sesso con chiunque, sempre, anche con donne più anziane, tanto per il gusto di farlo e dimostrare alla donna bianca le loro virtù amatorie. Tanto che, spiegano le sociologhe nello studio dal titolo Dollars are a Girls’ Best Friend? Female Tourists’ Sexual Behaviour in the Caribbean, “Molte si convincono genuinamente di essere corteggiate. ‘Gli piacciono i miei capelli, la mia pelle chiara’, dicono”.

Anche l’antropologo francese Franck Michel su Le Monde Diplomatique, sottolinea come nel turismo sessuale o “romance tourism” che “offre sensazioni forti e sesso a buon mercato con i poveri del sud del mondo”, le donne “stanno seguendo le orme maschili, ripercorrendo lo stesso schema di potere, dominazione e sopraffazione di stampo coloniale”.

“Pur consapevole che il fenomeno non ‘viaggia’ principalmente tramite i canali del turismo organizzato ma in genere predilige vie secondarie, l’industri turistica ritiene di avere comunque un ruolo importante e strategico soprattutto in termini di sensibilizzazione”, ha rilevato Ellen Bermann, esperta dell’Astol, a cui è associato il gruppo Ventaglio che ha firmato ufficialmente nel marzo scorso il Codice di condotta dell’industria turistica italiana per la protezione dei minori.

Va segnalato a caratteri forti sul turismo sessuale:  500mila bambine e adolescenti dedite alla prostituzione soltanto in Brasile, in Thailandia potrebbero superare le 800mila. In India i bambini che lavorano nell’industria del sesso sono 400-400 mila: il 20% delle ragazze hanno meno di 128 anni e la metà di loro è sieropositiva”.

 

Raffaele Dicembrino

 

 

 

 

 

 
<table width=”450″>
<tbody>
<tr>
<td colspan=”3″ width=”419″><strong>Baby prostitute/i nel mondo </strong></td>
</tr>
<tr>
<td width=”336″><strong>PAESE: Meta turistica</strong></td>
<td width=”58″><strong>N. baby prostitute/i</strong></td>
<td width=”59″><strong>Quanto costano</strong></td>
</tr>
<tr>
<td width=”336″>Minori sfruttati sessualmente in <strong>Thailandia</strong></td>
<td width=”58″>300.000</td>
<td width=”59″>10/40$</td>
</tr>
<tr>
<td width=”336″>Minori sfruttati sessualmente in <strong>Brasile</strong></td>
<td width=”58″>500.000</td>
<td width=”59″>5/30$</td>
</tr>
<tr>
<td width=”336″>Minori sfruttati sessualmente  nelle <strong>Filippine</strong></td>
<td width=”58″>100.000</td>
<td width=”59″>5/40$</td>
</tr>
<tr>
<td width=”336″>Minori sfruttati sessualmente in<strong> Nepal</strong></td>
<td width=”58″>150.000</td>
<td width=”59″>10/40$</td>
</tr>
<tr>
<td width=”336″>Minori sfruttati sessualmente in <strong>Cina</strong></td>
<td width=”58″>600.000</td>
<td width=”59″>10/30$</td>
</tr>
<tr>
<td width=”336″>Minori sfruttati sessualmente in<strong> India</strong></td>
<td width=”58″>575.000</td>
<td width=”59″>20/30$</td>
</tr>
<tr>
<td width=”336″>Minori sfruttati sessualmente nella <strong>Rep.</strong><strong> Dominicana</strong></td>
<td width=”58″>30.000</td>
<td width=”59″>10/30$</td>
</tr>
<tr>
<td width=”336″>Minori sfruttati sessualmente in <strong>Pakistan</strong></td>
<td width=”58″>40.000</td>
<td width=”59″>10/40$</td>
</tr>
<tr>
<td width=”336″>Minori sfruttati sessualmente in <strong>Russia</strong></td>
<td width=”58″>50.000</td>
<td width=”59″>5/10$</td>
</tr>
<tr>
<td width=”336″>Minori sfruttati sessualmente nello <strong>Sri</strong><strong> Lanka</strong></td>
<td width=”58″>30.000</td>
<td width=”59″>10/50$</td>
</tr>
<tr>
<td width=”336″>Minori sfruttati sessualmente in <strong>Taiwan</strong></td>
<td width=”58″>60.000</td>
<td width=”59″>50/90$</td>
</tr>
<tr>
<td width=”336″>Minori sfruttati sessualmente in <strong>Vietnam</strong></td>
<td width=”58″>40.000</td>
<td width=”59″>5/20$</td>
</tr>
<tr>
<td width=”336″>Minori sfruttati sessualmente in <strong>Europa/Africa</strong></td>
<td width=”58″></td>
<td></td>
</tr>
</tbody>
</table>
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