Calcio – Champions League: il punto sull’andata delle semifinali

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Champions League – Il più grande appuntamento per club europeo, la Uefa Champions League si avvicina a grandi passi verso la finale. Nelle ultime ore sono state giocate le due semifinali, partite ricche di spunti, incontri in cui non sono mancate le emozioni che il calcio è in grado di donare.

La prima notizia è che gli arbitri non sono stati i grandi protagonisti (e chi ha avuto la fortuna di arbitrare sa bene come questa sia è già una grande notizia). Certo una svista per un fallo di mano a svantaggio del Barcellona c’è stato ma non così grave da inficiare il risultato della partita e sicuramente non più grave dell’errore sotto porta degli spagnoli nell’ultima azione della partita.

Ma andando a ritroso partiamo dalle emozioni del Bernabeu, definito da alcuni colleghi “Il tempio del calcio”  o addirittura “La Chiesa del calcio” (curiosamente c’è anche una chiesa nei pressi del campo da gioco).

Centomila posti ed una bolgia di colori e grida ha accolto gli inglesi che, ancora una volta, si sono resi rei di alcuni incidenti nel pre-partita a causa del solito uso esagerato di bevande alcooliche.

L’incontro tra Barcellona e Liverpool è stato trasmesso in chiaro, sulle reti Rai. La partita è andata in onda su Rai Uno e ha fatto registrare 4.876.000 telespettatori, con uno share del 20,58%.

Un primo tempo di marca spagnola con un gol di grande intelligenza del solito arrembante Suarez (che non perde mai occasione per polemizzare con i suoi avversari di turno). Poi un inizio di ripresa che sembrava il prologo alla rete degli ospiti ma per segnare bisogna fare i conti con il portiere avversario, centrare la porta e per vincere bisogna ricordarsi di non lasciare occasioni da rete al miglior giocatore del mondo, Lionel Messi. Infatti grande protagonista sua maestà Messi, puntuale all’appuntamento col destino per il raddoppio arrivato nel momento più difficile del suo Barca, e infine strepitoso in una punizione da 25 metri calciata sotto l’incrocio dei pali, dove neppure il titolato Alisson (mister 100 milioni) ha potuto nulla. Per Messi il gol n.600 in carriera con la maglia blaugrana, e i 90 mila tifosi del suo stadio gli hanno reso omaggio con una standing ovation da brividi (immaginate 100mila persone in piedi ad applaudire ed acclamarvi)

Ma andiamo con ordine.

Come premettevo a sbloccare la partita è stata una scivolata di Suarez, che si è allungato su un perfetto suggerimento di Jordi Alba.  Dopo il vantaggio blaugrana, il Liverpool ha sprecato occasioni. Ter Stegen ha salvato i suoi almeno tre volte nei primi minuti della ripresa, nei quali il Barcellona si è concesso un attimo di respiro. Messi ha raddoppiato spingendo col petto un pallone rimbalzato sulla traversa dopo un tiro di Suarez, e poco dopo ha regalato al mondo degli appassionati di calcio una magia da vedere e rivedere più volte, trasformando una punizione con una parabola assolutamente perfetta, grazie alla quale ha raggiunto quota 600 gol con il Barça, pochi giorni dopo il 600esimo del rivale Ronaldo. I Reds hanno avuto la possibilità di regalarsi una gara di ritorno diversa con una doppia occasione più facile da segnare che da sbagliare ma prima si è salvata  la difesa e sulla ribattuta Salah non è andato oltre il palo (a porta praticamente vuota, dopo il salvataggio di Lenglet sulla linea). Dal possibile 3-1 che avrebbe dato un altro volto alla partita di ritorno a due occasioni gigantesche del Barcellona per chiuderla sul 4-0, sprecate nel finale con due contropiede condotti male, e finalizzati ancora peggio. Veramente clamorosa l’azione che ha concluso la partita con un contropiede condotto da Messi che, per dare gloria al compagno di squadra (invece che tirare come egoisticamente molti suoi colleghi avrebbero fatto) ha offerto il pallone a Dembelé (che in 10 minuti di partita ha commesso tre errori grossolani) con il risultato di un insignificante piattone molle e centrale, solo davanti ad Alisson.

Il 3-0 è comunque un ottimo risultato soprattutto perché Messi e compagni faranno tesoro di quanto avvenuto lo scorso anno a Roma quando presero la partita troppo alla leggera subendo una brutta battuta d’arresto nel loro cammino Champions.

Ora basterà poco per mettere un piede in finale dove dovrebbero (ma nel calcio il condizionale è d’obbligo) incontrare i giovani campioni dell’Ajax che, dopo aver eliminato Real Madrid e Juventus sono andati a vincere anche in Inghilterra.

I ragazzi terribili di Ten Hag sono infatti a un passo dalla finale di Champions, dopo la vittoria per 1-0 a Londra contro il Tottenham nella semifinale di andata. La terza su tre nella fase a eliminazione diretta di questo torneo lontano da Amsterdam: dopo Bernabeu e Allianz Stadium, è hanno espugnato  anche il nuovo impianto degli Spurs, in una partita dove gli olandesi non hanno solo replicato a tratti il calcio meraviglioso visto contro Real Madrid e Juve, ma anche saputo soffrire, quando gli avversari hanno alzato il ritmo e incalzato la difesa capitanata dall’eccezionale De Ligt.

A difesa di Pochettino ci sono le pesanti assenze ricordando che Kane salterà anche il ritorno, Son era squalificato, infortunati Winks e Lamela, mentre gli acciaccati Dier e Sissoko sono andati in panchina. Insomma, Alli ed Eriksen si sono dovuti abbassare a turno in mediana per dar manforte a Wanyama. Ajax curiosamente con lo stesso undici che pareggiò ad Amsterdam contro la Juve nei quarti. Ten Hag ha scelto sulla destra Veltman invece di Mazraoui, non ancora al meglio dopo l’infortunio rimediato allo Stadium contro i bianconeri.

(Photo by Laurence Griffiths/Getty Images)

L’Ajax ha colpito al 15′, alla prima occasione: imbucata di Ziyech per Van de Beek che sul filo del fuorigioco (c’è il tacco di Trippier a convalidare la posizione) ha il tempo di stoppare, fintare, far sedere Lloris e battere a rete col destro (un gol ‘comodissimo’ da realizzare). Una volta in vantaggio, gli olandesi hanno stordito gli avversari con palleggio, pressing alto e improvvise accelerazioni. Calcio totale, dal possesso palla alla pericolosità in avanti, sino alla capacità di recuperare palla in pochi secondi. Così è ancora Van de Beek al 24′ a spaventare Lloris dopo una combinazione splendida degli ospiti: ma il portiere francese si è salvato con i piedi.

Al 31′, altro cross del terzino della nazionale inglese uscita avventurosa di Onana che ha travolto Vertonghen e Alderweireld con il primo costretto ad abbandonare il campo: dentro Sissoko.

L’Ajax si è fermata un attimo, ha rifiatato rischiando nel recupero sul colpo di testa di Alderweireld su solita pennellata di Trippier e poi sul violento tiro da fuori area di Sissoko.

In avvio di secondo tempo gli inglesi hanno avuto altre occasioni: Llorente con un gran controllo ha seminato il panico in area olandese, ma senza risultati. Onana, al 50′ ha bloccato in presa il destro al volo di Alli.

Capita la tendenza, Ten Hag ha deciso di correre ai ripari inserendo Mazraoui, giocatore più di passo, per il ragionatore Schone. E’ stato necessario correre, difendere e soffrire e i ragazzi terribili dell’Ajax hanno svolto il loro compito con una maturità sorprendente, non rinunciando a qualche sortita in contropiede come quello del 78′, quando la combinazione Mazraoui-Tadic-Neres è terminata con il sinistro del brasiliano che si è infranto sul palo a Lloris battuto.

L’assalto finale del Tottenham è stato sterile e gli olandesi hanno potuto festeggiare la vittoria.

Il vantaggio c’è ma la qualificazione è ipotecata ma non acquisita. Gli olandesi in casa a volte stentano e la loro giovane età può fare brutti scherzi.

Vedere nella finale di Madrid il Barcellona contro l’Ajax sarebbe uno spettacolo di grande prestigio e che farebbe contenti quasi tutti, tranne inglesi e madrilisti.

Per il calcio italiano non è tempo di finali europee …sarà per il prossimo anno.

Come recitava la coreografia dei tifosi del Totthenam ‘osare è fare’ e rialzarsi e crederci deve essere l’imperativo del nostro calcio.




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