3 Luglio tanti auguri a tutti i Tommaso

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San Tommaso Apostolo noto principalmente per essere il protagonista di un brano del Vangelo secondo Giovanni (20,24-29) in cui prima dubitò della risurrezione di Gesù e poi lo riconobbe. Secondo la tradizione, si spinse a predicare il Vangelo fuori dei confini dell’Impero romano, in Persia e India, dove fondò la prima comunità cristiana.

È venerato come santo dalla Chiesa cattolica, dalla Chiesa ortodossa e dalla Chiesa copta. San Tommaso è patrono degli Architetti, dei Geometri, degli Agrimensori e dell’India; nei quadri è rappresentato con una lancia in mano.

Le sue ossa riposano nella Basilica di San Tommaso Apostolo a Ortona.

Tommaso compare in alcuni brani del Vangelo secondo Giovanni. In Giovanni 11,16, subito dopo la morte di Lazzaro, i discepoli si oppongono alla decisione di Gesù di tornare in Giudea, dove gli Ebrei avevano precedentemente tentato di lapidare Gesù, ma questi è determinato, e Tommaso dice: «Andiamo anche noi a morire con lui!».

Tommaso prende la parola anche durante l’ultima cena (Giovanni 14,5). Gesù assicura i discepoli che sanno cosa sta per fare, ma Tommaso protesta dicendo che non ne sanno niente, al che Gesù risponde a lui e a Filippo esponendo nel dettaglio i suoi rapporti con il Padre.

L’episodio maggiormente noto del Nuovo Testamento che coinvolge Tommaso è quello contenuto in Giovanni 20,24-29 e noto come “l’incredulità di Tommaso”. Tommaso, che dubitava della risurrezione di Gesù, incontra il Signore risorto. Rivolgendosi a lui, Gesù dice:

« “Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!” Rispose Tommaso: “Mio Signore e mio Dio!” Gesù gli disse: “Perché mi hai veduto, hai creduto: beati coloro che non videro e tuttavia credettero!”

Secondo un’antica tradizione, Tommaso si recò a evangelizzare la Siria, poi la città di Edessa. Poi fondò la comunità cristiana di Babilonia. Visse nella città mesopotamica per sette anni.

Successivamente, come raccontato da Eusebio di Cesarea[3], si spinse fino all’India sud-occidentale, che raggiunse via mare, nell’anno 52.

Tommaso iniziò la sua predicazione nella città portuale di Muziris, dove viveva una fiorente colonia ebraica. Dopo aver convertito al cristianesimo gli ebrei, molti indiani furono convertiti alla nuova fede, la maggior parte dei quali apparteneva alle caste superiori; ciò aiutò San Tommaso a proseguire la sua opera di evangelizzazione senza incontrare ulteriori ostacoli. Anche i primi sacerdoti provennero in gran parte dalle famiglie altolocate. La tradizione riferisce che le città del Malabar (oggi parte del Kerala) in cui San Tommaso fondò una comunità cristiana furono: Maliankara (oggi Malankara Dam), Kottaikkavu, Niranam, Kollam e Gokamangalam (oggi Kothamangalam).

Successivamente si recò in Cina per diffondere il Vangelo. Al ritorno in India cominciò a evangelizzare le popolazioni della costa orientale del subcontinente. Secondo la tradizione, Tommaso morì poi a Mailapur (trascritta comunemente come Mylapore), sulla costa del Coromandel, nell’India sudorientale. Negli Atti di Tommaso, testo gnostico del III secolo, si racconta che l’apostolo fu ucciso trafitto da una lancia, per ordine del re Misdaeus (Vasudeva I)[senza fonte]. Il martirio avvenne su una collina nei pressi dell’attuale Chennai, capitale del Tamil Nadu, il 3 luglio dell’anno 72. Il Milione, citando una leggenda popolare, narra un altro svolgersi dei fatti: “Messer santo Tomaso si stava in uno romitoro in uno bosco e dicea sue orazioni, e d’intorno a lui si avea molti paoni [pavoni], ché in quella contrada n’à più che in lugo [luogo] del mondo. E quando san Tomaso orava, e uno idolatore della schiatta dei gavi andava ucellaldo a’ paoni, e saettando a uno paone, sì diede a santo Tomaso per le costi, ché nol vedea; ed issendo così fedito, sì orò dolcemente e così orando morìo.”

La città marinara di Ortona (Abruzzo) è ritenuta dalla Chiesa Cattolica Sede Ufficiale delle Spoglie di San Tommaso Apostolo[senza fonte], conservate in una teca in oro massiccio nella Basilica di San Tommaso Apostolo.

Tre galee ortonesi raggiunsero l’isola di Chios nel 1258, capitanate dal Generale Leone Acciaiuoli. Infatti Chios era ritenuta l’isola in cui San Tommaso, dopo il martirio in India, fosse stato sepolto. La flotta raggiunse Nauplia di Grecia e poi si divise. Una parte combatté intorno al Peloponneso e alle isole dell’Egeo, l’altra nel mare che lambiva la costa siriana di allora. Le tre galee di Ortona si spostarono sul secondo fronte di guerra e raggiunsero l’isola di Chios.

Il racconto è fornito da Giambattista De Lectis, medico e scrittore ortonese del XVI secolo. Dopo il saccheggio, il navarca ortonese Leone si recò a pregare nella chiesa principale dell’isola di Chios e fu attratto da un oratorio adorno e risplendente di luci. Un anziano sacerdote, attraverso un interprete lo informò che in quell’oratorio si venerava il Corpo di san Tommaso apostolo. Leone, pervaso da una insolita dolcezza, si raccolse in preghiera profonda. In quel momento una mano luminosa per ben due volte lo invitò ad avvicinarsi. Il navarca Leone allungò la mano ed estrasse un osso dal foro più grande della pietra tombale, su cui erano incise delle lettere greche e raffigurato un vescovo nimbato a mezzo busto. Ebbe la conferma di quanto gli aveva detto l’anziano sacerdote e di trovarsi effettivamente in presenza del corpo dell’Apostolo. Tornò sulla galea e progettò il furto per la notte successiva, insieme al compagno Ruggiero di Grogno. Sollevarono la pesante lapide e osservarono le reliquie sottostanti. Le avvolsero in candidi panni, le riposero in una cassetta di legno (conservata ad Ortona fino al saccheggio del 1566) e le portarono a bordo della galea. Leone, poi, insieme con altri compagni, tornò nuovamente nella chiesa, prese la pietra tombale e la portò via. Appena l’ammiraglio Chinardo venne a conoscenza del prezioso carico trasferì tutti i marinai di fede musulmana su altre navi e ordinò di prendere la rotta verso Ortona.

Approdò al porto di Ortona il 6 settembre 1258. Secondo il racconto di De Lectis, fu informato l’abate Iacopo responsabile della Chiesa ortonese, il quale predispose tutti gli accorgimenti per un’accoglienza sentita e condivisa da parte di tutto il popolo. Da allora il corpo dell’apostolo e la pietra tombale sono custoditi nella cripta della Basilica. Nel 1259 una pergamena redatta a Bari dal giudice ai contratti Giovanni Pavone, alla presenza di cinque testimoni, conservata a Ortona presso la Biblioteca diocesana, conferma la veridicità di quell’avvenimento, riportato, come detto, anche da Giambattista De Lectis, medico e scrittore ortonese del Cinquecento.

Le reliquie resistettero sia al saccheggio saraceno del 1566, che alla distruzione dei nazisti nella famosa battaglia di Ortona, combattuta alla fine di dicembre del 1943. La basilica fu fatta saltare in aria, perché la sua torre civica ere considerata punto di avvistamento da parte degli Alleati, che stavano arrivando per mare da San Vito Chietino. Le reliquie, assieme al tesoro di San Tommaso, erano destinate, secondo il comando dei tedeschi, ad essere vendute; ma i monaci le tumularono dentro il campanile, unica parte superstite della chiesa semi-diroccata.

La pietra tombale, portata a Ortona da Chios insieme alle reliquie dell’Apostolo, attualmente è conservata nella cripta della Basilica di san Tommaso, dietro l’altare. L’urna contenente le ossa, invece è posta sotto l’altare. Essa è il coperchio di un finto sarcofago, forma di sepoltura abbastanza diffusa nel mondo paleocristiano, quale parte superiore di una tomba di materiale meno pregiato. La lapide presenta un’iscrizione ed un bassorilievo che rinviano, sotto molti punti di vista, all’area siro-mesopotamica. Pietra tombale Tommaso apostolo Sull’iscrizione è possibile leggere, in caratteri greci onciali, l’espressione ‘osios thomas, cioè san Tommaso. Essa è databile dal punto di vista paleografico e lessicale al III-V secolo, epoca in cui il termine osios viene ancora usato quale sinonimo di aghios, nel senso che santo è colui che è nella grazia di Dio ed è inserito nella Chiesa: i due vocaboli, di conseguenza, indicano i Cristiani. Nel caso particolare della lapide di san Tommaso, poi, la parola osios può essere agevolmente la traduzione del termine siriaco mar (Signore), attribuito nel mondo antico, ma anche ai giorni nostri, sia ad un santo sia ad un vescovo.

Il cammino di San Tommaso è un antico pellegrinaggio iniziato nel XIII secolo e riscoperto nel XX secolo. Infatti dopo la traslazione delle reliquie di San Tommaso ad Ortona, vari pellegrinaggi furono organizzati dalla Città Santa di Roma fino al borgo marinaro della costa teatina. Il pellegrinaggio moderno prevede anche viaggi a Santiago de Compostela e Gerusalemme, nonché al santuario di Santa Brigida, avendo la donna visitato in vita per ben due volte la tomba di Tommaso Apostolo ad Ortona.

Il pellegrinaggio moderno si articola nelle seguenti tappe: Roma-Albano Laziale-Lariano-Genazzano-Subiaco-Cappadocia-Tagliacozzo-Massa d’Albe-Rocca di Mezzo-Fontecchio-Capestrano-Torre de’ Passeri-Pretoro-Orsogna-Crecchio-Ortona.

San Tommaso fu sepolto a Mylapore, nell’India sud-orientale. Nel III secolo avvenne nel sud dell’India una delle prime persecuzioni anti-cristiane. I fedeli salvarono le ossa di Tommaso trasportandole a Edessa (odierna Şanlıurfa, nella Turchia sud-orientale), il centro irradiatore del cristianesimo siriaco in Oriente, cui era legata la predicazione di San Tommaso.
Successivamente furono traslate sull’Isola di Chio, nell’Egeo.

Nel 1258 il navigatore ortonese Leone Acciaiuoli, reduce da una spedizione navale in appoggio ai Veneziani in lotta contro i Genovesi, portò le ossa del santo in Abruzzo. Le ossa si trovano ancora oggi nella basilica di San Tommaso, a Ortona.

Nel 1523 i portoghesi operarono un primo scavo nelle fondamenta della basilica denominata «casa di San Tommaso» (meta di pellegrinaggio dei cristiani dell’India) dove, secondo la tradizione, si trovava la tomba dell’apostolo. Venne ritrovata una sepoltura a parecchi metri più in basso rispetto al livello attuale dell’edificio, senza che fosse possibile però stabilire una datazione certa. Pochi metri più in là fu ritrovata parte di una pavimentazione: in base al tipo di ceramica usato fu possibile datare il livello al I secolo d.C. Sia nella Chiesa ortodossa malankarese sia nella Chiesa cattolica, san Tommaso è festeggiato il 3 luglio: a Madras si trova la cattedrale di San Tommaso. Nell’arcidiocesi di Madras si trova la Diocesi di São Tomé di Meliapore.

A Ortona, dove vengono conservate le ossa dell’Apostolo, la sua ricorrenza cade la prima domenica di maggio.




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