CALCIO – CHAMPIONS LEAGUE – SARRI PRESENTA LAZIO-ATLETICO MADRID

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LAZIO – Ecco le parole di Maurizio Sarri durante alla conferenza stampa della vigilia di Lazio-Atletico Madrid di Champions League.

Cancellare il brutto ko con la Juve e rimettere la squadra sul binario giusto. Maurizio Sarri pronto al debutto Champions League da tecnico della Lazio. Il silenzio rumoroso post Juve, causa episodi arbitrali, interrotto con la conferenza che anticipa la sfida all’Atletico Madrid del Cholo Simeone. Nessun accenno alle polemiche sugli arbitri: “La società ha imposto il silenzio stampa”. Poi sulla Champions: “Vogliamo fare il risultato senza fare calcoli”. Con il tecnico ha parlato anche Luis Alberto: “Per giocare in Champions la motivazione arriva da sola, altrimenti non ti piace il calcio”.

SARRI

“Mi aspetto che la squadra migliori ancora e tolga i difetti visti in questo inizio di stagione. I difetti più evidenti ora sono un approccio alla partita, in cui facciamo fatica. E nei momenti decisivi manchiamo in alcune zone del campo, come in difesa e a centrocampo. Negli altri 70 metri stiamo facendo passi in avanti. Il calcio di Simeone? Dissi a Napoli che era diverso, ma lo stimo, ha fatto benissimo in Europa e in Spagna”.

“Bisogna andare partita dopo partita. Il calendario ci propone questo, abbiamo problemi da risolvere. E anche la consapevolezza che qualche passo in avanti lo abbiamo fatto. Ora bisogna fare un passo in avanti decisivo. Con squadre forte rischi, è chiaro. La nostra squadra è rimasta corta anche nelle ultime due partire. L’approccio è stato meno deciso rispetto agli avversari, ma poi non ci siamo scomposti dando ripartenze agli avversari. Delle ultime sfide mi dispiace che subiamo gol in situazioni facili ed evitabili. E poi i 54 palloni in area senza gol: mi fanno dispiacere, mi fanno pensare che i margini di miglioramento sono lì. Momento migliore per affrontare l’Atletico? Non lo so, penso solo a fare risultato contro di loro. I nostri risultati non sono positivi, dunque potrebbe essere un brutto momento. Non ci pensiamo, c’è un’opportunità di giocare contro la squadra più forte del girone”.

“Immobile ha il destino dei grandi bomber. Giocatore di cui non puoi fare a meno e quando non segna viene criticato. Succede a tutti i giocatori che segnano 30 gol. La squadra gioca poco in profondità e questo ci costa qualcosa, va aiutato di più e lui deve venire più incontro. Kamada e Guendouzi insieme? Durante la stagione sì. Quando Luis Alberto andrà in fatica… Noi siamo più strategico che tattici, vogliamo andare su una filosofia, non un cambiamento per una singola partita. Facciamo funzionare al meglio le nostre cose”.

“Il nostro approccio sbagliato? Troppo dire che sia sbagliato. La fase di difficoltà con la Juve è durata 12 minuti. Mancavano aggressione, furore agonistico. La squadra però era ordinata, ci serve cattiveria 10 anziché 5. L’approccio al secondo tempo è stato un problema anche lo scorso anno. Non c’è una spiegazione logica quando si parla di 30 teste… Difficile capire il perché, si allenano nella maniera giusta. Ne stiamo parlando per provare a risolvere”.

“A Torino la società ci ha chiesto di non andare a commentare e ci atteniamo a questo. La Champions è un’altra storia, il livello è elevatissimo. Un onore e un piacere esserci dentro così come lottare su ogni singola palla. Quando si gioca ogni 70 ore dal punto di vista fisico non capisci molto. Dal punto di vista mentale non c’è tempo e non sarebbe nemmeno giusto pensare ancora alla Juve. Rimediamo agli errori e pensiamo all’Atletico Madrid. Guendouzi in regia? Impossibile, non ha le caratteristiche da vertice basso. La reazione? I ragazzi hanno lottato per due anni per questa partita, non serve altro. Basti pensare ai sacrifici fatti”.

“Noi ci poniamo obiettivi partita dopo partita. Vogliamo fare il risultato senza fare calcoli. Conosco l’Atletico, poco il Feyenoord e il Celtic. Pensiamo a questa partita e tiriamo fuori il massimo. Le partite in Champions sono sempre difficili con squadre di qualità sia fisica che tecnica. Forse è aumentato il divario tra le 7-8 squadre e le altre, ma anche prima era difficile”.

LUIS ALBERTO

“Penso che abbiamo perso 3-1 l’ultima volta… La squadra di Simeone è difficile, l’ha dimostrato in questi anni. Lui è un emblema, una leggenda per il club. Domani sarà difficilissima come partita, ci vuole cattiveria e personalità. Da gennaio dello scorso anno sta giocando con più possesso, un calcio con più sicurezza. Ha dimostrato vincendo 7-0 di attaccare molto e hanno calciatori di livello internazionali che possono cambiare la partita da un momento all’altro”.

“L’ho sempre detto. Se sto bene voglio finire la carriera al Cadice. Per giocare in Champions la motivazione arriva da sola, altrimenti non ti piace il calcio. Sarà più bello ancora giocare in uno stadio pieno, quando l’abbiamo fatto (per via della pandemia, ndr) un po’ è stato strano giocare senza tifosi. Il calcio è il loro. Serve più cattiveria nelle due aree, difendere meglio tutti, non possiamo prendere certi gol. Contro la Juve neanche una squadra di quarta-quinta categoria può prendere certi gol. Sta mancando un po’ di personalità. Per il resto stiamo giocando bene, essere più forti nelle due aree”.

“Abbiamo detto che non parliamo più della Juve, lasciamo perdere. Kamada, Guendouzi e Matteo sono giocatori fantastici. Matteo ha giocato all’Arsenal e al Marsiglia, già questo dice tutto. È un ragazzo serio. Daichi mi piace tanto, tutti troveranno spazio. Sicuramente faranno benissimo in tutta la stagione. Immobile? La vita dell’attaccante è così, quando fa gol è un fenomeno, altrimenti è scarso. Lui è tranquillo, quando farà 2 gol tutti staranno zitti. La Nazionale? Non ci penso, per me stare nel mio Paese è importante, sono a disposizione, ma non ci penso perché toglie energie. Ci pensa il ct alla lista. Si vede che non gli piaccio, ce ne sono tanti forti in nazionale. Ce ne sono 10-12 nel mio ruolo. Io devo fare prima bene qua”.

“Questa è la rosa più completa in questi 8 anni che sono qui. Altri anni abbiamo fatto bene, ma ci mancava qualcosina in più. Improtante è continuare a lavorare, poi se vinci una partita o due dopo cambia tutto. Anche il modo di affrontare la partita dopo e si può continuare bene. Io leader dopo l’addio di Milinkovic? Non mi ci sento, il leader è Ciro, è il capitano, quello che ha fatto di più di tutti nella Lazio. Io provo ad aiutare e fare il massimo. È il mio modo di vedere il calcio, quando parlo è per fare qualcosa. Rinnovo? A dicembre vado via (ride, ndr). Siamo tranquilli, prima mi piacerebbe finire al mio paese per un anno, ma dipende tutto da come starò fisicamente”.




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