PAPA – LA SUPPLICA A MARIA: LIBERACI DALLA VIOLENZA

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PAPA – Francesco compie il tradizionale atto di devozione alla Madonna in Piazza di Spagna per l’Immacolata. Dalla Vergine invoca la protezione per chi è oppresso da ingiustizia, povertà, guerra e prega per i popoli di Ucraina, Palestina e Israele “nella spirale della violenza”.

Papa Francesco, in netta ripresa dalla bronchite acuta che l’aveva colpito nei giorni scorsi, stretto nel suo cappotto bianco, è anche quest’anno in Piazza Mignanelli, a pochi metri dalla centralissima piazza di Spagna, a compiere l’atto di devozione alla statua della Vergine nella Solennità dell’Immacolata. Una tradizione ripetuta nel tempo da tutti i Pontefici e che Jorge Mario Bergoglio non ha voluto mai interrompere. Neppure quando la pandemia di Covid e le sue restrizioni avevano impedito ogni manifestazione pubblica: anche nel 2020 il Papa si era recato nel centro di Roma alle prime luci dell’alba per rendere omaggio a Lei, la “Madre”, che veglia sull’umanità.

Questo pomeriggio, poco dopo le 16, dopo una breve tappa nella Basilica di Santa Maria Maggiore per consegnare alla Salus Populi Romani  – visitata 115 volte – la “Rosa d’Oro”, l’omaggio dei Papi mai più compiuto per 400 anni, il Pontefice è tornato ai piedi del monumento mariano realizzato dall’architetto Luigi Poletti e dallo scultore Giuseppe Obici, in onore del dogma dell’Immacolata Concezione proclamato da Pio IX.

Il Papa e l'omaggio alla Salus Populi Romani a Santa Maria Maggiore

Giunto nella consueta utilitaria nera, il suo arrivo è stato segnato dall’eco dell’applauso dei fedeli e dei cittadini romani assiepati dietro le transenne già da ore, con le mani in tasca e coperti da sciarpe e cappelli per difendersi dalle basse temperature. Alcuni si sono trasferiti da dopo l’Angelus in Piazza San Pietro nella centrale zona, fulcro dello shopping di lusso della Capitale. Con l’auto il Papa ha compiuto il giro della piazza, circondata da transenne, mentre dai balconi dei palazzi e soprattutto dalla balconata della Ambasciata di Spagna presso la Santa Sede, la gente gridava: “W il Papa”.

A piedi, sorretto dal bastone, il Papa, accolto dal cardinale vicario Angelo De Donatis e dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha raggiunto la poltrona sistemata al centro sotto lo sguardo della Madonna. Uno sguardo l’ha restituito lui, Francesco, prima di sedersi mentre il coro intonava un canto mariano e le Litanie, che il Papa ha intonato sotto voce. Intorno al Vescovo di Roma c’erano in prima fila i malati accompagnati dai volontari dell’Unitalsi, seduti sulle sedie a rotelle con le gambe sotto coperte di pile. Il Papa li ha salutati all’arrivo e poi anche prima di congedarsi, come aveva già fatto a Santa Maria Maggiore quando si è voluto fermare con un gruppo di persone disabili. Un uomo in piazza Mignanelli gli ha regalato una crostata. “Grazie tante”, ha risposto Francesco, stringendo le mani o alzando il pollice.

Tutti i presenti hanno accompagnato la preghiera del Successore di Pietro a Maria, “Madre Nostra”, alla quale gli uomini e le donne di questo tempo si accostano “con il cuore diviso tra speranza e angoscia”. Con voce chiara, interrotto solo da qualche lieve colpo di tosse, il Papa anzitutto dice grazie alla Vergine “perché in silenzio, come è nel tuo stile, tu vegli su questa città, che oggi ti avvolge di fiori per dirti il suo amore”.

In silenzio, giorno e notte, vegli su di noi: sulle famiglie, con le gioie e le preoccupazioni – tu lo sai bene –; sui luoghi di studio e di lavoro; sulle istituzioni e gli uffici pubblici; sugli ospedali e le case di cura; sulle carceri; su chi vive per strada; sulle parrocchie e tutte le comunità della Chiesa di Roma.

Una presenza “discreta e costante”, quella di Maria, proprio come la statua dell’Immacolata che si erge nella piazza, tra uffici e negozi. Una presenza “che ci dà conforto e speranza”, recita il Papa. “Abbiamo bisogno di te, Madre, perché tu sei l’Immacolata Concezione”, le dice, elencando tutti quegli “avvenimenti a volte mettono a dura prova” e che necessitano della sua intercessione.

E tu, Madre, rivolgi i tuoi occhi di misericordia su tutti i popoli oppressi dall’ingiustizia e dalla povertà, provati dalla guerra; guarda al martoriato popolo ucraino, al popolo palestinese e al popolo israeliano, ripiombati nella spirale della violenza.

A Lei, Madre di Dio che ha visto suo figlio patire sulla croce, Papa Francesco affida le tante madri “addolorate”: “Le madri che piangono i figli uccisi dalla guerra e dal terrorismo. Le madri che li vedono partire per viaggi di disperata speranza. E anche le madri che cercano di scioglierli dai lacci delle dipendenze, e quelle che li vegliano in una malattia lunga e dura”.

Ma Maria è anche donna e quindi Francesco chiede la sua protezione per le tante donne che hanno subito violenza nei conflitti, nelle strade, nei posti di lavoro, nelle proprie case.

Abbiamo bisogno di te come donna, per affidarti tutte le donne che hanno sofferto violenza e quelle che ancora ne sono vittime, in questa città, in Italia e in ogni parte del mondo. Tu le conosci ad una ad una, conosci i loro volti. Asciuga, ti preghiamo, le loro lacrime e quelle dei loro cari.

La Madonna – è la preghiera del Pontefice – aiuti anche tutti “noi a fare un cammino di educazione e di purificazione, riconoscendo e contrastando la violenza annidata nei nostri cuori e nelle nostre menti e chiedendo a Dio che ce ne liberi”.

“Mostraci ancora, o Madre, la via della conversione, perché non c’è pace senza perdono e non c’è perdono senza pentimento. Il mondo cambia se i cuori cambiano; e ognuno deve dire: a partire dal mio”, scandisce ancora il Papa. “Il cuore umano solo Dio lo può cambiare con la sua grazia: quella in cui tu, Maria, sei immersa fin dal primo istante”.

Terminata la preghiera, a piedi e sempre col bastone, il Papa si è diretto dall’ambasciatrice spagnola Maria Isabel Celaá Diéguez, che lo ha atteso dinanzi al portone della sede diplomatica da dove sventolano le bandiere rosse e gialle e gialle e bianche. Francesco si è fermato a salutare tutta la gente intorno, tra cui i cardinali Luis Ladaria, prefetto emerito della Dottrina della Fede, e il neo cardinale Ángel Fernández Artime, rettor maggiore dei salesiani. Presente pure il sostituto della Segreteria di Stato, monsignor Edgar Peña Parra. Un saluto anche ad alcuni giornalisti raggruppati al lato della statua, dietro le transenne. Infine, benedicendo la folla, in auto ha fatto ritorno a Casa Santa Marta.