Libertà religiosa sempre più a rischio nel mondo

263

cristiani di oriente
La comunità internazionale deve “riaffermare il diritto alla libertà religiosa e condannare ogni tipo di discriminazione ed intolleranza per motivi religiosi in ogni angolo della terra”: questo il forte appello lanciato da mons. Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati, intervenuto stamani, a Roma, ad un incontro di formazione missionaria. Incentrato sul tema “La nostra Chiesa è Chiesa dei martiri”, l’evento è stato promosso ed organizzato dal Centro diocesano per la Cooperazione missionaria tra le Chiese.

Aumentano le discriminazioni. Serve azione concertata tra gli Stati
Nel suo discorso, il presule ha espresso preoccupazione per l’attuale contesto in cui si registra “un crescendo esponenziale di casi di intolleranza, discriminazione, estremismo, fondamentalismo, rischi per le libertà individuali, soprattutto per quanto concerne la libertà religiosa e di espressione”, cui si aggiungono “gli attacchi e le minacce continue del terrorismo di varia matrice”. Si tratta di sfide che richiedono “un’azione energica e concertata tra gli Stati – ha detto mons. Gallagher – per salvaguardare i diritti umani, l’intero sistema democratico dei singoli Paesi e la sicurezza internazionale”.

Leggi su blasfemia e traffico illecito di armi causano fondamentalismo
Poi, l’arcivescovo si è soffermato sui fattori che sono all’origine degli estremismi e fondamentalismi religiosi, come ad esempio la promulgazioni di leggi sulla blasfemia, “facile pretesto” per perseguire chi professa un credo diverso da quello della maggioranza; i regimi autoritari o totalitari che limitano la libertà religiosa; la “piaga del traffico illecito di armamenti, la produzione e la vendita di armi da parte di soggetti di diritto internazionale” che prolungano i conflitti; la “continua destabilizzazione del Medio Oriente” che ha “aggravato le violenze” contro le minoranze religiose, comprese quelle cristiane, costrette “ad abbandonare le proprie case per fuggire dagli orrori della guerra e dalle persecuzioni”.

Si tratta di “un esodo forzato”, ha ribadito mons. Gallagher, ricordando che tale dramma colpisce anche altri Paesi, come la Libia e la Nigeria, provocando “un’emorragia inarrestabile”. Al contrario, i cristiani “come cittadini di pari dignità, dovrebbero avere assicurate tutte le condizioni per permanere nelle loro terre di origine o di farvi ritorno”, con la garanzia del “pieno diritto di partecipare alla vita pubblica del Paese”. E neanche l’Occidente viene risparmiato, ha aggiunto il presule, perché in questa parte del mondo “le forme di discriminazione spesso appaiono sotto la parvenza della cosiddetta difesa dei valori democratici”.

Ricordando, quindi, che i cristiani sono il gruppo religioso che presenta “il numero più elevato di vittime”, mons. Gallagher ha affermato, con rammarico, che tale questione “non è stata presa in seria considerazione” e che “solo di recente” la comunità internazionale ha iniziato a riflettere ed a prendere posizione sulla questione. La Santa Sede, invece, “ha sempre sostenuto l’importanza del rispetto della libertà religiosa, che va promossa e non limitata”. Infatti, “sulla base di questa libertà, intesa come diritto fondamentale – ha spiegato mons. Gallagher – si possono creare spazi di dialogo più ampi”, favorendo “le condizioni necessarie per costruire società più inclusive e stabili”, perché “la religione è parte dell’identità di un Paese e lo Stato deve preoccuparsi di mantenere e rispettare questa identità”.

Ma allora come estirpare radicalismi e fondamentalismi? Intervenendo sulle “radici che li hanno generati”, ha detto monsignor Gallagher, tra cui “l’ingiustizia, la disuguaglianza sociale e la povertà” che “costituiscono l’alveo ideale nel quale possono sorgere e attecchire visioni e prassi fondamentaliste”. Non solo: è importante anche “combattere l’ignoranza”, onde evitare “derive estremiste”. Ed in questo campo, la Santa Sede è “fortemente impegnata”, soprattutto attraverso la promozione del dialogo interreligioso che favorisce “la mutua comprensione, il rispetto e la collaborazione fra i cattolici” ed i non cattolici. Senza dimenticare le numerose attività che la Chiesa cattolica porta avanti in tutto il mondo, nel campo educativo e sanitario, a beneficio di tutti, “senza alcuna distinzione e nel pieno rispetto delle diversità di ciascuno”.

Tutelare pace e diritti fondamentali di ogni persona umana
Infine, monsignor Gallagher ha lanciato un appello ad “unire gli sforzi per una maggiore cooperazione e solidarietà a favore delle popolazioni colpite dalle guerre e per tutti coloro che subiscono ogni genere di oppressione a causa del loro credo religioso”, così da contribuire a “ridurre l’emergenza umanitaria”, “tutelare la pace e garantire il rispetto della dignità di ogni persona umana e dei suoi diritti fondamentali”.




Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *