Papa Francesco ha ricevuto la lettera di dimissioni del cardinale tedesco Marx

252

Papa – Ed all’improvviso la svolta che in pochi attendevano. Pubblicato Parla di “fallimenti a livello personale” e di “errori amministrativi”, ma anche di “un fallimento istituzionale e sistematico” per la crisi degli abusi in Germania, il cardinale Reinhard Marx in una lettera inviata a Papa Francesco in cui annuncia le dimissioni come arcivescovo di Monaco e Frisinga. Un comunicato dell’arcidiocesi tedesca, messo online sul sito ufficiale, informa che il Papa avrebbe autorizzato la pubblicazione della missiva. “Papa Francesco – si legge nel comunicato – ha informato il cardinale Marx che questa lettera poteva ora essere pubblicata e che il cardinale avrebbe continuato il suo servizio episcopale fino a quando non fosse stata presa una decisione”.
Nella missiva, il porporato, fino al 2020 presidente della Conferenza Episcopale tedesca, parte dalla situazione di crisi che la Chiesa tedesca sta attraversando: crisi, dice, “causata anche dal nostro personale fallimento, per colpa nostra”: “Mi pare – e questa è la mia impressione – di essere giunti ad un ‘punto morto’ che, però, potrebbe diventare anche un punto di svolta secondo la mia speranza pasquale”.


Marx spiega di aver maturato la decisione di presentare le dimissioni circa un anno fa. Nel comunicato che accompagna la pubblicazione, entra più nel dettaglio: “Nel corso degli ultimi mesi ho riflettuto ripetutamente alle eventuali dimissioni, mi sono interrogato e nella preghiera ho cercato di trovare nel dialogo spirituale, attraverso ‘il discernimento spirituale’, la giusta decisione da prendere”. Al Papa spiega che: “Sostanzialmente per me si tratta di assumersi la corresponsabilità relativa alla catastrofe dell’abuso sessuale perpetrato dai rappresentanti della Chiesa negli ultimi decenni”. Proprio il porporato, nei mesi scorsi, si era rivolto allo studio Westpfahl Spilker Wastl – lo stesso studio incaricato per la prima indagine dei casi di pedofilia nell’Arcidiocesi di Colonia – per redigere un rapporto sugli abusi nella chiesa di Monaco e Frisinga, assicurando che non sarebbe voluto intervenire per influenzare i risultati finali. Lo scorso anno Marx aveva istituito nella sua diocesi la Fondazione di pubblica utilità “Spes et Salus” incaricata di offrire “guarigione e riconciliazione” a tutte le vittime di violenze sessuali. Il porporato aveva deciso di donare la maggior parte del suo patrimonio privato alla Fondazione.
Nella lettera al Pontefice diffusa oggi in diverse lingue, Marx fa riferimento a “indagini” e “perizie” degli ultimi dieci anni che, sottolinea, “mi dimostrano costantemente che ci sono stati sia dei fallimenti a livello personale che errori amministrativi, ma anche un fallimento istituzionale e sistematico”. Marx guarda anche alle polemiche e discussioni più recenti che, a suo parere, dimostrano che “alcuni nella Chiesa non vogliono accettare questo aspetto della corresponsabilità e con esso il concorso di colpa dell’Istituzione”. Di conseguenza “assumono un atteggiamento ostile nei riguardi di qualsiasi dialogo di riforma e di rinnovamento in relazione alla crisi degli abusi sessuali”.
Secondo il cardinale, “due sono gli elementi che non si possono perdere di vista: errori imputabili alle persone e il fallimento istituzionale che pongono alla Chiesa la sfida del cambiamento e della riforma”. Un “punto di svolta” per uscire dalla crisi potrebbe essere, a detta dell’arcivescovo, “unicamente quella della ‘via sinodale’, una via che davvero permette il ‘discernimento degli spiriti’”.
Il porporato guarda indietro, ai suoi 42 anni come sacerdote e i 25 da vescovo, venti dei quali ordinario di una grande diocesi, e proprio alla luce di questa lunga esperienza dice di avvertire con dolore “quanto sia scemata la stima nei confronti dei vescovi nella percezione ecclesiastica e secolare, anzi, probabilmente essa ha raggiunto il suo punto più basso”. Secondo il suo punto di vista, “non è sufficiente assumersi la responsabilità e reagire solamente nel momento in cui, sulla base di documentazione diversa, si riescano ad individuare i singoli responsabili con i loro errori e le loro omissioni; è necessario, piuttosto, chiarire che noi in quanto vescovi assumiamo la responsabilità anche per la Chiesa nel suo insieme”.
Tantomeno, aggiunge, bisogna “limitarsi a collegare le irregolarità sostanzialmente al passato e ai responsabili dell’epoca, e in tal modo seppellirle”. Marx dice di sentirsi “personalmente “colpevole e corresponsabile anche attraverso il silenzio, le omissioni e al troppo peso dato all’immagine dell’Istituzione”. “Soltanto dopo il 2002 – e in maniera più sostenuta a partire dal 2010 – sono stati individuati i responsabili degli abusi sessuali, e questo cambio di prospettiva non è ancora finito”, afferma. “Il fatto di avere trascurato e ignorato le vittime è sicuramente la nostra più grande colpa del passato”.
“Abbiamo fallito”, ribadisce il cardinale Marx, spiegando che di questo “noi” di cui parla fa certamente parte egli stesso. Perciò si dimette, come “possibilità per esprimere la mia disponibilità ad assumermi delle responsabilità”, ed anche come “segnale personale per nuovi inizi, per una nuova ripartenza della Chiesa e non soltanto in Germania”.
“Voglio dimostrare che non è l’incarico ad essere in primo piano, ma la missione del Vangelo. Anche questo fa parte della cura pastorale”, conclude, assicurando di continuare “con piacere” ad essere prete e vescovo e ad impegnarsi a livello pastorale “sempre e comunque”, anzi, intensificando il lavoro per un rinnovamento spirituale della Chiesa.
Marx è nato il 21 settembre 1953 a Geseke nell’arcidiocesi di Paderborn. Figlio di un sindacalista impegnato, nel 1972 ha conseguito il diploma di maturità. Successivamente ha studiato filosofia e teologia a Paderborn e a Parigi. Il 2 giugno 1979 è stato ordinato sacerdote dall’allora arcivescovo di Paderborn, Johannes Joachim Degenhardt. Dopo due anni di esperienza pastorale a Bad Arolsen è stato nominato direttore spirituale della St.-Klemens-Kommende a Dortmund, in origine sede dell’Ordine Teutonico, ora “Istituto sociale” dell’arcidiocesi di Paderborn. Nel 1989 è diventato direttore dell’Istituto. Inoltre, l’arcivescovo Degenhardt gli ha assegnato la responsabilità della pastorale nel mondo professionale e del lavoro. Dal 1981 al 1989 ha studiato a Münster e a Bochum, laureandosi in teologia con una tesi dal titolo “La Chiesa è diversa? Possibilità e limiti di un modo di vedere sociologico”.
Nel 1996 è divenuto professore di dottrina sociale cristiana nella Facoltà teologica di Paderborn. Il 23 luglio 1996 Giovanni Paolo II lo ha eletto Vescovo titolare di Pedena, nominandolo allo stesso tempo vescovo ausiliare di Paderborn. Il 21 settembre 1996, nel duomo di Paderborn, l’arcivescovo Degenhardt gli ha conferito l’ordinazione episcopale, nominandolo suo vicario per la società, la cultura e la scienza. Dal 1999 è presidente della Commissione Iustitia et Pax gestita congiuntamente dalla Conferenza Episcopale Tedesca e dal comitato centrale dei cattolici tedeschi. Nel 2001 è entrato a far parte del capitolo metropolitano del duomo di Paderborn. Il 20 dicembre 2001 Giovanni Paolo II lo ha trasferito alla chiesa residenziale di Trier, fondata in epoca romana. Il 1° aprile 2002 ha fatto il suo ingresso nel duomo della più antica diocesi tedesca, come centoduesimo vescovo di Trier. In seno alla Conferenza Episcopale Tedesca è presidente della commissione per le questioni civiche e sociali, e vicepresidente della commissione per la Chiesa universale. È inoltre gran priore della luogotenenza tedesca dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Dieci mesi dopo la rinuncia del cardinale Friedrich Wetter al governo pastorale dell’arcidiocesi di München und Freising, il 30 novembre 2007 Benedetto XVI lo ha scelto come settantatreesimo successore di san Corbiniano. Il 2 febbraio 2008 ha fatto il suo ingresso nella sede bavarese. Da Benedetto XVI è stato creato e pubblicato Cardinale nel Concistoro del 20 novembre 2010, del Titolo di San Corbiniano. È membro del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. L’8 marzo 2014 è stato nominato coordinatore del Consiglio per l’economia. Il 12 marzo 2014 è stato eletto presidente della Conferenza Episcopale Tedesca, succedendo a mons. Robert Zollitsch. L’11 febbraio 2020 annuncia che non si ricandiderà per un ulteriore mandato durante l’assemblea generale di marzo.
Reinhard Marx è dal 2013 membro del Consiglio dei Cardinali, istituito da Papa Francesco per coadiuvarlo nel governo della Chiesa universale e per studiare un progetto di revisione della Curia Romana. Nel 2014, sempre Papa Francesco lo ha nominato coordinatore del Consiglio per l’Economia. Nel 2012 era stato eletto come presidente della Conferenza Episcopale della Germania, incarico mantenuto fino al febbraio 2020, quando annunciò che non si sarebbe ricandidato per un ulteriore mandato durante l’assemblea generale di marzo.




Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *