Decreto agosto: le possibili novità

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Decreto agosto – Il decreto agosto che deve essere approvato dal Consiglio dei Ministri nelle prossime ore, consta di 91 articoli. Secondo quanto segnala l’ANSA sono cinque le macro aree interessate: lavoro, scuola, enti locali, fisco e rilancio dell’economa.

Un provvedimento che porta a circa 100 miliardi i finanziamenti in deficit per l’emergenza Covid, insieme al Cura Italia e dl Aprile e che ha lo  scopo di prolungare le misure-chiave dei precedenti decreti e introdurne di nuove sostenendo l’economia fino a fine anno e quindi  fino al varo dei nuovi interventi con la Legge di Bilancio.

In arrivo anche il via libera per ulteriori fondi per la scuola: più di un miliardo per la riapertura a settembre e soprattutto per le assunzioni. Così come affermato dal ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, i fondi saranno così ripartiti: 950 milioni per le nuove assunzioni, che saranno stanziati tra gli anni 2020 e 2021 per un terzo e due terzi; gli altri circa 300 milioni saranno destinati per le strutture scolastiche.

Il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha anche assicurato che nel decreto legge di agosto saranno previste apposite risorse, per gli Enti locali, per l’affitto degli spazi aggiuntivi e il pagamento delle relative utenze.

I sindacati si schierano in trincea contro un possibile ripensamento del governo sulla proroga del blocco dei licenziamenti, inizialmente previsto nell’imminente ‘decreto agosto’ ma su cui è in corso uno scontro all’interno della Maggioranza. “Se il Governo non prorogasse il blocco dei licenziamenti sino alla fine del 2020, si assumerebbe tutta la responsabilità del rischio di uno scontro sociale”, scrivono i segretari segretari di Cgil Cisl e Uil Maurizio Landini, Annamaria Furlan, Pierpaolo Bombardieri che sottolineano di avere già indetto un’iniziativa per il 18 settembre: “che possa essere trasformata in uno sciopero generale dipenderà solo dalle scelte del Governo e della Confindustria”.

“Chi pensa di anticipare quella data alla fine dello stato di emergenza”, osservano i tre segretari generali, “dimostra di non avere cognizione delle elementari dinamiche del mercato del lavoro e di non preoccuparsi delle condizioni di centinaia di migliaia di lavoratrici e di lavoratori. Chi pensa che possano stare insieme sgravi contributivi e fiscali generalizzati (vedi Irap) e licenziamenti non capisce che ora è il tempo della coesione sociale e degli investimenti sul lavoro” prosegue il comunicato. “Ed in questo contesto è davvero grave che Confindustria decida di non firmare i contratti nazionali delle lavoratrici e dei lavoratori della Sanità privata e del settore Alimentare che con la loro opera essenziale ci hanno permesso di uscire dalla fase più acuta della pandemia”, conclude il comunicato congiunto”.




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