Mondiali di ciclismo, La Francia trionfa con Alaphilippe

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Alaphilippe -I l francese Julian Alaphilippe ha vinto la prova Elite maschile dei Mondiali di ciclismo, giungendo in solitaria sul traguardo dell’Autodromo “Enzo e Dino Ferrari”.

La Francia torna a vincere un Mondiale dopo 23 anni (9° oro transalpino nella storia). Secondo il belga van Aert, terzo lo svizzero Hirschi. Il migliore degli italiani Damiano Caruso, 10°.

“Non riesco a trovare le parole, corono un sogno, è il momento più bello della mia carriera”. Anche se si è il favorito della vigilia e quindi, semplicemente, si rispetta il pronostico, la vittoria in un Mondiale regala sensazioni che rimarranno dentro per tutta la vita. Oggi, a Imola, è successo al francese Julian Alaphilippe, che ha riportato la maglia iridata nel suo Paese a 23 anni di distanza dal successo di Laurent Brochard a San Sebastian. Alaphilipe ci è riuscito nello stesso modo di Vittorio Adorni nell’ormai lontano 1968, ovvero vincendo per distacco, con 24” di vantaggio sull’altro ciclista con cui condivideva i favori della vigilia, ovvero il belga Wout Van Aert, che sul podio è stato l’immagine della delusione. Lacrime di gioia, invece, per Alaphilippe, anche nel ricordo del padre scomparso pochi mesi fa, e per lo svizzero Marc Hirschi, 22enne che due anni fa fu iridato under 23 e adesso festeggia un bronzo a livello assoluto che non si aspettava così presto, dopo poco più di un anno di professionismo. Oltretutto, lo ha conquistato precedendo un ex campione del mondo come il polacco Michal Kwiatowski, altro dei protagonisti del finale di gara. L’Italia ha fatto ciò che ha potuto, con un Damiano Caruso sempre in evidenza, e alla fine decimo, e con Vincenzo Nibali, 15/o, che ha provato l’allungo sull’ultima salita del Mazzolano, dopo che era stato ripreso il vincitore di una settimana fa del Tour, lo sloveno Tadej Pogacar, che aveva tentato una nuova impresa ma poi ha pagato la fatica. Ripreso lui, si è accesa la bagarre nel gruppo, con tanti scatti, in particolare prima quello dell’olandese Tom Dumoulin, poi con l’Italia in prima fila con Caruso e Nibali, seguiti a ruota da Van Aert (per il quale oggi ha lavorato molto, con grande umiltà, un compagno del calibro dell’olimpionico di Rio 2016 Greg van Avermaet), dal colombiano Rigoberto Uran e dallo spagnolo Mikel Landa. Anche questo tentativo, però, è andato a vuoto e allora il momento decisivo è stato quello dell’ultimo passaggio sulla Gallisterna: Hirschi ha forzato il ritmo, Nibali è stato l’ultimo azzurro ad arrendersi, ma lo scatto giusto è stato quello di Alaphilippe, che ben presto ha guadagnato una quindicina di secondi, riuscendo poi ad incrementarli di un’altra manciata fino all’arrivo. Giusto così, Alaphilippe era uno dei grandi favoriti e prova sempre a dare spettacolo, un generoso del ciclismo che per la bicicletta lasciò un lavoro sicuro (“a 1200 euro al mese”) nelle forze armate. “Ma non ho voluto crederci fin quando ho tagliato il traguardo – dice il francese -. Altre volte ero indicato tra i favoriti e poi non ero salito neppure sul podio. Grazie a tutti coloro che hanno creduto in me, e in primis al ct Thomas Voeckler per la fiducia. Ora fatemi godere il mio sogno realizzato”.

Il campione francese ha vinto la prova Elite maschile dei Mondiali di ciclismo con uno scatto che ha lasciato il vuoto alle sue spalle, a circa 11 km dal traguardo, entrando da solo nel circuito dell’Autodromo “Enzo e Dino Ferrari” di Imola. Commovente la dedica al padre scomparso di recente e il pianto, liberatorio, al suono della Marsigliese.

Un percorso di 28,8 chilometri, da ripetere per nove volte, con due salite molto insidiose: quella del Mazzolano e l’ascesa del Galisterna, entrambe lunghe 2.7 km con pendenze tra il 6 e il 14%. Per un totale di 5mila metri di dislivello. Perfetto per i finisseur. Per tentare la scalata Mondiale il ct Davide Cassani si affida al capitano Vincenzo Nibali: al fianco dello “Squalo” ci sono Diego Ulissi, Giovanni Visconti, Fausto Masnada, Damiano Caruso, Alberto Bettiol, Andrea Bagioli Gianluca Brambilla (Matteo Fabbro e Nicola Conci le due riserve). Le nuvole su Imola incombono, ma l’asfalto rimarrà asciutto per quasi tutta la durata della gara, che si apre subito con una fuga di otto corridori, poi diventati due (il tedesco Jonas Koch e il norvegese Torsten Traeen) a circa 80 km dal traguardo. Di lì a poco i fuggitivi di giornata vengono inglobati dal gruppo, che resta compatto fino ai -40, quando lo sloveno Tadej Pogacar allunga e accumula un vantaggio di 25″. Belgio, Francia, Spagna e Italia rimontano progressivamente l’azione solitaria del 21enne fresco vincitore del Tour ed è proprio Nibali ad accendere la corsa, ai -20, seguito a ruota da Caruso e Masnada. Ma lo Squalo – e i compagni – devono arrendersi sulla salita di Gallisterna, scalata a ritmi pazzeschi dai favoriti van Aert (BEL), Hirschi (SVI), Kwiatkowski (POL), Fuglsang (DAN), Roglic (SLO), Matthews (AUSTRALIA), Valverde (SPA), Schachmann e appunto Alaphilippe, che a 11 chilometri dall’arrivo “spara” la fucilata vincente e vola a prendersi l’oro.

In conclusione complimenti all’Italia, in grado di organizzare un campionato del mondo su strada in 15 giorni dopo la rinuncia della Svizzera.




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