GIUBILEO DELLA FAMIGLIA: SUSSIDIO PER IL PASSAGGIO DELLA PORTA SANTA

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porta santa papa

[Il presente sussidio è pensato per essere utilizzato da un famiglia durante il breve itinerario di ingresso alla Porta Santa. A seconda della composizione del gruppo familiare si può affidare la lettura dei testi del Papa a uno dei figli più grandi, La conduzione è invece chiaramente demandata ai genitori.]

Introduzione

Dalla Bolla di Indizione del Giubileo straordinario della misericordia “Misericordia Vultus”

Il pellegrinaggio è un segno peculiare nell’Anno Santo, perché è icona del cammino che ogni persona compie nella sua esistenza. La vita è un pellegrinaggio e l’essere umano è viator, un pellegrino che percorre una strada fino alla meta agognata. Anche per raggiungere la Porta Santa a Roma e in ogni altro luogo, ognuno dovrà compiere, secondo le proprie forze, un pellegrinaggio. Esso sarà un segno del fatto che anche la misericordia è una meta da raggiungere e che richiede impegno e sacrificio. Il pellegrinaggio, quindi, sia stimolo alla conversione: attraversando la Porta Santa ci lasceremo abbracciare dalla misericordia di Dio e ci impegneremo ad essere misericordiosi con gli altri come il Padre lo è con noi. (MV 14)

Segno della croce

Piccolo momento di raccoglimento

I genitori ricordano ai figli le tappe che li hanno condotti a questo momento di grazia e, soprattutto se piccoli, spiegano il senso del Giubileo e il significato della Porta Santa.

“Eterna è la sua misericordia”

Confessio Laudis

Dalla Bolla di Indizione del Giubileo straordinario della misericordia “Misericordia Vultus”

“Eterna è la sua misericordia”: è il ritornello che viene riportato ad ogni versetto del Salmo 136 mentre si narra la storia della rivelazione di Dio. In forza della misericordia, tutte le vicende dell’antico testamento sono cariche di un profondo valore salvifico. La misericordia rende la storia di Dio con Israele una storia di salvezza. Ripetere continuamente: “Eterna è la sua misericordia”, come fa il Salmo, sembra voler spezzare il cerchio dello spazio e del tempo per inserire tutto nel mistero eterno dell’amore. È come se si volesse dire che non solo nella storia, ma per l’eternità l’uomo sarà sempre sotto lo sguardo misericordioso del Padre. Non è un caso che il popolo di Israele abbia voluto inserire questo Salmo, il “Grande hallel ” come viene chiamato, nelle feste liturgiche più importanti.

Prima della Passione Gesù ha pregato con questo Salmo della misericordia. Sapere che Gesù stesso ha pregato con questo Salmo, lo rende per noi cristiani ancora più importante e ci impegna ad assumerne il ritornello nella nostra quotidiana preghiera di lode: “Eterna è la sua misericordia”. (MV7)

In questo giorno così importante proviamo a scrivere il Grande Hallel della nostra famiglia. Come Israele ha elencato i fatti più importanti della sua storia e per ognuno di essi ha aggiunto il ritornello “Eterna è la sua misericordia” così facciamo anche noi quest’oggi, aiutandoci reciprocamente a riconoscere gli eventi più belli e importanti della nostra famiglia. Scriviamo in ogni rigo quello che il Signore ha fatto per noi (le prime due sono suggerite quali esempio); alla fine possiamo pregare insieme il testo che abbiamo scritto:

Ci ha fatto incontrare e innamorare

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Eterna è la sua misericordia

Ha benedetto la nostra famiglia

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Eterna è la sua misericordia

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Eterna è la sua misericordia

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Eterna è la sua misericordia

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Eterna è la sua misericordia

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Eterna è la sua misericordia

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Eterna è la sua misericordia

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Eterna è la sua misericordia

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Eterna è la sua misericordia

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Eterna è la sua misericordia

“Settanta volte sette”

Confessio Vitae

Dalla Bolla di Indizione del Giubileo straordinario della misericordia “Misericordia Vultus”

Nelle parabole dedicate alla misericordia, Gesù rivela la natura di Dio come quella di un Padre che non si dà mai per vinto fino a quando non ha dissolto il peccato e vinto il rifiuto, con la compassione e la misericordia. Conosciamo queste parabole, tre in particolare: quelle della pecora smarrita e della moneta perduta, e quella del padre e i due figli (cfr Lc 15,1-32). In queste parabole, Dio viene sempre presentato come colmo di gioia, soprattutto quando perdona. In esse troviamo il nucleo del Vangelo e della nostra fede, perché la misericordia è presentata come la forza che tutto vince, che riempie il cuore di amore e che consola con il perdono.

Da un’altra parabola, inoltre, ricaviamo un insegnamento per il nostro stile di vita cristiano. Provocato dalla domanda di Pietro su quante volte fosse necessario perdonare, Gesù rispose: « Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette » (Mt 18,22), e raccontò la parabola del “servo spietato”.

Gesù afferma che la misericordia non è solo l’agire del Padre, ma diventa il criterio per capire chi sono i suoi veri figli. Insomma, siamo chiamati a vivere di misericordia, perché a noi per primi è stata usata misericordia. Il perdono delle offese diventa l’espressione più evidente dell’amore misericordioso e per noi cristiani è un imperativo da cui non possiamo prescindere. Come sembra difficile tante volte perdonare! Eppure, il perdono è lo strumento posto nelle nostre fragili mani per raggiungere la serenità del cuore. Lasciar cadere il rancore, la rabbia, la violenza e la vendetta sono condizioni necessarie per vivere felici. (MV 9)

Di cosa dobbiamo perdonarci reciprocamente?

Facciamo qualche istante di silenzio in cui ognuno si interroga: a chi, in famiglia, e per cosa, devo oggi offrire il mio perdono? A chi, in famiglia, e per cosa, devo chiedere scusa?

A questo punto, in un breve dialogo familiare, chiediamoci reciprocamente scusa e offriamo il nostro perdono agli altri.

In cosa dobbiamo lasciarci perdonare da Dio? Di cosa dobbiamo chiedergli perdono?

Se non si è celebrato recentemente il Sacramento della Riconciliazione, è questa l’occasione propizia per farlo (in Basilica, fino all’inizio della S. Messa, saranno presenti diversi sacerdoti disponibili per le confessioni).

“Come il Padre celeste”

Confessio Fidei

Passaggio della Porta Santa e ingresso in Basilica

Dalla Bolla di Indizione del Giubileo straordinario della misericordia “Misericordia Vultus”

Misericordiosi come il Padre è il “motto” dell’Anno Santo. Nella misericordia abbiamo la prova di come Dio ama. Egli dà tutto se stesso, per sempre, gratuitamente, e senza nulla chiedere in cambio. Viene in nostro aiuto quando lo invochiamo. Egli viene a salvarci dalla condizione di debolezza in cui viviamo. E il suo aiuto consiste nel farci cogliere la sua presenza e la sua vicinanza. Giorno per giorno, toccati dalla sua compassione, possiamo anche noi diventare compassionevoli verso tutti.

In questo Anno Santo, potremo fare l’esperienza di aprire il cuore a quanti vivono nelle più disparate periferie esistenziali, che spesso il mondo moderno crea in maniera drammatica. Quante situazioni di precarietà e sofferenza sono presenti nel mondo di oggi! Quante ferite sono impresse nella carne di tanti che non hanno più voce perché il loro grido si è affievolito e spento a causa dell’indifferenza dei popoli ricchi. Non cadiamo nell’indifferenza che umilia, nell’abitudinarietà che anestetizza l’animo e impedisce di scoprire la novità, nel cinismo che distrugge. Apriamo i nostri occhi per guardare le miserie del mondo, le ferite di tanti fratelli e sorelle privati della dignità, e sentiamoci provocati ad ascoltare il loro grido di aiuto. Le nostre mani stringano le loro mani, e tiriamoli a noi perché sentano il calore della nostra presenza, dell’amicizia e della fraternità. Che il loro grido diventi il nostro e insieme possiamo spezzare la barriera di indifferenza che spesso regna sovrana per nascondere l’ipocrisia e l’egoismo. (MV 14-15)

Dopo il passaggio della Porta Santa, ed eventualmente dopo aver preso posto in chiesa, guardiamo insieme per qualche istante il crocifisso più vicino a noi: è il volto della misericordia di Dio che ci accoglie e ci abbraccia! A questo punto possiamo abbracciamoci reciprocamente in segno di riconciliazione e gratitudine. I genitori, come hanno fatto il giorno del Battesimo, segnano con il segno della croce la fronte dei loro figli.

In un ultimo momento di dialogo familiare, accogliendo l’invito di Papa Francesco, decidiamo un gesto di attenzione nei confronti dei più poveri da vivere al ritorno a casa.

Ecco la nostra decisione:

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Per ottenere l’indulgenza giubilare

Così ha scritto Papa Francesco:

Per vivere e ottenere l’indulgenza i fedeli sono chiamati a compiere un breve pellegrinaggio verso la Porta Santa, aperta in ogni Cattedrale o nelle chiese stabilite dal Vescovo diocesano, e nelle quattro Basiliche Papali a Roma, come segno del desiderio profondo di vera conversione. Ugualmente dispongo che nei Santuari dove si è aperta la Porta della Misericordia e nelle chiese che tradizionalmente sono identificate come Giubilari si possa ottenere l’indulgenza. È importante che questo momento sia unito, anzitutto, al Sacramento della Riconciliazione e alla celebrazione della santa Eucaristia con una riflessione sulla misericordia. Sarà necessario accompagnare queste celebrazioni con la professione di fede e con la preghiera per me e per le intenzioni che porto nel cuore per il bene della Chiesa e del mondo intero.

 




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