POLITICA – MELONI: ITALIA SOLIDA ED AFFIDABILE

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POLITICA –  “Un’Italia forte e credibile fuori dai confini nazionali significa soprattutto un’Italia capace di affermare gli interessi e i bisogni dei suoi cittadini”. Così la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che questa mattina ha riferito in Parlamento in vista del Consiglio europeo del 29 e 30 giugno.
Al centro dei lavori, “sfide prioritarie per l’Unione europea” cioè “l’aggressione all’Ucraina, l’economia, la sicurezza, la difesa, la migrazione, le relazioni esterne”.

Richiamata l’imprescindibilità del partenariato Ue – Nato e l’incontro di lavoro con Stoltenberg che anticiperà i lavori a 27, Meloni ha sostenuto che il Consiglio europeo “dovrà esprimere segnali ambiziosi di una Europa capace di proteggere imprese e cittadini”.

“Tema centrale, soprattutto grazie all’impegno italiano, sarà quello delle migrazioni”, ha aggiunto. Espresso il proprio cordoglio per l’ennesima tragedia del mare a largo delle coste greche e ricordato che la Consiglio europeo straordinario di febbraio, “grazie all’azione dell’Italia, è stato finalmente riconosciuto da tutti e 27 gli Stati Membri e dalle Istituzioni europee che la migrazione è una sfida europea e dunque richiede risposte europee”, Meloni ha ribadito che “se non si affronta a monte il tema della difesa dei confini esterni dell’Unione europea, se non si contrasta l’immigrazione illegale prima che giunga sulle nostre coste, è impossibile realizzare una politica di migrazione e di asilo giusta ed efficace”. L’immigrazione irregolare di massa “non ha niente di umano e solidale. E colpisce i più deboli, i più fragili, a partire da coloro che avrebbero diritto ad essere accolti”. Serve un “cambio di passo” che “mantenga alta l’attenzione dell’Unione europea nei confronti dei Paesi della sponda sud del Mediterraneo e dell’Africa, coniugando la lotta ai trafficanti con politiche di sviluppo”, come l’Italia intende fare con il “Piano Mattei”.

Citate le missioni in Tunisia, Meloni ha sostenuto che “l’adozione della Dichiarazione congiunta UE-Tunisia e il lavoro che continua in queste ore per giungere alla definizione di un pacchetto europeo a sostegno di Tunisi, rappresentano un segnale molto importante, e sono per questo grata alla Commissione per il lavoro che sta portando avanti”.

“L’Europa, oggi, riconosce finalmente che la stabilità dei Paesi del Nord Africa è anche un problema del nostro continente”, ha aggiunto la Premier, secondo cui “serve anche un segnale del Consiglio europeo per consolidare con ulteriori progressi regole che ormai sono considerate da tutti superate, ma che per nazioni come la nostra, che difendono i confini esterni dell’Unione europea, diventano addirittura potenzialmente rischiose, perché ci espongono a flussi illegali crescenti, con il portato di tragedie che continuiamo a vedere nel Mediterraneo. Le proposte che abbiamo concordato, certamente da perfezionare, vanno però nella giusta direzione: rendono le responsabilità per i Paesi di primo ingresso più sostenibili, valorizzano il concetto di Paese terzo sicuro, prevedono un meccanismo di solidarietà permanente e vincolante, pur con elementi di flessibilità nei suoi contenuti. Proponevano che gli Stati che dovessero rifiutare i ricollocamenti dei migranti pagassero quelli che dovevano ricollocare i migranti. Ma io non avrei mai accettato di essere pagata per trasformare l’Italia nel campo profughi d’Europa. Quello che abbiamo chiesto e ottenuto è che quelle risorse alimentino invece un fondo per difendere i confini esterni. Non per gestire l’immigrazione illegale, ma per contrastarla”.

“Il vero nodo della questione per noi rimane uno: distinguere i migranti economici da chi ha diritto invece alla protezione internazionale. Sono due materie molto diverse che per anni sono state colpevolmente sovrapposte”, ha accusato Meloni, secondo cui questa “mancata distinzione”, dovuta a “calcoli ideologici”, ha “indebolito enormemente la possibilità di aiutare chi ne aveva diritto per favorire le organizzazioni criminali che gestiscono la tratta di esseri umani”.

“Per noi la difesa dei confini esterni è l’aspetto fondamentale. Chi ha dato fiducia a me e a questo Governo si aspetta risultati concreti nel contrasto all’immigrazione irregolare, e li avrà. E non importa se servirà tempo per ottenerli, perché i risultati ai quali stiamo lavorando saranno strutturali e duraturi. Questo è l’impegno che ci siamo assunti, questo è quello che faremo”, ha assicurato.

Quanto al rilancio delle relazioni tra l’Unione europea e il Vicinato Sud, l’Italia ha presentato un documento “che contiene proposte concrete per rafforzare il partenariato in tre settori strategici: energia, per l’appunto migrazione e transizione verde”. L’auspicio è che si organizzi “un incontro Unione europea-Vicinato Sud possa tenersi sotto la Presidenza spagnola a livello di Vertice dei Capi di Stato e di Governo”.

Sul fronte russo, Meloni ha confermato il sostegno dell’Italia all’Ucraina, ribadendo la sua “ferma convinzione che difendere l’Ucraina vuol dire oggi difendere l’interesse nazionale italiano”. L’auspicio è “che si possa giungere il prima possibile a una pace giusta e duratura, nel pieno rispetto del diritto internazionale e dell’integrità territoriale dell’Ucraina. A questo obiettivo continuiamo a lavorare con impegno in ogni sede internazionale”. Nel frattempo “l’Italia continuerà a sostenere gli sforzi volti a garantire che i crimini internazionali commessi nell’ambito dell’aggressione ai danni dell’Ucraina siano perseguiti, in primis attraverso il lavoro indipendente della Corte Penale Internazionale”.

Resta “solido” anche “il sostegno finanziario europeo”, così come l’impegno della cooperazione italiana. Sul fronte energetico “seguiamo anche con grandissima attenzione e sosteniamo pienamente gli incessanti sforzi e l’azione diplomatica del Direttore Generale dell’AIEA, Grossi, per garantire la sicurezza nucleare in Ucraina”.
Citato il sostegno italiano al “processo europeo per la Moldova”, Meloni ha anche ammonito l’Ue affinchè, nel percorso di allargamento, non pensi solo a ““percorsi prioritari” a favore dei nuovi candidati e a discapito dei vecchi, e mi riferisco in particolare ai Paesi dei Balcani Occidentali”.

La guerra, ha detto ancora la Premier, “ha avuto un impatto evidente sulle economie del continente. A maggior ragione sono quindi fondamentali i segnali che, sull’economia, ogni Consiglio Europeo, e dunque anche questo, riesce a dare, per assicurare un vero sostegno, con parità di condizioni, alle imprese del nostro continente. Una politica industriale europea che preservi il Mercato unico è inseparabile da un approccio europeo alla competitività”.
La Commissione europea, ha ricordato, “ha presentato il 20 giugno una proposta di “Piattaforma per le Tecnologie Strategiche per l’Europa”, denominata STEP (Strategic Technologies for Europe Platform), con un “portale di sovranità” che non solo ha come obiettivo semplificare le informazioni e le procedure per i finanziamenti europei, ma concede flessibilità nell’uso dei fondi europei per favorire e finanziare gli investimenti in settori strategici. Si tratta di una richiesta che l’Italia aveva avanzato già a febbraio e che, su nostro impulso, era stata inserita nelle Conclusioni del Consiglio europeo. La proposta della Commissione è un importante punto di partenza per il negoziato, al quale l’Italia intende contribuire per arrivare ad un accordo in tempi rapidi”.
Questo strumento “costituisce per noi un primo passo per arrivare ad un Fondo Europeo per la Sovranità, strumento fondamentale per affrontare con risorse adeguate sfide come le transizioni verde e digitale, la difesa, la salute, sfide cioè che ci impegneranno almeno per i prossimi tre decenni”.

Quanto alla riforma della governance economica, per il Governo italiano “deve avere come principale obiettivo il sostegno alla crescita, perché senza sostegno alla crescita non si può neanche garantire stabilità. L’intenso lavoro diplomatico che stiamo svolgendo con i partner è volto soprattutto a superare vecchie contrapposizioni e a porre fine una volta per tutte alla stagione dell’austerità, pur senza venir meno a quella disciplina di bilancio sulla quale il governo italiano ha dimostrato serietà fin dalla manovra finanziaria, con buona pace dei gufi che preconizzavano catastrofi di ogni sorta”.

Arrivando al Mes, che tiene sulle spine il suo Governo, Meloni ha affermato “con serenità ma anche con chiarezza” che “non reputo utile all’Italia alimentare in questa fase una polemica interna su alcuni strumenti finanziari, come ad esempio il MES. L’interesse dell’Italia oggi è affrontare il negoziato sulla nuova governance europea con un approccio a pacchetto, nel quale le regole del patto di stabilità, il completamento dell’Unione bancaria e i meccanismi di salvaguardia finanziaria si discutano nel loro complesso, nel rispetto del nostro interesse nazionale. Prima ancora di una questione di merito c’è una questione di metodo su come si faccia a difendere l’interesse nazionale italiano”.

Tra i temi al centro del Consiglio europeo anche la sicurezza economica “intesa come promozione di competitività e crescita, protezione dell’industria, vigilanza sugli investimenti e le tecnologie sensibili, protezione delle filiere produttive dell’Unione, sviluppo di capacità industriali e innovazione sul nostro territorio, rafforzamento e maggiore controllo delle nostre catene di approvvigionamento” e il percorso di revisione di medio termine del bilancio settennale dell’Unione.

Confermata la contrarietà del suo Esecutivo alla politica della Bce che ieri ha annunciato un altro innalzamento dei tassi di interesse per contrastare l’inflazione, Meloni ha definito questa ricetta “semplicistica”: “non si può non considerare il rischio che l’aumento costante dei tassi finisca per colpire più le nostre economie che l’inflazione, e cioè che la cura si riveli più dannosa della malattia. È probabilmente più utile concentrarsi, riteniamo, sulle cause specifiche che scatenano questa inflazione, proseguendo nelle misure di contenimento dei prezzi dell’energia e delle materie prime che l’Europa ha messo in atto, ricordo il tema del Price Cap, grazie soprattutto all’attivismo dell’Italia”.

A Bruxelles si parlerà anche di Cina, con cui serve un “rapporto maggiormente equilibrato” certamente “non ostile”; del Vertice UE-CELAC del 17-18 luglio prossimi, “grande opportunità per rilanciare le relazioni tra Europa e America Latina”; e dei Balcani Occidentali “a cui l’Italia sta dedicando molte, molte energie”.
Ribadita “l’indignazione italiana per l’attacco di fine maggio a danno della missione KFOR, che ha coinvolto anche militari italiani” in Kosovo, “a loro e a tutti i cittadini italiani che ci seguono, voglio dire che in tutti i consessi europei e internazionali viene oggi riconosciuto all’Italia il ruolo di una Nazione solida, credibile, affidabile. Forte delle sue ragioni e dei suoi interessi, forte della sua tradizione di dialogo e del suo ruolo geopolitico. E lo dico con orgoglio, anche pensando ai molti che, strumentalmente, preconizzavano o scommettevano su un’Italia a guida centrodestra che sarebbe stata isolata a livello internazionale. I risultati, ancora una volta, smentiscono i pronostici. E ci responsabilizzano a fare sempre di più, sempre meglio, consapevoli come siamo che un’Italia forte e credibile fuori dai confini nazionali – ha concluso – significa soprattutto un’Italia capace di affermare gli interessi e i bisogni dei suoi cittadini”.




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