Calcio – Serie A – Gli anticipi del sabato

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lazio tifosi
I tre anticipi del sabato danno il via all’ultima giornata del girone di andata. In palio il titolo platonico di Campione d’inverno. In lotta ben quattro squadre come non accadeva da 25 anni con l’Inter leggermente favorita per via del punto di vantaggio. Di queste solo la Fiorentina era in campo nel pomeriggio mentre il serata si è disputato il vero big match della giornata, quello che potremmo definire il derby delle deluse, tra Roma e Milan.
Carpi e Udinese hanno dato il via alla giornata. Il Carpi è alla prese con la grana Borriello non convocato perché probabile partente. L’Udinese arriva da due vittorie consecutive con l’intenzione di prolungare la striscia positiva. L’inizio è equilibrato, ma col passare dei minuti il Carpi prende campo e crea alcune occasioni che si concretizzano con il gol di Pasciuti, il suo primo in A. Primo tempo che si conclude col meritato vantaggio dei padroni di casa. Pasciuti è il primo giocatore ad aver segnato dalla serie D alla serie A con la stessa squadra.
Partita che sembra chiudersi al 72° col raddoppio di Lollo, anche lui al primo gol in massima serie, che punisce un Udinese sconclusionata e distratta. L’entrata di Zapata e di Di Natale però dà la sveglia ai friulani che accorciano le distanze proprio con Zapata e colpiscono un palo nel recupero con Badu. Ma il risultato sorride alla matricola che meritatamente si riaffaccia nella lotta per la salvezza. Ora è solo a 2 punti dal quart’ultimo posto.
Al Franchi si affrontano Fiorentina e Lazio; la viola per la testa della classifica, la Lazio non si sa bene per cosa, forse per la panchina di Pioli. A sorpresa fuori Ilicic nei toscani, un po’ meno sorprendente l’esclusione di Felipe Anderson forse attratto dalle sirene di mercato.
Primo tempo troppo tattico e troppo bloccato. La Fiorentina fa il suo solito giro palla e la sua pressione altissima, ma i biancocelesti sono molto compatti e concentrati non lasciando spazi e in ripartenza tentano di pungere. Occasioni per Kalinic dopo 3 minuti e per Savic da corner, ma Astori salva di testa. Proprio allo scadere un lungo lancio della difesa laziale viene bucato da Roncaglia, palla a Djordjevic che libera Keita al limite dell’area che con un destro affilato fulmina Tatarusanu. Vantaggio inaspettato laziale, ma senza rubare nulla.
Il prevedibile forcing viola del secondo tempo non produce nessuna occasione. Si vede una squadra nervosa e poco precisa, come raramente si era vista la Fiorentina in questa stagione. L’entrata di Rossi a metà ripresa da una scarica di adrenalina. Appena entrato Pepito si crea una splendida occasione, deviata in angolo da Berisha. Dal corner colpo di testa di Kalinic salvato sulla linea dalla difesa biancoceleste. Il Franchi è una bolgia e spinge la Fiorentina a caricare a testa bassa. La Lazio alza un muro e si affida al contropiede. In uno di questi Matri si divora il raddoppio ben servito da Candreva. Ancora Rossi si rende pericoloso, ma al 92° Savic sembra chiudere la partita su un’altra ripartenza. Ma un minuto dopo una papera clamorosa di Berisha rimette in corsa la Fiorentina. Al 96° l’ennesima azione di Candreva spalanca la porta ad Anderson che chiude i conti per il definitivo 1-3.
Una Lazio completamente trasformata dopo lo scialbo 0-0 col Carpi, si conferma la storica bestia nera della Fiorentina. Si è rivista la squadra solida e compatta che ha battuto l’Inter, non la squadra dal gioco brillante della stagione passata, ma una squadra che ha un anima e che lotta su ogni pallone. Di contro la Fiorentina ha mancato una grossissima occasione per rimanere ai vertici della classifica perdendo il quarto scontro diretto con una cosiddetta grande. La formazione toscana è apparsa inconcludente e poco incisiva come mai successo in campionato e ora rischia il sorpasso della Juve.
La metafora dei due cow boy all’ultimo duello citata da Mihajlovic alla vigilia del match, sembrava la più calzante per descrivere la scontro serale. Solo una tra Roma e Milan sarebbe sopravvissuta alla fine del partita. In realtà alla fine della partita ci è venuta in mente più una frase di Gigi Buffon che fece tanto discutere: Meglio due feriti che un morto!
Roma e Milan sono due squadre sicuramente malate e in grosse difficoltà e la partita dell’Olimpico lo ha confermato. Ai nastri di partenza la Roma è senza Salah, in panchina, ma col giovane Sadiq e il Milan ritorna al 4-4-2, con l’ennesimo cambio di modulo della stagione. L’inizio è tutto giallorosso con Donnarumma che merita tutto il bene di cui si dice con due prodezze eccezionali. Ma nulla può quando la sua difesa lascia tutto solo Rudiger a concludere sugli sviluppi di una punizione di Pjanic. Romagnoli sente troppo il rientro a Roma e la squadra rossonera è in balia dei giallorossi. Qui la Roma ha il grosso demerito di adagiarsi e di non chiudere la contesa. Il Milan incomincia a tirar fuori la testa dall’acqua e piano piano incomincia a venir fuori.
Il secondo tempo si apre senza Manolas, ma è tutta la Roma a non rientrare in campo. Il pareggio al 5° di Kucka su cross di Honda è solo il preludio ad un periodo di dominio milanista; la traversa su gran tiro di Bacca, un paio di interventi di Szczesny, e Kucka stesso che si divora la doppietta personale a pochi metri dalla porta, negano il meritato vantaggio. La Roma ancora una volta nel secondo tempo scompare. Il calo fisico è imbarazzante e troppi sono i giocatori che sembrano sulle gambe.
Come dicevamo all’inizio l’1-1 fa comodo a tutti, ma alla fine è forse il Milan ad avere i maggiori rimpianti. L’impressione generale è che tutto quello che si è visto stasera sia più frutto dei propri demeriti che delle proprie capacità. La cifra tecnica della partita è stata veramente bassa, gli errori su entrambi i fronti eccessivi per un big match di massima divisione. Ancora una volta la peggior impressione la lascia la Roma sparita dal campo dopo mezz’ora.
Domani all’ora di pranzo l’Inter si gioca il titolo di campione d’inverno contro un Sassuolo che da sempre il meglio di se con le grandi. Nel pomeriggio il Napoli di scena a Frosinone, cercherà di replicare ai nerazzurri. In serata la Juve va a caccia de “la nona” che la porterebbe in zona Champions.

Pierfrancesco Bonanno




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