Sudan: stupri come paga per i soldati

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Stupri come paga per i soldati, e poi saccheggi, massacri di adulti e di bambini. Sono terribili, e irripetibili gli strazianti dettagli che fornisce l’Onu: sono le violazioni che i militari del governo conducono sui civili sospettati di sostenere l’opposizione, una violenza che è anche una forma di pagamento, in sostituzione dello stipendio. Il Sud Sudan è una palestra degli orrori, dove si commettono, ritiene l’Onu, violazioni che possono costituire crimini di guerra e/o crimini contro l’umanità. E’ lo Stato più giovane al mondo e tra i più dilaniati dalla violenza, preda di una guerra tra le fazioni del presidente Salva Kiir e del suo ex vice Riek Machar. Un conflitto iniziato alla fine del 2013 e che ha gettato la popolazione in uno stato di terribile miseria, di fame e di gravi malattie, dove i bambini vengono uccisi ma anche arruolati forzatamente nelle milizie armate, dove dei crimini del governo non si parla. Del conflitto nel Paese fu il New York Times a scrivere che si trattava di una “delle guerre più crudeli, ingestibili e senza senso di tutto il continente africano, una di quelle che è peggiorata senza sosta”. In cinque mesi, nel 2015, sono stati segnalati oltre 1.300 stupri soltanto in uno dei 10 Stati, quello di Unity, ricco di petrolio. E di tutto questo sono colpevoli tutti: i gruppi di opposizione ma principalmente le forze governative e le milizie affiliate che, ha denunciato Amnesty International, sono stati autori dell’ennessimo orribile massacro, definito “crimine di guerra”, di cui si è riuscito a trovare le prove: una fossa comune con oltre 60 corpi di uomini e bambini morti soffocati dopo essere stati rinchiusi in container non ventilati. I corpi sono stati poi scaricati in un campo nello Stato di Unity. Un episodio, scrive l’organizzazione, che dimostra “l’assoluta indifferenza del governo sud sudanese nei confronti delle leggi di guerra”.

Nel Sud Sudan si riscontrano tra i più alti livelli di mortalità materna e infantile per malnutrizione e patologie varie al mondo. Il 90% della popolazione vive con meno di 1 dollaro al giorno, meno del 50% della popolazione ha accesso ad una fonte di acqua, 135 bambini su 1.000 muoiono prima di raggiungere i 5 anni. Sono i dati forniti dall’organizzazione umanitaria Comitato Collaborazione Medica, presente in Sud Sudan dal 1983.

Il Paese è in una situazione pressoché disperata! La sterlina sudanese, la moneta locale, subisce una svalutazione gigantesca rispetto al dollaro. La guerra impedisce anche l’utilizzo del petrolio, che è poi la risorsa primaria del Paese, così come anche quel poco di attività agricola che permetteva un minimo di sostentamento. In questo momento siamo nella stagione secca e continuiamo a registrare un crescente numero di casi di malnutrizione, come spesso avviene, casi che possono portare a conseguenze gravi molto complesse, perché le condizioni sono sanitarie del Paese sono estremamente fragili, con una struttura molto povera, in cui la mancanza di infrastrutture rende spesso impossibile l’accesso della popolazione ai pochi servizi sanitari presenti.




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